Gli immigrati
che non ottengono l'asilo fanno ricorso. Ma continuano ad essere ospitati nelle
strutture d'accoglienza. Grimoldi: "Basta permettere i ricorsi"
Trenta milioni al mese, un
milione al giorno: pagati dagli italiani. È questa la somma che ogni giorno
lascia le casse dello Stato per rimpinguare quelle delle copperative che
gestiscono i migranti.
I ricorsi dei migranti Il contro è presto fatto: nel 2016, infatti, sulle
50.913 domande di asilo esaminate dalla Commissione territoriale, ben 30.367
sono state cestinate. I migranti che l'hanno presentate, infatti, non hanno i
requisiti per ottenere lo status di rifugiato. Eppure, il sistema perverso
della legge italiana permette a queste persone di presentare un ricorso.
Sono clandestini, ma in attesa del giudizio di una Corte vantano ancora tutti i
diritti di accoglienza che lo Stato mette a disposizione. E così i contribuenti
continuano a sborsare i famosi 35 euro per i due anni (di solito) della durata
del processo.
I conti sono preso fatti:
35euro al giorno per 30mila clandestini significano 30 milioni al mese, un
milione al giorno tondo tondo. "Ministro Alfano ha qualcosa da dire a
riguardo? - attacca l'on. Paolo Grimoldi - E' normale spendere 1 milione al
giorno per chi andrebbe espulso istantaneamente? Presentero' subito una
proposta di legge per chiedere al Governo di impedire la presentazione di questi
ricorsi, una volta respinta la domanda di asilo, almeno per coloro che non
provengono da Stati dove sono
in corso guerre civili o
conflitti bellici"
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