domenica 31 gennaio 2016
GLI UNICI CRETINI A PORTE APERTE
Ora andiamo a
lezione dalla Svezia: lì sanno organizzare i rimpatri, noi ci proviamo invano
da anni e anni
Vittorio
Feltri - Abbiamo
appreso dalla lettura dei giornali che alcuni Paesi del Nord - Svezia,
Finlandia e Olanda - hanno studiato un piano, in via di realizzazione, per
espellere migliaia e migliaia di profughi, naturalmente musulmani. Perché? Gli stranieri quando sono troppi
stroppiano. La tesi, per quanto terra terra, si può condividere e, anche no.
Dipende da come si valuta. Ma non è di ciò che vogliamo discutere, bensì del
fatto sorprendente che olandesi e scandinavi siano in grado di organizzare
rimpatri in massa di stranieri, mentre noi italiani da anni e anni cerchiamo di
fare la stessa cosa senza riuscire a cacciarne neppure alcune decine. Ci
abbiamo provato in mille modi, miseramente fallendo. C'è sempre un impedimento,
una complicazione burocratica o giudiziaria che ci vieta di procedere. Anche
gli extracomunitari che commettono e reiterano reati la fanno franca. Magari
vengono arrestati, talvolta processati, condannati e rinchiusi in carcere, poi
però escono subito perché in fondo sono dei poveracci e suscitano pietà nei
giudici, cosicché ricominciano a delinquere e nessuno si prende la briga di
rispedirli a casa loro. Le autorità si giustificano affermando che la maggior
parte degli immigrati non ha passaporto, non se ne conosce l'identità esatta né
la nazionalità, pertanto non si sa dove «spedirli» e si è costretti a
trattenerli, malgrado sia scontato che seguiteranno a violare il codice penale
allo scopo di mettere insieme il pranzo con la cena. Primum vivere, non è una
novità. In effetti, le operazioni di rimpatrio sono più complicate di quelle
relative ai respingimenti. Però ci domandiamo per quale arcano motivo la
Svezia, la Norvegia e l'Olanda abbiano escogitato una soluzione al problema
rimpiatri, quando noi siamo ancora qui a subire presenze sgradite. Da notare
che i citati Paesi sono alle prese con folle immense da espellere, mentre noi
non siamo capaci neppure di imbarcarne un numero esiguo, cioè i malviventi.
Siamo davanti a un mistero talmente fitto da essere insondabile.
Sarebbe interessante
sapere quale sia l'opinione del nostro governo. Non stiamo attaccando il
premier, Matteo Renzi; semplicemente desidereremmo scoprire perché costui,
dinanzi alle iniziative radicali dei Paesi nordici, non invii un proprio
delegato nei medesimi Paesi per comprendere perché essi siano attrezzati onde
rigettare in un botto centomila islamici e noi, viceversa, ci rassegniamo a
ospitare tutti i fedeli di Allah - milioni di individui - che progettano di
farci secchi. La nostra è una semplice curiosità, che però meriterebbe di
essere soddisfatta, se non altro perché le spese di mantenimento dei profughi
sono a carico dei cittadini, e non sono due soldi.
“IL DDL CIRINNA’ NON PASSERA’”: LA PROFEZIA DI ADINOLFI
Mario Adinolfi, direttore de La Croce,
acclamato dalla folla del Family Day, spiega: "Sarà il Pd stesso ad
affossare questa legge"
Il ddl Cirinnà non passerà. Renzi viene da questo mondo, nel 2007 era
accanto a me al Family Day e usava parole ben più forti delle mie contro
i Dico della Bindi. Renzi sa di non essere ben visto dalle 'piazze rosse' e
politicamente non può permettersi di ignora persino il messaggio che viene da
questa piazza", dice
Adinolfi ricordando la sua amicizia col premier che sosteneva già nel 2012 da
parlamentare Pd. "Ora cosa succederà? Succederà che l'articolo 5 sulla stepchild
adoption non passerà e così cadrà l'intera legge. È significativo che
l'assemblea dei senatori Pd abbia dato l'ok generico all'impianto della legge
ma abbia deciso di aspettare al 2 febbraio per dire su quali articoli si può
far valere la libertà di coscienza. Aspettavano il risultato di questa
piazza". Il profeta Adinolfi spiega che al Pd non conviene che questa
legge passi, tantomeno alla Cirinnà che, con la bocciatura del suo ddl,
diventerebbe la paladina dei gay e passerebbe come martire. Sarà lo stesso Pd
ad affossare la legge e Renzi si tirerà fuori dicendo "io ci ho
provato ma il Parlamento ha detto no" e anche gli alfaniani, alla fine,
secondo Adinolfi, voteranno contro le unioni civili e la stepchild
perché sennò verrebbe meno il fatto stesso di esistere. Resta l'incognita dei
Cinquestelle ma "mi pare difficile che proprio in questo momento
decidano di aiutare il governo".
BRUNETTA #FAMILYDAY: QUESTA
PIAZZA MERITA ASCOLTO, RENZI NE TERRA' CONTO O ANDRA' A SBATTERE
"Sono qui, a titolo personale e da laico, perché ritengo che il
ddl Cirinnà sia sbagliato e incostituzionale, e perché ritengo che questa
piazza, le famiglie italiane in generale meritino ascolto e sostegno".
"Io penso che dobbiamo sostenere con forza la famiglia naturale,
formata da un uomo e una donna, così come costituzionalmente riconosciuta. È
giusto allo stesso tempo prevedere un riconoscimento alle unioni civili, una
norma che ne regoli i diritti e i doveri. Ma la Cirinnà non è la strada giusta,
non si può equiparare una relazione omoaffettiva al matrimonio, non si può
correre il rischio di aprire all'utero in affitto".
"Questa piazza merita ascolto. Renzi, come credo, è una persona
intelligente, e terrà conto del messaggio di oggi. Se non lo farà, andrà a
sbattere".
