L'alfaniano eletto come
previsto nei possibili equilibri per un rimpasto di governo che sarà concluso
nelle prossime settimane. Ma la notizia è l'elezione dei tre verdiniani.
Romani: "Prendiamo atto della nuova maggioranza". Pietro Langella è
stato nominato "vice" alla Bilancio, Giuseppe Compagnone alla Difesa
e Eva Longo alle Finanze. Tutti sono stati eletti in quota maggioranza. "Abbiamo
ottenuto tre vicepresidenze - esulta il capogruppo al Senato, Lucio Barani -
tutte molto votate". La mossa di Matteo Renzi, come fa
giustamente notare il capogruppo dei senatori azzurri Paolo Romani, sancisce
l'ingresso di Ala in maggioranza. "Non avevamo dubbi al riguardo
- commenta - oggi c'è stata una ratifica formale". In realtà l'accordo raggiunto sulle
vicepresidenze in commissione fa più male al Pd che alle opposizioni. Ieri
il voto degli uomini di Denis Verdini al Senato, decisivo ai fini del
raggiungimento della maggioranza assoluta. Oggi la elezione di tre vice
presidenti delle commissioni al Senato appartenenti al gruppo Ala. La decisione
di Renzi ha fatto infuriare la minoranza dem. "Forse è il caso
che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il
governo e che comprende anche Verdini - ha detto Roberto Speranza -e è così si
deve aprire un dibattito pubblico e in parlamento". Pier Luigi Bersani
ha subito rincarato la dose: "Non accetterei mai uno snaturamento del
Pd così evidente e palese. Il Pd non può diventare l'indistinto dove tutto si
ammucchia. Queste pensate tattiche e trasformistiche sono destinate a essere
spazzate via". Il deputato di Sinistra Italiana Alfredo D'Attorre
sfida i parlamentari del Pd che nelle settimane scorse hanno ripetutamente
ribadito l'incompatibilità di Verdini con il progetto del Partito Democratico: "E
invece Verdini viene ricompensato della sua 'affiliazione' al progetto
Renzi-Boschi con l'assegnazione di tre poltrone al Senato e l'ingresso
ufficiale in maggioranza". Nicola Fratoianni: “Hanno
devastato la Costituzione con i voti dei verdiniani e dei senatori dell’ex
leghista Tosi e a meno di 24 ore le indiscrezioni riportano del mercato in
corso per ottenere posti di comando nelle Commissioni al Senato, naturalmente
con i senatori di Verdini protagonisti. Insomma le istituzioni trattate come un
suk”. Ha una spiegazione alternativa il capogruppo di Ala Lucio Barani:
“Con una decisione anti-democratica siamo stati esclusi dalle altre minoranze.
La maggioranza ha sanato questa decisione”. Chi invece è pienamente in
maggioranza è l’avvocato-senatore dell’Ncd Nico D’Ascola, nuovo
presidente della commissione Giustizia. La sua elezione, attesa, non è stata
una passeggiata.
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