lunedì 18 luglio 2016

"UN ANNO DI PRESENZA IN CONSIGLIO COMUNALE:PROBLEMI E PROSPETTIVE DELLA NOSTRA COMUNITA’ FAENTINA”


Un anno di presenza in Consiglio Comunale è servito per toccare con mano come la nostra comunità stia andando sempre più verso il declino economico, sociale e culturale.Purtroppo per tutti noi il Sindaco Malpezzi ed il PD faentino sono delle “belle addormentate” (per riprendere un’efficace immagine recentemente usata dalle tre confederazioni sindacali per i noti problemi del nostro ospedale) che non hanno le idee, le competenze ed il coraggio per elaborare una visione condivisa del futuro di Faenza, per poi perseguirla con progetti che canalizzino le risorse pubbliche e private su assi di intervento prioritari per il bene della comunità. All’assenza di tale visione strategica si accompagna lo scarso peso politico specifico di questa amministrazione nei rapporti con la Regione e con lo Stato centrale, per cui non riesce a intercettare e a portare sul territorio partnership su progetti importanti o attingere a risorse esterne per progetti ideati localmente.
Tale vuoto progettuale e politico si estende e contagia anche il ceto imprenditoriale locale, che è stanco di vedere le sue richieste ed i suoi suggerimenti cadere nel vuoto, per cui tende a rinchiudersi nella gestione delle proprie aziende, senza fare troppo affidamento alla politica locale. Il sindaco Malpezzi, spiace dirlo, ha volutamente creato una Giunta di basso profilo, con assessori a cui non concede in realtà spazi personali di autonomia per proporre progetti e attività diverse da quelle che vuole fare lui e, soprattutto, chi lo ha messo su quella poltrona. Il  brutto carattere di Malpezzi ha poi completato il quadro, per cui oggi lui è di fatto “un uomo solo al comando”, creando tensioni anche all’interno del PD, (vedi la vicenda di “officina democratica”), che appare incapace di dare indirizzi ad un uomo che non vede i problemi veri di Faenza, non parla con nessuno e non sente ragioni, se non quelle dei suoi sponsor. In una fase storica di crisi e di calo degli investimenti privati, Malpezzi non ha avuto il coraggio di vendere una parte delle partecipazioni comunali per reperire risorse importanti da investire sulla città, sia per investimenti diretti (manutenzione di strade, scuole e uffici comunali,



ecc.) che per dare incentivi ai privati, stimolandoli a fare investimenti (negozi chiusi, attività che languono, ecc.). Non lo ha fatto per incapacità personale e per salvare piccole poltrone per i suoi cortigiani, ma ha sacrificato tutti noi. Le due amministrazioni di Malpezzi passeranno senza avere lasciato alcuna traccia duratura a Faenza, mentre avrà (e avremo) perso treni importanti per proporre un futuro migliore per noi e, soprattutto, per i nostri giovani. Riassumendo, dopo un anno possiamo ripetere su Malpezzi quanto già evidenziato nella campagna elettorale del 2015:

-assenza di una idea di sviluppo condivisa per Faenza, che dia unità e direzione agli investimenti pubblici e privati, unitamente alla mancanza di coraggio nell’investire risorse pubbliche;
-assenza di dialogo con la città, nelle sue varie articolazioni politiche. economiche e sociali;
-scarso peso politico, nel contesto regionale e nazionale, per proporre progetti e canalizzare risorse pubbliche e private.
Come abbiamo detto nella recente presentazione pubblica del “patto per lo sviluppo”, occorre trovare un’idea forte che caratterizzi Faenza nel futuro rispetto alle altre città e che operi come catalizzatore di progetti e investimenti. A nostro  parere quest’idea forte dovrebbe essere “FAENZA CITTA’ PER I GIOVANI”, intesi come fascia d’età tra i 20 e i 35 anni, periodo in cui si completa la formazione universitaria e specialistica, ci si immette nel mondo del lavoro, anche creando start up e, in generale, si ha la forza e il coraggio di investire sulle proprie capacità.
Questo obiettivo racchiude in sé tutti i progetti e gli investimenti che occorrono per uno sviluppo economico e sociale di Faenza duraturo e sostenibile.