MASSIMILIANO PEDERZOLI PRESIDENTE ANBI EMILIA ROMAGNA: “FALDE ACQUIFERE COMPLETAMENTE ALL’ASCIUTTO. SITUAZIONE GRAVE
Ad oggi in Regione solo il Canale Emiliano
Romagnolo (CER) conserva disponibilità di acqua. CER e Consorzi di bonifica
collegati stanno fornendo acqua ai tre potabilizzatori di Ravenna-Bassette,
Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone
L’Italia ha sete, l’Emilia Romagna non è da meno e se il clima di
questi mesi non lascerà spazio immediato a nuove precipitazioni quella che oggi
è già più di una preoccupazione -supportata da dati eclatanti - potrebbe
trasformarsi, tra poche settimane, in una vera e propria emergenza epocale
scatenando conflitti per l’acqua tra i territori. Dopo la denuncia arrivata dal
presidente Massimiliano Perderzoli ANBI
a livello paese, l’ANBI Emilia Romagna, forte degli ultimi rilievi fatti
direttamente nelle locali falde acquifere superficiali dai suoi esperti
(operanti nei nove Consorzi di Bonifica regionali associati), aggiunge così un
elemento di valutazione fondamentale all’allarme scattato nei giorni scorsi
dopo le misurazioni delle portate del Po, dei livelli drasticamente in calo dei
maggiori laghi del Nord e della scarsa incidenza degli accumuli nevosi
sull’Appennino. "Le ultimissime analisi effettuate infatti dicono
chiaramente che a livello regionale le falde sono completamente scariche - fa
sapere ANBI ER - e che i livelli raggiunti sono addirittura al di sotto di
quasi un metro rispetto a quelli fatti registrati durante l’estate 2015, una
delle più roventi e siccitose a memoria d’uomo. Ora le criticità sono palesi:
quantità di acqua inconsistente, riserve contenute in invasi quasi azzerate e a
differenza delle annate maggiormente siccitose 2011-2012 si aggiunge anche la mancanza
di neve in grado di alleviare parzialmente queste pesanti criticità. I
Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a tutta l’agricoltura
lanciano l’allarme richiamando tutti i portatori d’interesse a “fare sistema”
mettendo al centro delle loro scelte questa priorità, in caso contrario i
prodotti tipici alla base del Made in Italy agroalimentare potrebbero venire
colpiti duramente già in primavera con conseguenti perdite sostanziali di
rese". "Sotto il profilo della gestione delle emergenza idrica -
prosegue la nota - i Consorzi di bonifica emiliano romagnoli, che
approvvigionano di acqua un territorio a sud del Po e quindi chiaramente
penalizzato se comparato alle pianure delle regioni al di sopra del fiume,
hanno maturato in questi anni una lunga esperienza elaborando non solo sistemi
di monitoraggio costante, ma anche competenze sull’utilizzo virtuoso
della risorsa e risparmio idrico (IRRINET-IRRIFRAME). Certo è che una
situazione grave come quella che si sta via via delineando non offre spunti di
particolare ottimismo e a questo si aggiunge la paura che le piogge arrivino
bruscamente per distruggere e non a dare sollievo alle colture". Il
presidente dell’ANBI ER Massimiliano
Pederzoli non ha dubbi: “Le falde scariche come mai prima dimostrano che la
situazione è di emergenza reale e rischia anche di generare conflitti tra i
territori se non si decideranno da subito precise norme di comportamento in
situazioni di grave carenza idrica”.
giovedì 28 gennaio 2016
I SALESIANI DI FAENZA VENDUTI A RAVENNA HOLDING
Tanti anni fa (molti !) il
Comune di Faenza decise di acquistare il complesso dei Salesiani con lo scopo
di destinarlo ad attività a sostegno dei giovani e, in generale, per progetti
che potessero arrecare vantaggio alla nostro comunità. Fu costituita la società
Faventia Sales spa, partecipata dal Comune (46%) e da altri soggetti privati
“forti” (54%): la Fondazione della ex Banca di Romagna, la Cassa di Risparmio
di Cesena e la Diocesi di Faenza.
La società non ha
mai elaborato un serio progetto di riuso e rilancio del complesso, finendo
oberata dagli interessi passivi sul mutuo contratto per l’acquisto e dalle
spese di mantenimento. In anni più recenti il Comune è intervenuto attivando i
corsi di infermieristica nei Salesiani, con una spesa complessiva di circa € 1 mln.
all’anno, poi vi ha spostato alcuni uffici (settore patrimonio) pagando il
relativo canone. Questi interventi non hanno dato risultati apprezzabili per
cui i soci di Faventia Sales spa, vedendo la mala parata, hanno cominciato a
“giocare” in proprio, a partire dalla Fondazione ex bancaria che invece di
capitalizzare la società ha preferito comprare due porzioni immobiliari: una a
destinazione residenziale (ex casa delle suore) ed una per i propri uffici e
per il “contamination lab” (realizzando la proposta da me lanciata nel 2009
tramite la Free Foundation), mentre la Ca. Risp. Cesena e la Diocesi non
intendono scucire un soldo. Dato ciò l’anno scorso Malpezzi ha annunciato di
voler spostare nei Salesiani gli uffici dei servizi sociali, attualmente ubicati
presso il Seminario, dirottando su Faventia Sales il canone di locazione: in
sostanza un ulteriore aiuto del Comune per sostenere una totale assenza di
progettualità di Faventia Sales spa. Ad ottobre 2015 fummo gli unici a
criticare questo spostamento dei servizi sociali, sostenendo che, piuttosto che
pagare affitti a terzi, era meglio utilizzare gli immobili di proprietà
comunale, come ad esempio ristrutturando il Palazzo delle Esposizioni.
Segnalammo inoltre il pericolo che Faventia Sales (come la ASP per il baliatico
da destinare alla polizia Municipale), oberata dai debiti, potesse poi decidere
di vendere a terzi la parte dell’immobile locata al Comune, resa appetibile per
gli investitori proprio dalla presenza del canone di locazione pagato dal Comune.
Malpezzi, con la solita arroganza, rispose sui giornali che “l’obiezione
relativa al fatto che in futuro nulla impedirebbe …a Faventia Sales di decidere
la vendita degli immobili
SAVIANO: “IL NUOVO EDITTO BULGARO DEL PD”
Il licenziamento del
dirigente Rai che ha autorizzato il countdown anticipato di Capodanno? Per i
renziani è peggio Ballarò. Questa volta a dare fastidio ai democratici è stata
la frase di Giannini che in puntata ha definito il caso Boschi-Banca Etruria un
“rapporto incestuoso”. L’espressione per Anzaldi, deputato Pd e segretario in
Vigilanza, è peggio di quello che ha fatto il funzionario cacciato da Campo
Dall’Orto. E se i più vicini al premier hanno sostenuto in coro l’attacco, in
difesa del giornalista invece si sono schierati Saviano e la minoranza
IRAN “FRANCESCHINI DOVREBBE DIMETTERSI”
“Le scuse ridicole di
Franceschini e Renzi sulla vicenda delle statue coperte non fanno che
evidenziare ancora di piu’ la gravita’ di quanto accaduto. Ricordiamo l’attuale
ministro della Cultura quando, da capogruppo del Pd alla Camera, chiedeva a
gran voce le dimissioni di Sandro Bondi ai tempi dei crolli a Pompei. Ora
dovrebbe applicare il principio di coerenza e trarne le conseguenze su se
stesso. Perche’ ieri e’ crollata la dignita’ di un Paese”. Lo
dichiara il deputato di Forza Italia Luca Squeri, firmatario di una
interrogazione alla Camera sulla vicenda.
GIORNO MEMORIA “FORZA ISRAELE, NOI DI FORZA ITALIA SIAMO CON TE”
“La giornata della memoria è il modo migliore
per guardare il presente. La Shoah ci guarda ancora con gli occhi
delle sue vittime e ci fa vergognare non del passato ma dell’oggi.
L’antisemitismo non è un rischio, ma un’evidenza di queste ore. Esso si esprime
certo nella volontà di taluni Stati e dei loro leader di annientare Israele e
di alimentare l’odio verso gli ebrei, ma ha focolai vivi e minacciosi in Europa
e in Italia. Non basta puntare il dito contro le cellule dell’Isis o certi
movimenti di estrema destra o di estrema sinistra, ma va denunciata
l’acquiescenza che determina il clima intollerabile respirato dagli ebrei
italiani, in pericolo per il solo fatto di farsi riconoscere come tali. Oggi va
denunciato e combattuto con le armi della cultura e dell’informazione un
antisemitismo da zona grigia di tanta opinione pubblica, ‘moderato’, pigro, che
non muove le mani e non tira coltellate, condanna Auschwitz, e ci mancherebbe,
ma guarda ai coltelli dell’Intifada a Gerusalemme o a Milano con indifferenza o
giustificazionismo. In tanti devono farsi oggi l’esame di coscienza, e uscire dall’ambiguità.
Forza Israele, noi di Forza Italia siamo totalmente con te”.
