Alessandro
Sallusti Ce la stanno
mettendo tutta, ma per quanto ci riguarda non ce la faranno a farci sentire in
colpa, a farci sentire responsabili di tragedie private e collettive nei
confronti delle quali il Paese Italia e gli italiani non hanno alcuna
responsabilità. L'immancabile Boldrini e l'onnipresente ministra Boschi ieri
hanno fatto passerella ai funerali di Emmanuel, il profugo nigeriano morto a
Fermo aggredito da un balordo violento. Non discuto l'opportunità che lo Stato
e il governo testimonino solidarietà dove meglio credono, mi inquieta il
tentativo di trasformare un grave fatto di cronaca nera in un fatto
politicamente rilevante. Siamo addolorati per Emmanuel, come lo siamo ogni
volta che un uomo uccide un suo simile, come ogni volta che una tragedia miete
vittime innocenti. Ma, detto con grande serenità, che cosa dobbiamo fare di più
noi italiani nei confronti degli immigrati? I nostri marinai ne salvano da
morte certa a migliaia ogni mese, i nostri centri di assistenza ne sfamano e
curano altrettanti, il nostro governo per occuparsi di loro stanzia un miliardo
di euro all'anno, tanti soldi sottratti a bisogni primari di molti cittadini
italiani. Nelle nostre città spesso veniamo lasciati soli a gestire il degrado
causato da flussi di immigrati eccessivi e fuori controllo. Le nostre carceri
sono diventate ancora più invivibili per una criminalità di importazione senza
legami con la società civile e, quindi, senza scrupoli e remore morali,
purtroppo quasi impossibile da redimere. E non abbiamo neppure colpe politiche
perché l'Italia, con i governi Berlusconi, è stata l'unico Paese occidentale ad
opporsi ai due errori che hanno provocato qieste invasioni e la nascita
dell'Isis: la guerra all'Irak di Saddam e quella alla Libia di
Gheddafi.Sopportiamo, e paghiamo, tutto questo per sentirci dire dalla Boldrini
e dalla Boschi che siamo degli sporchi razzisti? Ma che lo sanno loro chi sono
gli italiani? Sono anni che non li frequentano, chiuse nei loro palazzi, ben
protette dai disagi e dalle paure che ogni cittadino deve affrontare
quotidianamente. Io non ci sto a farmi insultare da queste signore snob. E con
umiltà lo dico anche al Santo Padre, Papa Francesco, che ieri, forse non a
caso, ha detto che «Dio è nel migrante che vogliamo cacciare». Giusto, direi
ovvio: Dio è ovunque, quindi anche negli italiani che non ce la fanno più a convivere
con un fenomeno che, a prescindere da colore e razza dei protagonisti, sta
rompendo il patto sociale di una civile convivenza. Che Dio faccia Dio, senza
priorità, ma Cesare, cioè lo Stato, deve fare Cesare e deve dare ordine alle
cose, come disse Gesù ai farisei, casta ipocrita di saggi tutta forma e niente
sostanza, i Boldrini dell'epoca.
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