Un anno di presenza in Consiglio Comunale è servito per toccare con mano
come la nostra comunità stia andando sempre più verso il declino economico,
sociale e culturale.Purtroppo per tutti noi il Sindaco Malpezzi ed il PD
faentino sono delle “belle addormentate” (per riprendere un’efficace
immagine recentemente usata dalle tre confederazioni sindacali per i noti
problemi del nostro ospedale) che non hanno le idee, le competenze ed il coraggio
per elaborare una visione condivisa del futuro di Faenza, per poi
perseguirla con progetti che canalizzino le risorse pubbliche e private
su assi di intervento prioritari per il bene della comunità. All’assenza di
tale visione strategica si accompagna lo scarso peso politico specifico di
questa amministrazione nei rapporti con la Regione e con lo Stato centrale,
per cui non riesce a intercettare e a portare sul territorio partnership su
progetti importanti o attingere a risorse esterne per progetti ideati
localmente.
Tale vuoto progettuale e politico si estende e contagia anche il ceto
imprenditoriale locale, che è stanco di vedere le sue richieste ed i suoi
suggerimenti cadere nel vuoto, per cui tende a rinchiudersi nella gestione
delle proprie aziende, senza fare troppo affidamento alla politica locale. Il
sindaco Malpezzi, spiace dirlo, ha volutamente creato una Giunta di basso
profilo, con assessori a cui non concede in realtà spazi personali di
autonomia per proporre progetti e attività diverse da quelle che vuole fare lui
e, soprattutto, chi lo ha messo su quella poltrona. Il brutto carattere di Malpezzi ha poi
completato il quadro, per cui oggi lui è di fatto “un uomo solo al comando”,
creando tensioni anche all’interno del PD, (vedi la vicenda di “officina
democratica”), che appare incapace di dare indirizzi ad un uomo che non vede
i problemi veri di Faenza, non parla con nessuno e non sente
ragioni, se non quelle dei suoi sponsor. In una fase storica di crisi e di calo
degli investimenti privati, Malpezzi non ha avuto il coraggio di vendere una
parte delle partecipazioni comunali per reperire risorse importanti da
investire sulla città, sia per investimenti diretti (manutenzione di
strade, scuole e uffici comunali,
ecc.) che per dare incentivi ai privati, stimolandoli a fare investimenti
(negozi chiusi, attività che languono, ecc.). Non lo ha fatto per incapacità
personale e per salvare piccole poltrone per i suoi cortigiani, ma ha
sacrificato tutti noi. Le due amministrazioni di Malpezzi passeranno senza
avere lasciato alcuna traccia duratura a Faenza, mentre avrà (e avremo)
perso treni importanti per proporre un futuro migliore per noi e, soprattutto,
per i nostri giovani. Riassumendo, dopo un anno possiamo ripetere su Malpezzi
quanto già evidenziato nella campagna elettorale del 2015:
-assenza di
una idea di sviluppo condivisa per Faenza, che dia unità e direzione agli
investimenti pubblici e privati, unitamente alla mancanza di coraggio
nell’investire risorse pubbliche;
-assenza di dialogo con la città,
nelle sue varie articolazioni politiche. economiche e sociali;
-scarso peso politico, nel contesto
regionale e nazionale, per proporre progetti e canalizzare risorse pubbliche e
private.
Come
abbiamo detto nella recente presentazione pubblica del “patto per lo sviluppo”,
occorre
trovare un’idea forte che caratterizzi
Faenza nel futuro rispetto alle altre città e che operi come catalizzatore
di progetti e investimenti. A nostro
parere quest’idea forte dovrebbe essere “FAENZA CITTA’ PER I GIOVANI”, intesi come fascia d’età tra i 20 e i 35 anni, periodo in cui si completa la
formazione universitaria e specialistica, ci si immette nel mondo del lavoro,
anche creando start up e, in generale, si ha la forza e il coraggio di investire
sulle proprie capacità.
Questo
obiettivo racchiude in sé tutti i progetti e gli investimenti che occorrono per
uno sviluppo economico e sociale di Faenza duraturo e sostenibile.