Così in una
dichiarazione congiunta, a nome di tutto il gruppo di Forza Italia alla Camera,
il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta, e la portavoce dei
parlamentari a Montecitorio, Mara Carfagna, che oggi interverrà in Aula in
occasione della giornata della memoria.
“SUL TURISMO LA GIUNTA DI RAVENNA PENSA CHE LA CITTA’ CREDA AGLI ASINI CHE VOLANO
L'attacco del capogruppo di Forza Italia agli
ultimi movimenti condotti dalla Giunta sui problemi e i temi del turismo
"L’incredibile messa in scena dell’amministrazione Matteucci che
in limine mortis della consiliatura lancia un surrogato di stati generali
del turismo, coinvolgendo i privati e le associazioni di categoria ha avuto
il suo apice nella commissione turismo di lunedi 25. In quella sede, come se i
presenti fossero marziani, dai consiglieri comunali fino ai rappresentanti di
Asshotel, CNA, Ascom, Balneari etc…l’assessore Cameliani – quello con 14
deleghe - ha raccontato una favoletta".
"Ha detto, in soldoni, che grazie alla società privata che ha
vinto – legittimamente, sia chiaro! - l’appalto per il “coffee forum”, che
sarebbe una specie di convegno di nuova generazione, l’amministrazione potrà
avere il quadro dei problemi del turismo ravennate e dare le risposte
che servono. Insomma la giunta che governa la città da quasi cinque anni, tre
mesi prima della fine del mandato, sente il bisogno di informarsi sui
problemi del turismo pagando una consulenza che non farà altro che
ascoltare, al massimo con modalità diverse, le categorie interessate. Ora, la
domanda è: ma il servizio turismo del Comune, la cui dirigente è stata una di
quelle che hanno ricevuto il premio di produttività più alto, a cosa serve? Non
dovrebbe toccare ad esso effettuare un monitoraggio costante e duraturo sulle
attività e le categorie del settore, in modo da rispondere alle esigenze con
solerzia? Non dovrebbe averlo fatto a inizio mandato e non ora, con evidente
secondo fine politico di ottenere proposte a beneficio del candidato del PD De
Pascale? E soprattutto, se il PD che ha vinto le elezioni cinque anni fa, non
sa che pesci pigliare sul turismo, non è forse palese che abbia raccontato
balle agli elettori sull’argomento? Ci sarebbe molto altro da dire, dai dati
di afflusso ai monumenti difficilmente credibili, fino alla retorica
dell’uso dei social, fatta da un assessore che non è presente neppure su un
social, ma il quadro a cui abbiamo assistito era già sin troppo
desolante". Alberto Ancarani
capogruppo Forza Italia
capogruppo Forza Italia
martedì 26 gennaio 2016
AVVISO PUBBLICO PER L'INDIVIDUAZIONE DI SOGGETTI QUALIFICATI DISPONIBILI A CONCORRERE AD UNA COPROGETTAZIONE E COATTUAZIONE DELL'ACCOGLIENZA NELL'AMBITO TERRITORIALE DELLA ROMAGNA FAENTINA.
Accoglienza cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e
servizi connessi
AVVISO PUBBLICO PER L'INDIVIDUAZIONE DI SOGGETTI QUALIFICATI DISPONIBILI
A CONCORRERE AD UNA COPROGETTAZIONE E COATTUAZIONE DELL'ACCOGLIENZA NELL'AMBITO
TERRITORIALE DELLA ROMAGNA FAENTINA
ARRIVANO ANCHE NEL COMPRENSORIO FAENTINO
LEGGI IL
BANDO: http://apps.comune.brisighella.ra.it/albopretorio/albopretorio/Main.do?id=214926&MVPG=AmvAlboDettaglio
BENZINA A 44 CENTESIMI AL LIBRO. MA RENZI NON TOGLIE LE TASSE COME AVEVA PROMESSO A PORTA A PORTA.
https://www.facebook.com/WIlM5s/videos/720945581339118/
L’unica
colpa è dello Stato. Altro che le compagnie petrolifere.
Oggi la benzina alla pompa potrebbe costarci 44 centesimi al litro. Ma non succederà mai. Mai
il prezzo andrà sotto l’euro. Nemmeno se le compagnie petrolifere, stordite da
un colpo di sole, dovessero iniziare a regalare a destra e a manca l’oro nero.
Questo perché in Italia le imposte, che Matteo
Renzi si guarda bene dal cancellare, gravano sul prezzo di benzina e diesel per oltre
due terzi. Quando andiamo a fare rifornimento, insomma, dobbiamo tener presento
che oltre a riempire il serbatoio della nostra auto, stiamo anche riempiendo le
tasche di uno Stato famelico e incapace di amministrate i nostri soldi. Rispetto
al 2008 il prezzo della benzina al netto delle tasse è inferiore del 18,8%. Il che, come fa
notare Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, si
tramuta in “un rincaro del
31,4% esclusivamente attribuibile alle tasse”. Negli ultimi sette
anni le accise sono, infatti, cresciute del 46% mentre il carico dell’Iva è aumentato del 21,8%. “Nel dicembre 2008 le accise pesavano su un
litro di gasolio per 42,3 centesimi – spiega Rizzo – c’erano poi da sommare
18,53 centesimi di Iva: non il 20 per cento (livello dell’aliquota dell’imposta
sul valore aggiunto allora vigente) rispetto ai 50,34 centesimi che all’epoca
costituivano il prezzo della nafta al netto del carico fiscale, bensì quasi il doppio. Esattamente, il
36,8 per cento”. Questo perché l’Iva viene applicata anche sulle
accise, non solo sul prodotto industriale. Insomma, lo Stato tassa anche le
tasse. Sette anni fa le imposte sulle imposte toccavano i 60,82 centesimi, il
57,4% del totale. Oggi, continua Rizzo sul Corsera,
“si è arrivati a 84,31, e siamo
al 67,4% del totale. Una differenza di quasi 23,5 centesimi per litro, che
proiettata sulle 22 milioni di tonnellate
di gasolio consumate annualmente in
Italia significa per il fisco un maggiore introito di quasi 5,2 miliardi di
euro ogni 12 mesi”.
Tanto per capirci: le tasse sulle tasse valgono da sole circa 3 miliardi di euro
sui consumi totali di gasolio.
Su ogni litro di benzina
le imposte
gravano per 72,8 centesimi. “Se
si aggiunge anche l’Iva, considerando anche in questo caso l’impatto delle
tasse sulle tasse – calcola Rizzo – il peso del prelievo fiscale sfiora un euro
su un costo medio alla pompa di un euro e 421”. Insomma, poco
meno del 70% del prezzo finale va al Fisco, quindi allo Stato. Quindi, non è
così peregrino chiedersi perché sino a ora Renzi, che si vanta di abbassare le
tasse ovunque, non ha ancora messo mano a questo furto legalizzato. Perché non
possiamo pagare un litro di benzina 44 centesimi?
Perché dobbiamo finanziare
un Fisco
sanguisuga.
LA TRUFFA SUL CANONE RAI, UNA DELLE PIU’ GRANDI PORCATE DELLA STORIA REPUBBLICANA
Alla fine sono andati fino
in fondo, senza vergogna! Altro che gli 80 euro alle forze dell’Ordine, altro
che i 500 euro ai diciottenni i veri beneficiari di questa schifosa legge di stabilità sono i
leccaculo della Rai.
