«La realtà è che Renzi è
unfit to lead, incapace di governare». Questa è la fotografia che Renato Brunetta, capogruppo di Forza
Italia alla Camera, scatta all’impressionante serie di attacchi rivolti
dall’Ue al Presidente del Consiglio. «Se Juncker, venerdì, ha fatto quelle
dichiarazioni così aspre –spiega Brunetta- vuol dire che aveva il consenso
della Merkel e di Hollande. È una persona accorta, non farebbe mai uscite così
forti a titolo individuale. Tutto ciò vuol dire che l’Italia è all’angolo, e
dobbiamo dire grazie solo a Renzi».
Dove ha
sbagliato Renzi?: «Si è trastullato tra l’Italicum, la riforma
costituzionale, gli 80 euro, il finto jobs act, e non ha realizzato le cose
fondamentali, come la ricapitalizzazione delle banche, che la Germania e altri
Paesi hanno fatto. Ora è troppo tardi, e dopo l’entrata in vigore del bail in
le nostre banche sono fragili e contendibili. A ciò si aggiunga la situazione
politica, con i partner europei che non fanno più toccar palla al nostro
premier.
Juncker e
Weber a testa bassa. Sono avvisi di sfratto?: «Assolutamente sì. Mancano
gli interlocutori giusti. Questo è il governo dell’uomo solo al comando, il
povero Padoan e il povero Gentiloni ormai sono poco più che funzionari. Renzi
ha portato avanti una linea di arroganza solitaria, e queste cose poi si
pagano. Lo ha mollato persino la Mogherini, per la cui nomina lui si era
svenato. Ma lo hanno mollato gli Usa e Putin. A me non piace quest’Europa della
Merkel, di Juncker, di Hollande. Ma mi piace ancor meno Renzi che sta facendo
pagare all’Italia un prezzo altissimo».
Quanto
rischiamo?: «Renzi ci porta verso il baratro. Se le banche collassano, se i
risparmiatori fuggono, con la speculazione che non aspetta altro di avventarsi
sul nostro sistema bancario, siamo davvero vicini al precipizio. Altro che
ripresa! Con la legge di stabilità è tutta in deficit, noi dovremmo fare tra
pochi mesi, in primavera, una manovra correttiva tra i 5 e gli 8 miliardi. Per
poi attestare la prossima legge di stabilità per il 2017 tra i 50 e gli 80
miliardi».
Tradotto?: «Più
tasse, più disoccupazione, la fine dei sogni di gloria di Renzi».
Questa
manovra a tenaglia dell’Europa contro Renzi ha delle analogie con quella che
subì Berlusconi nel 2011?: «L’attacco speculativo segue la stessa logica.
Allora fu messo nel mirino il nostro debito sovrano attraverso lo spread, oggi
sono attaccate le banche. Le motivazioni, invece, sono molto diverse.
Berlusconi fu attaccato perché autonomo, perché cercava un dialogo sia verso
l’Atlantico che verso la federazione russa di Putin, verso la sponda Nord del
Mediterraneo tramite il dialogo con Gheddafi e lì fece impazzire sia Merkel che
Sarkozy. Renzi invece paga la sua arroganza e impreparazione. E poi il governo
Berlusconi nasceva da un trionfo elettorale, quello Renzi da una congiura di
Palazzo».
Come andrà
a finire?: «Prevedo un collasso a breve di Renzi, che cadrà come un pugile
suonato. Non serve neanche un pugno, visto che ne ha già presi tanti».
E poi?: «Cadranno
la cattiva riforma elettorale e la cattiva riforma costituzionale. E starà alla
saggezza del Presidente della Repubblica far sì che la democrazia riprenda il
suo corso».
Pietro De Leo
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