Pensiamo all’alta formazione
universitaria sia con l’Università di Bologna che anche (e soprattutto) con altre università europee e del mondo avanzato
con cui si possono sviluppare accordi di partenariato; pensiamo anche a percorsi formativi non strettamente
formalizzati, ma ripresi dalle esperienze più innovative delle capitali
europee e mondiali, mirando a valorizzare le nostre eccellenze: ceramica
artistica, restauro ceramico, operatori dell’alta sartoria, esperti di software
e multimedialità, cinematografia ed espressività, musica e canto lirico, lingua
e cultura italiana, cantinieri e vivaisti, esperti nell’agrifood, ecc..
La presenza di molti giovani influirebbe sulla cultura e sugli stili di
vita di Faenza, dando impulso a musei, mostre, turismo, manifestazioni
culturali e sportive, ecc.; inoltre si svilupperebbero molti settori di
servizio nel suo complesso: edilizia, commercio, strutture sportive e
ricreative, ecc.. Puntiamo a portare a Faenza nei prossimi 10 anni altri 2.000= giovani
dall’Europa e dal resto del mondo avanzato e cambieremo il nostro sviluppo.
2- LE CARENZE SETTORIALI
La
dimostrazione di quanto sopra detto è sotto gli occhi di tutti i faentini: in
questi 5+1 anni di gestione il Sindaco Malpezzi non ha affrontato seriamente
nessuno dei problemi di fondo della nostra città, che restano ancora tutti sul
tappeto.
Sia
consentita una breve disamina di tali problemi, senza alcuna pretesa di
completezza.
1)LA
MACCHINA COMUNALE
Malpezzi
ha distrutto l’organizzazione amministrativa del Comune tramite la sua versione
“dopata” dell’Unione della Romagna Faentina, per cui nel 2018 il
nostro Comune resterà un guscio vuoto con un Consiglio Comunale che si riunirà
per parlare del nulla. In campagna
elettorale e poi con ulteriori interventi, in Consiglio Comunale, nel Consiglio
dell’Unione, sulla stampa (da ultimo su “Faenza e mi paes” del mese di giugno),
sono stato l’unico a dire che il vero obiettivo istituzionale sarebbe quello
della graduale FUSIONE dei Comuni piccoli e, anche, del Comune di Faenza
con quello di Brisighella, lasciando all’Unione pochi servizi di supporto
generale. Oggi registriamo con piacere che anche gli imprenditori spingono su
tale progetto e che i Comuni di Solarolo e Castel Bolognese hanno avviato uno
studio di fattibilità e che il Sindaco di Brisighella abbia pubblicamente
affermato che si tratterebbe di una grande opportunità. Ovviamente solo
Malpezzi resta chiuso nel suo silenzio, in attesa che i suoi sponsor gli dicano
cosa deve fare.
2)LA CRISI DEL LAVORO
Malpezzi non ha fatto nulla per prevenire o ridurre talune situazioni di
crisi e per indicare linee di sviluppo alternative, in grado di ridurre la
crisi occupazionale attuale. 2.1 - La crisi edilizia è stata aggravata
dall’eccesso di burocrazia degli uffici comunali (ora in Unione), per nulla
contrastata da Malpezzi, che anzi ha voluto a tutti i costi un RUE inutile,
come gli hanno ripetuto più volte gli ordini professionali e le organizzazioni
di categoria e che diventerà a breve carta straccia per volere della Regione.