Renzi ha voluto così ricompensare questi squallidi figuri, dipendenti, ma
soprattutto funzionari e dirigenti lottizzati
della Rai per la loro devozione ed il loro servilismo,
persone senza dignità,
sempre pronti ad incensare il
padrone e prostrarsi
al potere politico. Al baraccone della Tv pubblica che ogni anno oltre a
profondere disinformazione in quantità industriale, produce buchi spaventosi di
centinaia di milioni di euro, arriveranno altri 420 milioni di euro.
E potranno così andare
avanti a pagare stipendi
faraonici alle varie Littizzetto, ai vari Fazio, potranno
ancora mantenere gli oltre 11.000 dipendenti, ossia più di quelli di Mediaset, Sky e La7
sommati insieme, potranno ancora sperperare soldi pubblici
mantenendo sedi in Italia e all’estero che hanno costi spropositati e non
producono nulla, e potranno ancora prendere in giro gli italiani spacciando
questa feccia per Servizio
Pubblico. Ovviamente la porcata non sta nel fatto che il canone Rai
sarà inserito nella bolletta elettrica, pagare con un bollettino o all’interno
di una bolletta non fa alcuna differenza, la porcata è aver abolito la possibilità del suggellamento!!!
Renzi è arrivato dove
nemmeno i fascisti avevano osato!!!
Il canone Rai infatti è
una tassa introdotta nel 1938 in pieno regime. I fascisti, però, avevano perlomeno previsto la possibilità
del suggellamento, consentendo, all’utente che ne faceva
richiesta, l’esenzione dal pagamento del canone.
Renzi ha abolito questa
possibilità, una vera e propria vessazione
nei confronti dei cittadini che si vedono costretti a pagare un pessimo
servizio che oltretutto non hanno richiesto.
D’accordo che i politici
in genere sono dei mentitori, ma pensare ad una persona più falsa ed infida di
così è realmente difficile.
Sorgente: La
truffa sul canone Rai, una delle più grandi porcate della storia repubblicana |
infosannio
La riforma della
costituzione è passata con pochissimi voti risicati , grazie ai voti di
ALA (Verdini e i traditori di Forza Italia) , e grazie ai voti di NCD (Alfano e
altri traditori di Forza Italia) e chi più ne ha più tradisca.
332 cambi di casacca in
questa legislatura. Record di politici che tradiscono i propri elettori.
Ma nessuno fa nulla per
niente:
Oggi sono state assegnate
3 importanti poltrone proprio agli uomini di Verdini, ricambiando il favore.
Ma se queste cose le fa
Renzi non è voto di scambio, nessuno indagherà mai.
RIFORMA DELLA
COSTITUZIONE … BISOGNA VOTARE NO AL REFERENDUM DI OTTOBRE.
-
lunedì 25 gennaio 2016
DISCARICA TRE MONTI TRA RIOLO TERME E IMOLA, VALENTI: “SEPPELIRE RIFIUTI NEI CALANCHI E’ UNA PAZZIA”
Il consigliere della lista
civica parla di "silenzio assordante" dell'amministrazione comunale
"È inspiegabile
"l'assordante silenzio" della nostra amministrazione, Sindaco in
testa su ciò che sta accadendo sulla vicenda allargamento discarica dei rifiuti
al confine tra Imola e Riolo Terme, nonostante i quotidiani locali e nazionali
ne diano ampio risalto, visto l'evolversi della vicenda, alla quale ogni giorno
si aggiungono nuovi capitoli piuttosto inquietanti" lo afferma il
consigliere riolese Vincenzo
Valenti della Lista civica Insieme per Riolo Terme.
"Il paese termale -
prosegue Valenti - vive come sotto anestesia, sembra non vedere, non sentire,
non ne parla; nulla sono valsi i volantinaggi informativi nelle giornate di
mercato, l'incontro pubblico del 2 dicembre nella sala S.Giovanni, le
interrogazioni e le mozioni presentate in Consiglio Comunale.
L'assemblea pubblica tenutasi all'autodromo di Imola, presenti Con.ami, Hera e Regione, per presentare osservazioni da parte dei cittadini è stata tenuta quasi nascosta, indetta in un orario di lavoro, non pubblicizzata se non sul sito del Comune. Di fatto si e' preclusa la possibilita' di sapere, di conoscere, di agire da parte della popolazione Riolese.
L'assemblea pubblica tenutasi all'autodromo di Imola, presenti Con.ami, Hera e Regione, per presentare osservazioni da parte dei cittadini è stata tenuta quasi nascosta, indetta in un orario di lavoro, non pubblicizzata se non sul sito del Comune. Di fatto si e' preclusa la possibilita' di sapere, di conoscere, di agire da parte della popolazione Riolese.
La Regione dopo aver
visionato la documentazione presentata da Con.Ami ed Herambiente , valutazione
di impatto ambientale , progetto ecct, sentito il parere di tutti gli organi
preposti ,Asl, Arpa ecct, ha richiesto ben 141 integrazioni per poter dare via
libera al progetto!! Tutto il garantismo e la sicurezza che hanno voluto farci
credere sembra proprio non ci sia, troppe lacune da colmare.La piu' grave la
VIS, valutazione di impatto sanitario sulle persone che vivono a
ridosso dell'impianto e nel raggio di 2 a 5 km. Questo tema ha scatenato
anche la reazione dell'ordine dei medici della provincia di Bologna, lapidario
il commento del presidente: l'aria ve l'hanno già inquinata, se vi fate
inquinare anche il sottossuolo è finita! Altra incongruenza emersa, la
decisione di operare l'ampliamento senza
presentare un'alternativa.
presentare un'alternativa.
CHI DIRIGE LA SANITA’ PUBBLICA, LA POLTICA O LA TECNICA!
Da Pavaglione Lugo
La
Sanità di Faenza da Ravenna a Forli, un vantaggio per i cittadini.
Il Presidente della Provincia Claudio Casadio ha preso l'impegno di discuterne al prossimo consiglio provinciale con il nuovo direttore dell'ASL Romagna.
Vincenzo Galassini Consigliere provinciale Ravenna Forza Italia
Il Presidente della Provincia Claudio Casadio ha preso l'impegno di discuterne al prossimo consiglio provinciale con il nuovo direttore dell'ASL Romagna.
Vincenzo Galassini Consigliere provinciale Ravenna Forza Italia
Già,
ma chi ha potere in merito a questa fondamentale scelta, come a tante altre,
altrettanto importanti, in un settore la sanità, il più importante, il più
"pubblico" dei settori.
Il
direttore, il direttore generale o il presidente?
In
italiano direttore significa, tecnico; presidente, democraticamente eletto,
significa politica, democrazia.
Chi
governa la nostra sanità, affidata ad un'"azienda"?
Il
Presidente della Provincia democraticamente eletto chiede ad un direttore se
non pensa che sia il caso? Cosa lui intenda decidere in merito ad una questione
posta da un amministratore anche lui democraticamente eletto dal popolo?
Sarebbe
davvero il caso che si ragionasse invece con gli Amministratori della Regione,
anche loro espressione della volontà popolare, per poi chiamare il Direttore
Generale per comunicargli cosa sia deciso dai rappresentanti del popolo, che
tra l'altro i costi del Sistema Sanitario Nazionale è lui a pagare, compreso lo
stipendio del Direttore Generale, ne è il proprietario.
Traspare una sorta di complesso di inferiorità, di sudditanza, della politica, verso i "Direttori Generali".....
Traspare una sorta di complesso di inferiorità, di sudditanza, della politica, verso i "Direttori Generali".....
