Vale tutto. Vale scrivere le regole e poi
rimangiarsele. Vale difendere una riforma a spada tratta, salvo
accorgersi che fa acqua da tutte le parti e quindi ammettere, seppur sottovoce,
che va cambiata (in corsa, ovviamente). Più che l’Unione bancaria è una giungla
quella creata a Bruxelles dai tecnocrati
che passano il giorno a scrivere regole senza capirne a fondo gli effetti. E
così in Portogallo è scattata la legge del più forte. La Banca centrale
portoghese ha ordinato il trasferimento di alcune obbligazioni ordinarie di
Novo banco nella bad bank
Banco Espirito Santo, creata dopo lo smembramento dell’istituto Espirito Santo,
imponendo così le perdite sugli obbligazionisti ordinari. «Questa misura si è
resa necessaria per fare in modo che le perdite di Banco Espirito Santo vengano
innanzitutto sostenute da azionisti e obbligazionisti e non dal sistema
finanziario e dai contribuenti», ha spiegato la Banca centrale di Lisbona.
Avete letto bene. Sono
stati colpiti, in spregio alla riforma del bail in, anche i titolari di
obbligazioni standard, alle quali le regole sui salvataggi bancari dovrebbero
garantire protezioni maggiori. Una garanzia sulla carta, stracciata da Lisbona. Evidentemente ogni paese si
comporta come vuole. Con buona pace della trasparenza e della tutela dei
piccoli risparmiatori.
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