Pensiamo all’alta formazione universitaria sia con l’Università di Bologna che anche (e soprattutto) con altre università europee e del mondo avanzato con cui si possono sviluppare accordi di partenariato; pensiamo anche a percorsi formativi non strettamente formalizzati, ma ripresi dalle esperienze più innovative delle capitali europee e mondiali, mirando a valorizzare le nostre eccellenze: ceramica artistica, restauro ceramico, operatori dell’alta sartoria, esperti di software e multimedialità, cinematografia ed espressività, musica e canto lirico, lingua e cultura italiana, cantinieri e vivaisti, esperti nell’agrifood, ecc..
La presenza di molti giovani influirebbe sulla cultura e sugli stili di vita di Faenza, dando impulso a musei, mostre, turismo, manifestazioni culturali e sportive, ecc.; inoltre si svilupperebbero molti settori di servizio nel suo complesso: edilizia, commercio, strutture sportive e ricreative, ecc..  Puntiamo a portare a Faenza nei prossimi 10 anni altri 2.000= giovani dall’Europa e dal resto del mondo avanzato e cambieremo il nostro sviluppo.
2- LE CARENZE SETTORIALI
La dimostrazione di quanto sopra detto è sotto gli occhi di tutti i faentini: in questi 5+1 anni di gestione il Sindaco Malpezzi non ha affrontato seriamente nessuno dei problemi di fondo della nostra città, che restano ancora tutti sul tappeto.
Sia consentita una breve disamina di tali problemi, senza alcuna pretesa di completezza.
1)LA MACCHINA COMUNALE
Malpezzi ha distrutto l’organizzazione amministrativa del Comune tramite la sua versione “dopata” dell’Unione della Romagna Faentina, per cui nel 2018 il nostro Comune resterà un guscio vuoto con un Consiglio Comunale che si riunirà per parlare del nulla.  In campagna elettorale e poi con ulteriori interventi, in Consiglio Comunale, nel Consiglio dell’Unione, sulla stampa (da ultimo su “Faenza e mi paes” del mese di giugno), sono stato l’unico a dire che il vero obiettivo istituzionale sarebbe quello della graduale FUSIONE dei Comuni piccoli e, anche, del Comune di Faenza con quello di Brisighella, lasciando all’Unione pochi servizi di supporto generale. Oggi registriamo con piacere che anche gli imprenditori spingono su tale progetto e che i Comuni di Solarolo e Castel Bolognese hanno avviato uno studio di fattibilità e che il Sindaco di Brisighella abbia pubblicamente affermato che si tratterebbe di una grande opportunità. Ovviamente solo Malpezzi resta chiuso nel suo silenzio, in attesa che i suoi sponsor gli dicano cosa deve fare.
2)LA CRISI DEL LAVORO
Malpezzi non ha fatto nulla per prevenire o ridurre talune situazioni di crisi e per indicare linee di sviluppo alternative, in grado di ridurre la crisi occupazionale attuale. 2.1 - La crisi edilizia è stata aggravata dall’eccesso di burocrazia degli uffici comunali (ora in Unione), per nulla contrastata da Malpezzi, che anzi ha voluto a tutti i costi un RUE inutile, come gli hanno ripetuto più volte gli ordini professionali e le organizzazioni di categoria e che diventerà a breve carta straccia per volere della Regione. Gli uffici stanno intralciando in particolare le aziende agricole, che sarebbero invece pronte ad investire in capannoni e strutture aziendali, grazie ai cospicui finanziamenti comunitari: tutto lavoro fermo perché Malpezzi non vuole intervenire contro i suoi dirigenti.  2.2- Malpezzi non ha saputo intervenire in via preventiva per evitare che dirigenti cooperativi incapaci facessero fallire la CTF, privando la nostra città dell’unico soggetto in grado di portare avanti il progetto dello scalo merci, anche se si tratta di un progetto nato e gestito con una incompetenza e sciatteria che rasenta l’incredibile dai vari Sindaci e manager cooperativi degli ultimi 10 anni. Ora lo scalo merci corre il rischio concreto di divenire un’utopia e, probabilmente, il silenzio di  Malpezzi lascia intendere che vuole solo prendere tempo per lasciare questa grana al prossimo Sindaco. 