Arrigo
Antonellini
SENZA UNA STRATEGIA PER IL TURISMO
di FILIPPO DONATI* È ancora l'inerzia la protagonista del settore turistico nel
2015. I dati appaiono noiosi, privi di
spunti che possano dare la sensazione di
un settore 'gestito', organizzato e coordinato. Siamo alle solite, misuriamo un
anno sull'altro (dimenticando il tremendo luglio 2014. quasi monsonico dal
punto di vista delle giornate di pioggia). Si confrontano i dati 2015 con
quelli '2014 come se avessimo cominciato
a interessarci di turismo solo da un anno. Nessun accenno allo storico. Nelle altre città d'arte si intravvedono segni
di interesse politico, strategie e
analisi del settore. Una componente straniera di poco superiore al 25% non è un
pò ' poco per una candidata a Capitale
europea della Cultura ? Non è un po' poco per continuare a dire che Rauenna è conosciuta in tutto il mondo? Non è un po'poco
per non capire che servono alleanze con i territori limitrofi? ~ SERVE
concertazione, e mentre parlo di concertazione vengo invitato dal Comune a
Praga a presentare Ravenna, così, "come fossimo un isoletta nell'Oceano
Pacifico. A Praga serve andare con Comacchio. con Cervia e Cesenatico, con
Faenza e Bagnacauallo... serve fare capire la nostra posizione strategica tra
Venezia, Bologna e Firenze: al turista non interessano i confini amministrativi.
E a Praga cosa andremo a raccontare per chi vorrà uenirci a visitare e
atterrerà all’ aeroporto di Bologna? Che
forse ci sarà una navetta per Ravenna? Che
dovranno prendere un bus per la stazione di Bologona e poi aspettare e
aspettare fino a quando, dopo 80 minuti (per 60 Km), arriveranno a Ravenna? E
che se poi vorranno andare a firenze dovranno tornare a bologna o oimbarcarsi
in un’avventura fino a Faenza? Ho parlato d statistiche senza fare numeri: a
Ravenna in questo momento i numeri ono servono e non serviranno fino a quando
non tratteremo il turismo come un vero settore economico e non come un vettore inerziale
che “ tanto la gente vieene”. E avanti con 2016, sperando chel’economia giri,
il tempo tenga e che tutti si continui a sorridere, anche senza sapere per
osa. *Filippo donati Presidente
nazionale Assohotel
PS. Quanto afferma Donati è la battaglia sostenuta in consiglio provinciale da Forza Italia in
questi ultimi dieci anni,purtroppo
sempre inascoltati dal PD e la sinistra. Vincenzo Galassini consigliere
provinciale Forza Italia Ravenna
CONSUNTIVO TURISMO (ARRIVI E PRESENZE) ANNO 2015: MALE BRISIGHELLA, NONOSTANTE I TANTI SERVIZI TELEVISIVI, CASOLA VALSENIO E FAENZA, BENE RIOLO TERME.
Le
statistiche complete www.ravennaintorno.it/Operatori/Statistica-turistica/Arrivi-e-presenze/Anno-2015
Nonostante la promozione
televisiva il turismo a Brisighella e nella collina della Romagna Faentina non
decolla anzi a Brisighella continua a diminuire. Il Parco della Vena del Gesso,
dal notevole costo finanziario, sempre in primo piano, porta solo turisti di
passaggio non si fermano sono turisti “fuggi” nei percorsi fuori di Brisighella.
A Brisighella i musei chiusi attrezzati solo con pannelli pubblicitari (vedi
torre Orologio) o il guado della Moreda,
nonostante i notevoli costi finanziari della Regione, non rilanciano il
turismo, ma i nostri amministratori sono felici e sorridono…………
Vincenzo Galassini
consigliere provinciale Forza Italia Ravenna
sabato 23 gennaio 2016
RENZI ALLARGA LA MAGGIORANZA CON ALA (VERDINI) RIPAGATI CON TRE VICE PRESIDENTI DI COMMISSIONI, NESSUNA NOVITA’ CHI LASCIA LO FA PER POTERE: VERGOGNA
L'alfaniano eletto come
previsto nei possibili equilibri per un rimpasto di governo che sarà concluso
nelle prossime settimane. Ma la notizia è l'elezione dei tre verdiniani.
Romani: "Prendiamo atto della nuova maggioranza". Pietro Langella è
stato nominato "vice" alla Bilancio, Giuseppe Compagnone alla Difesa
e Eva Longo alle Finanze. Tutti sono stati eletti in quota maggioranza. "Abbiamo
ottenuto tre vicepresidenze - esulta il capogruppo al Senato, Lucio Barani -
tutte molto votate". La mossa di Matteo Renzi, come fa
giustamente notare il capogruppo dei senatori azzurri Paolo Romani, sancisce
l'ingresso di Ala in maggioranza. "Non avevamo dubbi al riguardo
- commenta - oggi c'è stata una ratifica formale". In realtà l'accordo raggiunto sulle
vicepresidenze in commissione fa più male al Pd che alle opposizioni. Ieri
il voto degli uomini di Denis Verdini al Senato, decisivo ai fini del
raggiungimento della maggioranza assoluta. Oggi la elezione di tre vice
presidenti delle commissioni al Senato appartenenti al gruppo Ala. La decisione
di Renzi ha fatto infuriare la minoranza dem. "Forse è il caso
che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il
governo e che comprende anche Verdini - ha detto Roberto Speranza -e è così si
deve aprire un dibattito pubblico e in parlamento". Pier Luigi Bersani
ha subito rincarato la dose: "Non accetterei mai uno snaturamento del
Pd così evidente e palese. Il Pd non può diventare l'indistinto dove tutto si
ammucchia. Queste pensate tattiche e trasformistiche sono destinate a essere
spazzate via". Il deputato di Sinistra Italiana Alfredo D'Attorre
sfida i parlamentari del Pd che nelle settimane scorse hanno ripetutamente
ribadito l'incompatibilità di Verdini con il progetto del Partito Democratico: "E
invece Verdini viene ricompensato della sua 'affiliazione' al progetto
Renzi-Boschi con l'assegnazione di tre poltrone al Senato e l'ingresso
ufficiale in maggioranza". Nicola Fratoianni: “Hanno
devastato la Costituzione con i voti dei verdiniani e dei senatori dell’ex
leghista Tosi e a meno di 24 ore le indiscrezioni riportano del mercato in
corso per ottenere posti di comando nelle Commissioni al Senato, naturalmente
con i senatori di Verdini protagonisti. Insomma le istituzioni trattate come un
suk”. Ha una spiegazione alternativa il capogruppo di Ala Lucio Barani:
“Con una decisione anti-democratica siamo stati esclusi dalle altre minoranze.
La maggioranza ha sanato questa decisione”. Chi invece è pienamente in
maggioranza è l’avvocato-senatore dell’Ncd Nico D’Ascola, nuovo
presidente della commissione Giustizia. La sua elezione, attesa, non è stata
una passeggiata.
OMICIDIO STRADALE, GOVERNO BATTUTO IN AULA; IMPEGNO FORZA ITALIA, LA CONSULTA “SBLOCCA ITALIA” INCOSTITUZIONALE.
Approvato un
emendamento di Forza Italia sull'omicidio stradale. Ieri il sì al Senato solo
grazie al voto dei verdini ani,
Chiara Sarra - Mentre Matteo Renzi gongola e si
vanta del voto sulle riforme e del varo dei decreti sulla riforma della Pa, in
Parlamento la situazione è tutt'altro che rosea per la maggioranza.
