sabato 23 gennaio 2016

BERLUSCONI FU ATTACCATO PERCHE’ AUTONOMO. MATTEO PAGA L’IMPREPARAZIONE E L’ARROGANZA


«La realtà è che Renzi è unfit to lead, incapace di governare». Questa è la fotografia che Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, scatta all’impressionante serie di attacchi rivolti dall’Ue al Presidente del Consiglio. «Se Juncker, venerdì, ha fatto quelle dichiarazioni così aspre –spiega Brunetta- vuol dire che aveva il consenso della Merkel e di Hollande. È una persona accorta, non farebbe mai uscite così forti a titolo individuale. Tutto ciò vuol dire che l’Italia è all’angolo, e dobbiamo dire grazie solo a Renzi».
  Dove ha sbagliato Renzi?: «Si è trastullato tra l’Italicum, la riforma costituzionale, gli 80 euro, il finto jobs act, e non ha realizzato le cose fondamentali, come la ricapitalizzazione delle banche, che la Germania e altri Paesi hanno fatto. Ora è troppo tardi, e dopo l’entrata in vigore del bail in le nostre banche sono fragili e contendibili. A ciò si aggiunga la situazione politica, con i partner europei che non fanno più toccar palla al nostro premier.
  Juncker e Weber a testa bassa. Sono avvisi di sfratto?: «Assolutamente sì. Mancano gli interlocutori giusti. Questo è il governo dell’uomo solo al comando, il povero Padoan e il povero Gentiloni ormai sono poco più che funzionari. Renzi ha portato avanti una linea di arroganza solitaria, e queste cose poi si pagano. Lo ha mollato persino la Mogherini, per la cui nomina lui si era svenato. Ma lo hanno mollato gli Usa e Putin. A me non piace quest’Europa della Merkel, di Juncker, di Hollande. Ma mi piace ancor meno Renzi che sta facendo pagare all’Italia un prezzo altissimo».
  Quanto rischiamo?: «Renzi ci porta verso il baratro. Se le banche collassano, se i risparmiatori fuggono, con la speculazione che non aspetta altro di avventarsi sul nostro sistema bancario, siamo davvero vicini al precipizio. Altro che ripresa! Con la legge di stabilità è tutta in deficit, noi dovremmo fare tra pochi mesi, in primavera, una manovra correttiva tra i 5 e gli 8 miliardi. Per poi attestare la prossima legge di stabilità per il 2017 tra i 50 e gli 80 miliardi».


  Tradotto?: «Più tasse, più disoccupazione, la fine dei sogni di gloria di Renzi».
  Questa manovra a tenaglia dell’Europa contro Renzi ha delle analogie con quella che subì Berlusconi nel 2011?: «L’attacco speculativo segue la stessa logica. Allora fu messo nel mirino il nostro debito sovrano attraverso lo spread, oggi sono attaccate le banche. Le motivazioni, invece, sono molto diverse. Berlusconi fu attaccato perché autonomo, perché cercava un dialogo sia verso l’Atlantico che verso la federazione russa di Putin, verso la sponda Nord del Mediterraneo tramite il dialogo con Gheddafi e lì fece impazzire sia Merkel che Sarkozy. Renzi invece paga la sua arroganza e impreparazione. E poi il governo Berlusconi nasceva da un trionfo elettorale, quello Renzi da una congiura di Palazzo».
  Come andrà a finire?: «Prevedo un collasso a breve di Renzi, che cadrà come un pugile suonato. Non serve neanche un pugno, visto che ne ha già presi tanti».
 E poi?: «Cadranno la cattiva riforma elettorale e la cattiva riforma costituzionale. E starà alla saggezza del Presidente della Repubblica far sì che la democrazia riprenda il suo corso».
Pietro De Leo

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