2.3 - Malpezzi ed il PD faentino non hanno saputo contrastare i vertici cesenati del PD e della Cassa di Risparmio di Cesena nel momento della incorporazione della Banca di Romagna, che si sapeva avvenire solo per cercare di sanare i problemi dei cesenati. Oggi la nostra Fondazione ha perso quasi € 28 mln. e circa 1.000= risparmiatori faentini ne hanno persi quasi altrettanto: chi devono ringraziare di tale salasso ? Perché tanto silenzio per coprire questa vicenda ? Nel giro di pochi anni questi incapaci, messi sulle poltrone dal PD, hanno distrutto una banca locale e la fondazione di Faenza (oltre a quelle di Lugo e di Cesena): attendiamo ora che le Procure della Repubblica di Ravenna e di Forlì facciano il loro dovere e chiariscano le responsabilità individuali, fornendo nomi e cognomi di tali soggetti e condannandoli a risarcire i danni. 2.4 – Per il turismo Malpezzi ha lanciato la bufala della società d’area unita tra Faenza e Imola, senza un chiaro disegno strategico. Lo stesso Presidente della nuova società d’area, durante la conferenza di presentazione del patto per lo sviluppo, ha dovuto constatare di avere fatto un errore incredibile  in quanto la Regione, sulla base della nuova legge, finanzierà i progetti turistici separatamente per il versante imolese (bacino bolognese) e per il versante faentino (bacino romagnolo), mandando a rotoli ogni idea di progettazione condivisa con fondi regionali.
3)OSPEDALE
La Regione vuole ridurre il nostro Ospedale ai minimi termini, tramite il braccio operativo dell’AUSL della Romagna Vasta. In questa partita, fino ad oggi, Malpezzi non ha avuto peso politico e capacità gestionali sufficienti per contrastare questa politica del “carciofo”, che ci porta via reparti e servizi come se fossero le foglie di tale verdura. Malpezzi ha inoltre impedito in tutti i modi che nel mese di maggio ci fosse un dibattito serio in Consiglio Comunale sul tema dell’Ospedale, in grado di fissare criteri e limiti all’azione della Regione a tutela dei cittadini. Il 13/7 l’AUSL consegnerà il progetto e vedremo se Malpezzi e il PD faentino e lughese sapranno veramente difendere il diritto costituzionale alla salute di quasi 200.000 abitanti. Il rischio concreto è che la Regione/AUSL cerchi di dividere Faenza e Lugo, dando a quest’ultima alcuni vantaggi illusori, per poi riprenderseli nel giro di pochi anni.
4)SICUREZZA
I problemi della sicurezza non sono stati seriamente affrontati, come si evince dai continui furti ai danni dei negozi e dei singoli cittadini. Occorrerebbe un diverso uso della P.M. e una valorizzazione delle associazioni dei cittadini per un effettivo controllo del territorio: la  rete FA TAM TAM e le telecamere, pur interessanti, da sole non  sono in grado di fronteggiare il dilagare dei furti e della microcriminalità. 
5) SCUOLA EUROPA
La vicenda della scuola Europa sta scadendo nel ridicolo: ancora oggi il Comune paga l’affitto senza avere avuto in cambio l’avvio del cantiere della necessaria e indifferibile ristrutturazione, per la tutela della salute dei nostri ragazzi. Prima Malpezzi ha messo in difficoltà finanziaria la Curia, privandola dei canoni di locazione relativi ai servizi sociali (da mettere nei Salesiani) e della Polizia Municipale (da mettere nell’ex baliatico dell’ASP), per poi accorgersi che questa non aveva più i mezzi per indebitarsi per fare fronte a lavori di importo considerevole, non ascoltando le proposte più ragionevoli di chi aveva avuto invece la vista più lunga.
6)SALESIANI
Manca un serio progetto di riuso dei Salesiani, riempito di uffici comunali a casaccio, con canoni di locazione a carico di tutti noi e con clamorosi vantaggi economici arrecati ai soci privati, che non dovranno sborsare un solo euro. Malpezzi è in disaccordo anche con il Presidente di Faventia Sales, un uomo scelto da lui e che gode di uno stipendio annuale di € 18.000=, che non voleva vendere una parte dei Salesiani a Ravenna Holding, come invece ha deciso di fare Malpezzi.