Se ieri il "sì"
al Senato è stato raggiunto solo grazie ai voti dei verdiani e dei tosiani (la
maggioranza non raggiungeva da sola i 161 sì necessari ad approvare la
riforma), oggi alla Camera il governo
è andato sotto nel voto sull'omicidio
stradale. È stato approvato a scrutinio segreto, infatti, un
emendamento di Forza Italia al provvedimento con 247 sì e 219 no, malgrado il
parere contrario di Palazzo Chigi.
L’emendamento, firmato da
Francesco Paolo Sisto, prevede che "il conducente che si fermi e
occorrendo presti assistenza a coloro che hanno subito danno alla persona,
mettendosi direttamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria,
quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose, non è
soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato". In pratica:
chi si ferma a soccorrere l'investito, non verrà arrestato. Ettore Rosato del
Pd aveva chiesto, invano, all’Aula di respingere l’emendamento per consentire
alla proposta di legge di giungere oggi al via libera definitivo. Il
provvedimento dovrà invece ritornare al Senato per diventare legge.
"Si apre un problema
politico per il governo e per la maggioranza", ha fatto notare Renato Brunetta,
"Questo voto non può passare inosservato. Chiedo sia aperta una
riflessione"
QUALITA’ DELL’ARIA: SCADENTE, SOLO LA COLLINA ACCETTABILE
E’ letteralmente precipitata la qualità dell’aria in
tutta la provincia di Ravenna e Faenza non è immune dalla situazione di
disagio. In città sono stati registrati ben 38 ng/mc di PM10, praticamente il
triplo di inizio settimana, e per oggi Faenza è attesa un’aria definita
“scadente”. Per poter respirare bene e trovare la prima aria ‘accettabile’
occorre salire sulle colline almeno sopra Brisighella.
BERLUSCONI FU ATTACCATO PERCHE’ AUTONOMO. MATTEO PAGA L’IMPREPARAZIONE E L’ARROGANZA
«La realtà è che Renzi è
unfit to lead, incapace di governare». Questa è la fotografia che Renato Brunetta, capogruppo di Forza
Italia alla Camera, scatta all’impressionante serie di attacchi rivolti
dall’Ue al Presidente del Consiglio. «Se Juncker, venerdì, ha fatto quelle
dichiarazioni così aspre –spiega Brunetta- vuol dire che aveva il consenso
della Merkel e di Hollande. È una persona accorta, non farebbe mai uscite così
forti a titolo individuale. Tutto ciò vuol dire che l’Italia è all’angolo, e
dobbiamo dire grazie solo a Renzi».
Dove ha
sbagliato Renzi?: «Si è trastullato tra l’Italicum, la riforma
costituzionale, gli 80 euro, il finto jobs act, e non ha realizzato le cose
fondamentali, come la ricapitalizzazione delle banche, che la Germania e altri
Paesi hanno fatto. Ora è troppo tardi, e dopo l’entrata in vigore del bail in
le nostre banche sono fragili e contendibili. A ciò si aggiunga la situazione
politica, con i partner europei che non fanno più toccar palla al nostro
premier.
Juncker e
Weber a testa bassa. Sono avvisi di sfratto?: «Assolutamente sì. Mancano
gli interlocutori giusti. Questo è il governo dell’uomo solo al comando, il
povero Padoan e il povero Gentiloni ormai sono poco più che funzionari. Renzi
ha portato avanti una linea di arroganza solitaria, e queste cose poi si
pagano. Lo ha mollato persino la Mogherini, per la cui nomina lui si era
svenato. Ma lo hanno mollato gli Usa e Putin. A me non piace quest’Europa della
Merkel, di Juncker, di Hollande. Ma mi piace ancor meno Renzi che sta facendo
pagare all’Italia un prezzo altissimo».
Quanto
rischiamo?: «Renzi ci porta verso il baratro. Se le banche collassano, se i
risparmiatori fuggono, con la speculazione che non aspetta altro di avventarsi
sul nostro sistema bancario, siamo davvero vicini al precipizio. Altro che
ripresa! Con la legge di stabilità è tutta in deficit, noi dovremmo fare tra
pochi mesi, in primavera, una manovra correttiva tra i 5 e gli 8 miliardi. Per
poi attestare la prossima legge di stabilità per il 2017 tra i 50 e gli 80
miliardi».
mercoledì 20 gennaio 2016
GALASSINI FI: AREA VASTA ROMAGNA, FAENZA CON RAVENNA MEGLIO FORLI. IL PRESDIENTE CASADIO ACCETTA LA PROPOSTA, SE NE PARLERA’ NEL PROSSIMO CONSIGLIO PROVINCIALE CON LA PRESENZA DEL DIRETTORE ASL AREA VASTA!
La sinistra sta cambiando
tutta la politica istituzionale e infrastrutturale decisa da decenni con la
proposta Delrio di eliminare l’importante opera dell’E55 e la riforma
istituzionale,
La proposta di una vasta area Romagna per le
Camere di Commercio sembra svanire dopo la proposta che le due Camere di commercio di Ravenna e Ferrara contro la fusione con Forli/Cesena e Rimini.
Nella scelta ravennate forse c’è una logica: Ravenna e Ferrara sono sull'asse dell’ Adriatica e
Comacchio intende allearsi istituzionalmente! I Comuni della Romagna Faentina hanno come loro
perno l'asse della via Emilia e di
questo non possono fare a meno. Infatti è nato un progetto di sviluppo
turistico tra Faenza e Imola con la
costituzione di una società parapubblica fra le due realtà. L'Unione dei Comuni
della Romagna Faentina fa perno sulla
via Emilia. Quindi la Romagna
Faentina non può non fare riferimento
alla Camera di Commercio Forli-Rimini. Anche gli studi istituzionali per le
elezioni dei deputati prevede che Faenza sia legato a Bologna, disminunendo il
valore aggiunto faentino;
In questa logica una riflessione
sull’ dell’ area vasta Romagna. Sono state create 3 subaree, Ravenna (comprendente Lugo e Faenza); Cesena-Forli,
Rimini a senso che Faenza, debba
continuare ad andare a Ravenna? Scomodo sotto tutti gli aspetti non sarebbe
meglio a Forlì-Vecchiazzano che si raggiunge con 15 minuti di auto! Pur non condividendo
la politica istituzionale del Pd ravennate che ha vinto le elezioni regionali
con il 40% dei votanti e il 40% dei consensi che rappresenta solo il 18% degli aventi diritto , CHIEDO: Viste le modifiche del PD sulle
politiche istituzionali, il consiglio provinciale di Ravenna faccia una RIFLESSIONE per l’interesse dei cittadini per un migliore
utilizzo dei servizi erogati per il turismo, istituzionale, Camere di commercio
e in particolare per la Sanità da
inserire con Faenza, nell’asse della via
Emilia con Forli investendo nella discussione i consigli comunali delle zone
interessate. Vincenzo Galassini
Consigliere Provinciale Ravenna FORZA ITALIA
LA COMUNITA’ DI SAN AGATA SUL SANTERNO SALUTA ANOTONIO AMADEI
Il
Pavaglione - Grande festa per l’ex sindaco al centro
sociale Ca’ di cuntadèn a Sant'Agata
Grande festa quella che si è tenuta sabato sera alla Ca’ di Cuntadèn per salutare e ringraziare l'Ing. Luigi Antonio Amadei, che ha concluso nel 2015 la sua esperienza amministrativa nel Comune di Sant’Agata sul Santerno.
Grande festa quella che si è tenuta sabato sera alla Ca’ di Cuntadèn per salutare e ringraziare l'Ing. Luigi Antonio Amadei, che ha concluso nel 2015 la sua esperienza amministrativa nel Comune di Sant’Agata sul Santerno.
