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L’unica
colpa è dello Stato. Altro che le compagnie petrolifere.
Oggi la benzina alla pompa potrebbe costarci 44 centesimi al litro. Ma non succederà mai. Mai
il prezzo andrà sotto l’euro. Nemmeno se le compagnie petrolifere, stordite da
un colpo di sole, dovessero iniziare a regalare a destra e a manca l’oro nero.
Questo perché in Italia le imposte, che Matteo
Renzi si guarda bene dal cancellare, gravano sul prezzo di benzina e diesel per oltre
due terzi. Quando andiamo a fare rifornimento, insomma, dobbiamo tener presento
che oltre a riempire il serbatoio della nostra auto, stiamo anche riempiendo le
tasche di uno Stato famelico e incapace di amministrate i nostri soldi. Rispetto
al 2008 il prezzo della benzina al netto delle tasse è inferiore del 18,8%. Il che, come fa
notare Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, si
tramuta in “un rincaro del
31,4% esclusivamente attribuibile alle tasse”. Negli ultimi sette
anni le accise sono, infatti, cresciute del 46% mentre il carico dell’Iva è aumentato del 21,8%. “Nel dicembre 2008 le accise pesavano su un
litro di gasolio per 42,3 centesimi – spiega Rizzo – c’erano poi da sommare
18,53 centesimi di Iva: non il 20 per cento (livello dell’aliquota dell’imposta
sul valore aggiunto allora vigente) rispetto ai 50,34 centesimi che all’epoca
costituivano il prezzo della nafta al netto del carico fiscale, bensì quasi il doppio. Esattamente, il
36,8 per cento”. Questo perché l’Iva viene applicata anche sulle
accise, non solo sul prodotto industriale. Insomma, lo Stato tassa anche le
tasse. Sette anni fa le imposte sulle imposte toccavano i 60,82 centesimi, il
57,4% del totale. Oggi, continua Rizzo sul Corsera,
“si è arrivati a 84,31, e siamo
al 67,4% del totale. Una differenza di quasi 23,5 centesimi per litro, che
proiettata sulle 22 milioni di tonnellate
di gasolio consumate annualmente in
Italia significa per il fisco un maggiore introito di quasi 5,2 miliardi di
euro ogni 12 mesi”.
Tanto per capirci: le tasse sulle tasse valgono da sole circa 3 miliardi di euro
sui consumi totali di gasolio.
Su ogni litro di benzina
le imposte
gravano per 72,8 centesimi. “Se
si aggiunge anche l’Iva, considerando anche in questo caso l’impatto delle
tasse sulle tasse – calcola Rizzo – il peso del prelievo fiscale sfiora un euro
su un costo medio alla pompa di un euro e 421”. Insomma, poco
meno del 70% del prezzo finale va al Fisco, quindi allo Stato. Quindi, non è
così peregrino chiedersi perché sino a ora Renzi, che si vanta di abbassare le
tasse ovunque, non ha ancora messo mano a questo furto legalizzato. Perché non
possiamo pagare un litro di benzina 44 centesimi?
Perché dobbiamo finanziare
un Fisco
sanguisuga.
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