 7) UNIVERSITA’
Totale assenza di una politica unitaria e strategica sull’insediamento universitario e dell’alta formazione, divisa in tanti rivoli disconnessi tra loro, sia dal punto di vista logistico che, soprattutto, di impatto sui giovani e sulla città, con un gravoso dispendio di risorse comunali, stimabili in circa € 1 mln.. L’unico vero polo universitario faentino è l’ISIA, che potrebbe diventare un volano di sviluppo incredibile, ma che Malpezzi ignora nel modo più totale.
Manca inoltre una politica di coordinamento anche degli Istituti Superiori presenti in città, che sono vitali per il futuro dei nostri giovani: basti pensare alle potenzialità dell’istruzione agraria, dell’alimentazione e dell’informatica.
8) ROM
Malpezzi ha avviato un progetto sbagliato di integrazione sui ROM, dando loro alloggi che non volevano e senza nessun approccio serio al tema del lavoro, fatto al solo fine di soddisfare gli appetiti finanziari di note associazioni, incapaci di raggiungere risultati apprezzabili dal punto di vista sociale, ma collettori di voti ai fini elettorali. Malpezzi ha così attuato una discriminazione al contrario, dando vantaggi (non richiesti) ai ROM, a scapito delle altre persone in stato di bisogno, sia italiani che di altri gruppi etnici presenti a Faenza.
9) CASE POPOLARI
Malpezzi sostiene ancora un carrozzone come l’ACER, che succhia soldi per mantenere una piccola “casta” di politici trombati e di cortigiani da sistemare, mentre i soldi che si potrebbero risparmiare (quasi € 250.00= per anno) potrebbero essere destinati all’acquisto di nuovi alloggi popolari, di cui c’è una richiesta spaventosa.
10) CULTURA
Manca un serio coordinamento delle grandi istituzioni culturali cittadine (biblioteca, MIC e Pinacoteca), con politiche di assurda austerità per talune di esse e attese messianiche di torme di turisti per altre.
Manca una  politica che valorizzi la ricca rete delle associazioni teatrali e musicali locali, puntando anche a recuperare il teatro dei Salesiani e a completare il recupero del teatro Sarti da restituire alla completa fruizione dei faentini. Si lanciano segnali contraddittori sul Palio e sui Rioni, che potrebbero divenire soggetti attivi di una vera politica di incentivazione agli sport equestri a livello regionale e nazionale.
11) SPORT
Lo sport è allo sbando totale: manca la manutenzione degli impianti sportivi comunali e manca una politica seria di coordinamento delle associazioni sportive, che miri alla loro aggregazione e alla ricerca condivisa di nuove forme di gestione e di ricerca di finanziamenti nazionali ed europei.
Lo sport, se correttamente indirizzato, potrebbe diventare un settore trainante della nostra economia.
3- AUSPICI PER IL FUTURO
A Faenza nel 2015 l’elettorato moderato e conservatore, che rappresenta la maggioranza dei cittadini, ha seguito strade diverse:
-in parte ha votato Malpezzi, in considerazione dei suoi noti e potenti sponsor;
-in parte ha votato alcune liste opportuniste di appoggio al PD, che hanno ottenuto piccoli brandelli di potere, ma che non hanno una reale capacità di incidere su Malpezzi e sul PD
-in parte ha votato le troppe liste di centro destra, frutto di errori politici e di ripicche personali tra persone che hanno anteposto interessi di bottega ad una visione strategica
-in larga misura non è andato al voto, sfiduciato dal clima politico nazionale e rassegnato al governo locale del PD.
Sta agli esponenti dei moderati e dei conservatori, oggi all’opposizione ma anche temporaneamente in maggioranza a Faenza (appena si renderanno conto di essere solo degli utili idioti), comprendere gli errori fatti e progettare un diverso percorso per le prossime elezioni, offrendo ai faentini un’opportunità seria di governo locale alternativo al PD e al M5S: solo in questo modo i faentini si convinceranno che votare si deve e cambiare in meglio si può.
Lo scenario nazionale è talmente in evoluzione che potrebbe portarci di nuovo al voto locale anche prima del 2020: in ogni caso ai politici e ai giornalisti non mancano gli argomenti da studiare e da approfondire per il bene della nostra comunità.



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