L’iniziativa è
stata organizzata dal sindaco Enea Emiliani insieme Consiglio comunale unito
per ringraziare Amadei per l'impegno dedicato al paese di Sant’Agata in tutti
questi anni come amministratore.
“Un tributo ricevuto da parte di
amici, ma anche da avversari politici, a testimonianza dello spessore della sua
figura, riconosciuta anche oltre i confini del piccolo comune come una persona
seria, onesta e trasparente - ha ricordato Enea Emiliani -. Tanta l'emozione
nel salutare e ringraziare un amministratore appassionato e capace, che ha
saputo cogliere tutte le opportunità per rendere Sant’Agata un paese attraente
e moderno”.
Amadei, coerentemente con gli
impegni assunti in campagna elettorale, ha accompagnato il sindaco Enea
Emiliani nei primi mesi dal suo insediamento, come assessore esterno, e ha poi
presentato le proprie dimissioni il 31 dicembre 2015. Al suo posto è subentrata
la dottoressa Elisa Sgaravato.
IL LIONS PREMIA I PILOTI CAMPIONI DEL FAENTINO. BENEFICENZA DUE DEFIBRILLATORI DONATI ALLE PALESTRE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE DI BRISIGHELLA
FAENZA. Francesco Donati- "Rombi nelle valli faentine": questo il titolo del primo meeting dell'anno organizzato dal Lions club Valli faentine al ristorante
Villa Rotonda. E' stata una serata dedicata al mondo dei motori e alla passione
per la velocità a due e quattro ruote,
passione molto radicata in Romagna, a Faenza e nelle sue valli, dove non mancano
i campioni italiani e altri personaggi di spicco in diverse discipline. Ospiti
dell'incontro erano infatti il pilota collaudatore della Lamborghini Dinamica
Veicoli, Nicolo Piancastelli di
Brisighella, il faentino Ivan Argnani,
campione tricolore di quadcountry, e Marco
Lolli, campione italiano under 21 di motocross categoria Mxl. Coordinati
dal giornalista sportivo Luigi Rivola i tre ospiti hanno mostrato durante
una cena conviviale le loro esperienze, hanno raccontato le emozioni e parlato
dei progetti in cantiere. Il meeting è servito al presidente dei Lions, Gianluigi Vignoli, per comunicare la
donazione di due defibrillatori per le palestre delle scuole medie ed elementari
di Brisighella. Il club opera da oltre 25 anni sui territori dei comuni di Faenza,
Brisighella, Marradi, Modigliana e Tredozio con progetti di volontariato e
beneficienza a favore di giovani, scuole, anziani, persone diversamente abili,
sport, salute e ambiente. "Rombi nelle
valli faentine" ha voluto rendere omaggio ai campioni m carica e ai personaggi
che tengono alto il valore della Romagna nei vari circus delle gare
motoristiche. Si è trattato di un'iniziativa che si aggiunge alle tante altre
realizzate nei mesi scorsi, ultima delle quali il concerto gospel servita a
raccogliere fondi per l'acquisto di un cane guida per un non vedente, (f.d.)
martedì 19 gennaio 2016
SILENZIO DEL PD SUL CASO CTF
Continua il silenzio del
PD e del Sindaco sulla vicenda dello scalo merci, dopo il crac della CTF, su
cui poggiava tutto il progetto. Il problema é grave perché occorre trovare un altro soggetto attuatore, al posto
della CTF, che sia anche in grado di rispettare le varie scadenze previste
dagli atti con il Comune e, soprattutto, con le Ferrovie. E poi ci sono i
debiti della società CSM che verranno scaricati sui cittadini, con qualche
alchimia ancora da studiare. E già, le Ferrovie: per dieci anni NESSUNO le
aveva contattate per chiedere di entrare nel progetto (che le FS NON VOLEVANO,
perché c'è già quello di Lugo), poi le hanno convinte a far passare il binario
sui terreni e in contemporanea, guarda i casi della vita come sono strani,
Casadio rese edificabile il terreno del vecchio scalo merci a lato della
stazione per una idonea "valorizzazione" con abitazioni e uffici. Nel frattempo che il PD/Malpezzi trovi la
soluzione i carri escono da via Filanda Nuova, con danno per tutti gli abitanti
della zona. Inoltre alcuni privati espropriati dei loro terreni hanno fatto
causa al Comune per chiedere i danni: nessuna opera pubblica ? allora mi devi
risarcire.
Insomma:-nessuna
impresa di trasporto faentina è interessata allo scalo merci
-la
CTF non c'è più
-il
CSM ha debiti milionari
-non
si trova un nuovo soggetto attuatore
-le
FS vogliono cementificare/vendere il terreno del vecchio scalo merci
-ci
sono cause in tribunale
-quelli
della Filanda Nuova sono incazzati
-scadono
i vari termini previsti dagli accordi.
Ah
dimenticavo: con la crisi hanno chiuso molte aziende, riducendo i volumi ed i
margini per il trasporto dei prodotti, il terminal di Lugo va benissimo, quelli
di Forlì hanno aperto un loro scalo merci.
Sono curioso di vedere la soluzione di Malpezzi: o fa intervenire Ravenna Holding o il Conami, ma in cambio di cosa ?
Sono curioso di vedere la soluzione di Malpezzi: o fa intervenire Ravenna Holding o il Conami, ma in cambio di cosa ?
Nel
frattempo tutti noi dovremo mettere da parte qualche soldo perché per pagare il
disastro ci aumenteranno le tasse oppure ci ridurranno ancora qualche servizio.
La
situazione è grave, ma non è seria.
LA LEGGE PER MANDARE A CASA I DIPENDENTI PUBBLICI CHE NON LAVORANO C’E’ GIA’ E DEVE ESSERE APPLICATA: E’ LA LEGGE BRUNETTA
La Legge per mandare a casa e licenziare definitivamente i dipendenti pubblici che non lavorano c’è già e deve soltanto essere applicata: è il decreto legislativo 150 del 27 ottobre 2009, che attua la legge 15 del 4 marzo 2009, la cosiddetta legge Brunetta.
Norma chiara e trasparente che elenca una per una le tipologie di infrazioni che comportano il licenziamento per i dipendenti pubblici «furbi». Proprio quelli su cui vuole intervenire il governo Renzi
Parola di Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera ed ex ministro Pd: «Per amore di verità dobbiamo dare ragione a chi sostiene che già esistono leggi che prevedono il licenziamento nella Pubblica Amministrazione. Si tratta del Decreto legislativo 150 del 2009 dell’allora ministro Brunetta.
La truffa del cartellino di presenza è specificatamente prevista e sanzionata. Il problema non è, quindi, quello di fare nuove leggi-fotocopia, ma domandarsi perché quelle esistenti non hanno funzionato nonostante il fatto che siano del tutto chiare».
In effetti, il decreto legislativo 150/2009 (legge Brunetta) ha significativamente modificato l’assetto previgente in tema di provvedimenti disciplinari.
