sabato 16 gennaio 2016

IL SEDICESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI BETTINO CRAXI


Martedì 19 gennaio ricorre il sedicesimo anniversario della morte di Bettino Craxi uno degli statisti italiani più illuminati e lungimiranti del nostro secolo uno degli interpreti più autentici e coerenti dell’impegno per l’affermazione della modernizzazione del nostro paese, l’interprete più originale ed autorevole, negli ultimi trentasette anni di vita politica italiana. Il ricordo di Craxi accade, quest’anno, nell’attualità del renzismo in Italia continua a non esserci né a Milano né a Roma neppure una via dedicata al premier socialista. Matteo Renzi da sindaco negò l'intitolazione di una via a Craxi anche a Firenze e nell'ottobre scorso in occasione della presentazione del film “Notte di Sigonella”Matteo Renzi, il premier, seppur invitato con tutti i suoi ministri e parlamentari, non ha mandato neppure un telegramma, neppure un usciere come ha detto Stefania Craxi. Il Pd, ex Pci-Pds-Ds prova evidentemente imbarazzo quando si tratta di Bettino Craxi, il premier che in un colpo solo salvò con rapide e sofferte decisioni prese in grande solitudine 500 vite umane (tanti erano i passeggeri sequestrati della nave da crociera Achille Lauro ad opera di terroristi palestinesi); salvò l’onore e la


sovranità nazionale; assicurò alla giustizia italiana i terroristi. Noi concordiamo con le parole di Berlusconi: “Bettino altro che via, si meriterebbe molto ma molto di più. Lui ha rappresentato l’Italia a schiena dritta”. Invece la sinistra e non solo lo derisero, lo insultarono e si resero protagoniste, attraverso i metodi che oggi cominciano ad emergere in tutta la loro odiosa evidenza, del suo esilio dopo averlo ingiustamente indicato come l’unico “capro espiatorio” della corruzione politica in Italia. Oggi PD ed anche grillini anche sulla corruzione potrebbero fare scuola. Con la morte di Bettino Craxi ad Hammamet in Tunisia si spengeva il sogno del socialismo tricolore lasciando un vuoto incolmabile fra i riformisti italiani e chiudendo una importante pagina nella storia del riformismo autonomista, dopo Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Tutti gli anni ripetiamo, inascoltati che lo Stato, le Regioni, ed i Comuni  dovrebbero rendere adeguato omaggio, ad un grande italiano quale Bettino Craxi è stato, contribuendo a ripristinare la verità storica sulla sua vicenda politica ed umana. Dovrebbe essere naturale e doveroso anche per i catto-comunisti che, dopo la caduta del muro di Berlino, dicevano di essersi ravveduti e si richiamavano più volte ai principi del socialismo democratico europeo, del quale Craxi era indubbiamente uno dei più coerenti e moderni interpreti. Ma l’avversario per i cattocomunisti deve essere presentato sempre come un essere malvagio, corrotto ed ingiusto. Fu così per De Gasperi, Scelba, Saragat e Fanfani. E’ stato così, per Silvio Berlusconi. La speranza di questo giorno è che prima o poi l’Italia ufficiale dovrà e vorrà ricordare il grande statista nei modi e nelle forme più appropriate.
Il direttore responsabile Rodolfo Ridolfi

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