Dal Resto del Carlino Maurizio
Marabini - E' ormai realtà la fusione tra le due società di promo-commercializzazione
turistica di Imola (Stai) e Faenza (Terre di Faenza). A fine mese
dovrebbero conoscersi il nome e il numero dei soci dell'ente il cui nome viene
tenuto per ora nascosto. E' molto interessante andare a vedere su cosa la nuova
società opererà. Il punto di partenza dei due territori, che presentano
indubbiamente diverse e importanti analogie strutturali, è l'autodromo. «Sarà il valore aggiunto»,
spiega Giorgio Sagrini, membro del cda di Con.Ami, socio pubblico della futura
società. Il circuito è in posizione baricentrica rispetto a Faenza e Imola, e
attraverso un progetto di rilancio in chiave commerciale - è il progetto -
potrà sempre più esercitare quel ruolo di volano che il territorio reclama. NEL
DOCUMENTO preliminare di Stai e Terre di Faenza si scrive a chiare lettere che
la proposta turistica «prevederà visite guidate in autodromo e annesso Museo, utilizzo dei
simulatori, giro di pista con navetta e alla guida di auto, corsi di guida
sicura». Ma intorno al circuito c'è moltissimo: il turismo naturalistico (con
la Vena del Gesso), quello sportivo (con il cicloturismo e la componente golf,
presente a Castel San Pietro e Riolo Tenne), il turismo termale e del benessere
(oltre ai due centri appena citati c'è anche Brisighella); il turismo
enogastronomico, dall'Enoteca Regionale di Dozza, al Museo all'aperto dell'olio
Brisighello Dop, dalla patria dello scalogno Igp (Riolo) al Giardino delle erbe
di Casola Valsenio; poi bisogna tenere presente il turismo dei motori, che
oltre al circuito imolese comprende la sede faentina della scuderia di FI Toro
Rosso; poi il turismo legato alla cultura e alla ceramica (dall'industria ai
musei, in particolare il Mic). Il tutto tenendo come interlocutori la Romagna
intera e la Città Metropolitana, ben sapendo poi che la Motor Valley (di cui
Imola a Faenza fanno ovviamente parte) si estende ben oltre Bologna (la Ferrari
è a Maranello) e tocca l'Adriatico con il circuito di Misano. A Imola la ricettività è concentrata nel settore alberghiero, con 37 strutture su un totale di 151; i posti
letto complessivi sono 3359. La ricettività del Faentino si appoggia sopratutto sull'extraalberghiero, con 137 strutture e 22 alberghi. I posti letto
complessivi sono 3094, in linea con
quelli dell'Imolese (1670 sono nell'extraalberghiero, ovvero b&b e agriturismi).
Le presenze turistiche sono state 278.988
nel'Imolese nel corso del 2014, e 222.477 nello stesso anno nel Faentino. Numeri
analoghi. L'obiettivo è farli crescere, presto e bene. Maurizio Marabini
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