In particolare, il decreto ha previsto:
la garanzia dell’applicazione della sanzione del licenziamento per le infrazioni più gravi;
la punizione degli assenteisti e di tutti coloro che li supportano;
GIUSTA LA DENUNCIA DI MANCATA TRASFARENZA ALL’INTERNO DEL PORTO DI RAVENNA E GLI INTRECCI POLITICI ED ECONOMICI CHE GIRANO ATTORNO ALLA SAPIR DI BUCCI
"Da molti osservatori
della politica locale ormai è chiaro che gran parte dello scontro politico per
le prossime amministrative passerà dal porto di Ravenna" - ha affermato
Maurizio Bucci nella conferenza stampa di ieri, sabato 16 gennaio. "Per
una parte della opinione pubblica si tratta e si è trattato di uno scontro personale: da
una parte il presidente della Autorità Portuale Galliano di Marco, nominato dalla dirigenza
del PD tramite Comune, Provincia e Camera di Commercio, e dall’altra il
presidente di Confindustria Guido
Ottolenghi, che ha trovato in appoggio proprio gli stessi
soggetti del PD che in precedenza lo avevano nominato".
"Il tema è sul dragaggio dei fondali - ha
continuato Bucci - indispensabile per il rilancio e la competitività del porto
di Ravenna: dove riporre i fanghi, una operazione con un investimento di oltre
200 milioni di euro. I cittadini sono così venuti a conoscenza di termini come
“Progettone”, logistiche con varie numerazioni, casse di colmate a terra o a
mare e poi del ruolo di Sapir nella vicenda. La lista civica La Pigna è
stata la prima ad avviare l’azione trasparenza, ritenendo che dagli intrecci
economici all’interno di Sapir e dal ruolo che la stessa opera all’interno del
porto si nascondano le reali motivazioni che hanno portato allo scontro. Non
divergenze di opinioni e questioni personali, bensì interessi economici e
incarichi politici che l’azione del presidente Di Marco hanno fatto
emergere".
"E’ partendo da Sapir
- sottolinea Bucci - società che per quanto ci riguarda non dovrebbe avere soci
gli enti pubblici perché impresa portuale esercente l’attività terminalistica,
e quindi esclusivamente commerciale, che intendiamo porre alla conoscenza dei cittadini
ravennati gli intrecci che la investono. Che cosa centrano gli
enti locali con l’attività di impresa portuale? Nulla, ma la presenza serve a
garantire da una parte incarichi ben retribuiti ai vari soggetti politici che
negli anni si susseguono, dall’altra il sostegno di pochi soggetti
imprenditoriali, che pur essendo competitori della società, di fatto la
gestiscono impedendo l’ingresso di nuovi operatori".
COME E’ GESTITA SAPIR
Secondo quanto riferisce
Bucci, "Sapir spa è gestita da un Sindacato di voto tra:
1) Comune di Ravenna, attraverso Ravenna Holding proprietaria del 18,531%;
1) Comune di Ravenna, attraverso Ravenna Holding proprietaria del 18,531%;
2) Provincia di Ravenna,
socia al 9,956%;
3) Camera di Commercio,
proprietaria dell’11,071%;
4) Argentario spa e
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, proprietarie del 14,076%;
SINDACO TEDESCO SPEDISCE 31 PROFUGHI SOTTO CASA MERKEL A BERLINO: “NON NE POSSO PIU’”
A ottobre, Peter Dreier le aveva urlato al telefono: «Non ce la facciamo», facendosi beffa del suo slogan più famoso. E aveva minacciato di spedirle i profughi a Berlino. Angela Merkel era stata irremovibile: «Se lei mi manda i suoi rifugiati, dovrò rispedirli in Grecia». Ma stamane il governatore di Landshut, circondario (una sorta di provincia) della Bassa Baviera, ha concretizzato la sua minaccia.
Dreier ha fatto salire 31 profughi su un bus e li ha fatti partire per Berlino. Dreier vuole incontrare Merkel e consegnarle i siriani di persona. Lei, ovviamente, non ci sarà. Ma secondo fonti vicine al sindaco, l’intento è quello di far capire all’opinione pubblica che non si risolve il problema dei profughi pensando che con l’inverno ne arrivino meno: «C’è un ingorgo: quelli dei mesi scorsi stanno ancora lì. Non ne possiamo più».
Prima della partenza pare che la ministra per gli Affari sociali bavarese, Emilia Mueller, abbia chiamato Dreier per dissuaderlo dal mettere in atto la sua provocazione. Mueller avrebbe anche minacciato azioni legali. Ma il sindaco è convinto di non aver infranto la legge: ha pagato la spedizione di tasca sua.
TERRORISMO ISLAMICO: PERCHE’ NON ESISTE IN GIAPPONE
Negli ultimi anni, oltre
alla crisi economica, il mondo ha dovuto affrontare anche il problema emergente
dell’estremismo islamico
e, per confermare ciò, basta dare un’occhiata ai numeri sempre più crescenti
degli attacchi terroristici
nel mondo.
Dal 2011, con la comparsa
sulla scena mondiale dell’ISIS,
il numero delle vittime degli attacchi di fattrice islamica è nettamente
cresciuto, assieme alla quota di Musulmani
nel terrorismo mondiale che è sempre più in costante avvicinamento al 100%.
Nel 2013, secondo il
Dipartimento di Stato Statunitense, un totale di 9.707 attacchi di origine terrorista è avvenuto in tutto
il mondo, provocando più di 17.800 morti e più di 32.500 feriti. In aggiunta,
più di 2.990 persone sono scomparse o sono state prese in ostaggio. Le
informazioni riguardo i perpetratori sono state riportate, dal materiale di
base, per il 32% degli attacchi terroristi nel 2013.
E di questo 32%, solo tre
gruppi terroristici musulmani, i Talebani, ISIS e Boko Haram, sono stati ritenuti responsabili di
5.655 morti, all’incirca del 31.76 percento. Ciò vuol dire che della prima percentuale
la stragrande maggioranza sono state perpetrate da soli tre gruppi terroristici, ossia più
del 50% che esiste in questo mondo sempre più turbolento.
A questo punto sembrerebbe
che non ci sia un singolo Paese dove i musulmani non possano innalzare le
proprie bandiere, invece no! Esiste uno Stato abbastanza singolare, non uniforme al pietismo
che oramai prevale sempre di più nel continente americano ed europeo, dove non
è stato finora perpetrato un attacco
terroristico sul proprio suolo.
Il nome di questo Paese è
il Giappone.
Ovviamente, si penserà che
il Giappone ha raggiunto questo risultato attraverso politiche d’integrazione
super efficaci, attraverso l’utilizzo delle più avanzate tecnologie ed
assegnando miliardi di yen nella costruzione di centinaia di moschee e di
scuole islamiche in tutto il territorio nazionale, vietando il maiale nei
luoghi pubblici, introducendo ore separate per maschi e femmine nelle piscine,
con i dottori maschili che non osano toccare i genitali delle loro pazienti, le
donne musulmane che ottengono un immenso aiuto sociale ogni volta che hanno un
figlio, i tribunali della Sharia introdotti nel sistema giudiziario giapponese
ed, infine, il Corano che viene considerato come un testo sacro.
Niente di tutto questo. La
soluzione a tale rompicapo è tanto semplice, quanto efficace: il Giappone è semplicemente chiuso ai
musulmani, non nel senso che sono banditi, ma che il numero di
permessi dati alle persone provenienti dai Paesi islamici è molto basso.
Ottenere un visto di lavoro non è facile per chi professa la religione di
Maometto, anche se sono fisici, ingegneri e manager mandati da compagnie
straniere che sono attive nella regione.
Come risultato, il
Giappone è un “Paese senza
musulmani”.
Ufficialmente il Giappone
vieta di esortare le persone ad adottare la religione dell’Islam, e qualsiasi
musulmano che incoraggi ciò è visto come proselite di una cultura straniera indesiderabile.
I
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