Gli uffici stanno intralciando in particolare le aziende agricole, che sarebbero
invece pronte ad investire in capannoni e strutture aziendali, grazie ai
cospicui finanziamenti comunitari: tutto lavoro fermo perché Malpezzi non vuole
intervenire contro i suoi dirigenti. 2.2-
Malpezzi non ha saputo intervenire in via preventiva per evitare che dirigenti
cooperativi incapaci facessero fallire la CTF, privando la nostra città
dell’unico soggetto in grado di portare avanti il progetto dello scalo merci,
anche se si tratta di un progetto nato e gestito con una incompetenza e sciatteria
che rasenta l’incredibile dai vari Sindaci e manager cooperativi degli ultimi
10 anni. Ora lo scalo merci corre il rischio concreto di divenire un’utopia e,
probabilmente, il silenzio di Malpezzi
lascia intendere che vuole solo prendere tempo per lasciare questa grana al
prossimo Sindaco. 2.3 - Malpezzi ed il PD faentino non hanno saputo contrastare
i vertici cesenati del PD e della Cassa di Risparmio di Cesena nel
momento della incorporazione della Banca di Romagna, che si sapeva avvenire
solo per cercare di sanare i problemi dei cesenati. Oggi la nostra Fondazione
ha perso quasi € 28 mln. e circa 1.000= risparmiatori faentini ne hanno persi
quasi altrettanto: chi devono ringraziare di tale salasso ? Perché tanto
silenzio per coprire questa vicenda ? Nel giro di pochi anni questi
incapaci, messi sulle poltrone dal PD, hanno distrutto una banca locale e la
fondazione di Faenza (oltre a quelle di Lugo e di Cesena): attendiamo ora
che le Procure della Repubblica di Ravenna e di Forlì facciano il loro
dovere e chiariscano le responsabilità individuali, fornendo nomi e cognomi di
tali soggetti e condannandoli a risarcire i danni. 2.4 – Per il turismo Malpezzi
ha lanciato la bufala della società d’area unita tra Faenza e Imola,
senza un chiaro disegno strategico. Lo stesso Presidente della nuova società
d’area, durante la conferenza di presentazione del patto per lo sviluppo, ha
dovuto constatare di avere fatto un errore incredibile in quanto la Regione, sulla base della nuova
legge, finanzierà i progetti turistici separatamente per il versante
imolese (bacino bolognese) e per il versante faentino (bacino romagnolo),
mandando a rotoli ogni idea di progettazione condivisa con fondi regionali.
3)OSPEDALE
La Regione vuole ridurre il nostro
Ospedale ai minimi termini, tramite il braccio operativo dell’AUSL della
Romagna Vasta. In questa partita, fino ad oggi,
Malpezzi non ha avuto peso politico e capacità gestionali sufficienti per
contrastare questa politica del “carciofo”, che ci porta via reparti e servizi
come se fossero le foglie di tale verdura. Malpezzi ha inoltre impedito in
tutti i modi che nel mese di maggio ci fosse un dibattito serio in Consiglio
Comunale sul tema dell’Ospedale, in grado di fissare criteri e limiti
all’azione della Regione a tutela dei cittadini. Il 13/7 l’AUSL consegnerà il
progetto e vedremo se Malpezzi e il PD faentino e lughese sapranno veramente
difendere il diritto costituzionale alla salute di quasi 200.000 abitanti. Il
rischio concreto è che la Regione/AUSL cerchi di dividere Faenza e Lugo, dando
a quest’ultima alcuni vantaggi illusori, per poi riprenderseli nel giro di
pochi anni.
4)SICUREZZA
I problemi
della sicurezza non sono stati seriamente affrontati, come si evince dai
continui furti ai danni dei negozi e dei singoli cittadini. Occorrerebbe un
diverso uso della P.M. e una valorizzazione delle associazioni dei cittadini
per un effettivo controllo del territorio: la
rete FA TAM TAM e le telecamere, pur interessanti, da sole non sono in grado di fronteggiare il dilagare dei
furti e della microcriminalità.
5)
SCUOLA EUROPA
La vicenda
della scuola Europa sta scadendo nel ridicolo: ancora oggi il Comune
paga l’affitto senza avere avuto in cambio l’avvio del cantiere della
necessaria e indifferibile ristrutturazione, per la tutela della salute dei
nostri ragazzi. Prima Malpezzi ha messo in difficoltà finanziaria la Curia,
privandola dei canoni di locazione relativi ai servizi sociali (da mettere nei
Salesiani) e della Polizia Municipale (da mettere nell’ex baliatico dell’ASP), per
poi accorgersi che questa non aveva più i mezzi per indebitarsi per fare fronte
a lavori di importo considerevole, non ascoltando le proposte più ragionevoli
di chi aveva avuto invece la vista più lunga.
6)SALESIANI
Manca un
serio progetto di riuso dei Salesiani, riempito di uffici comunali a
casaccio, con canoni di locazione a carico di tutti noi e con clamorosi
vantaggi economici arrecati ai soci privati, che non dovranno sborsare un solo
euro. Malpezzi è in disaccordo anche con il Presidente di Faventia Sales, un
uomo scelto da lui e che gode di uno stipendio annuale di € 18.000=, che non
voleva vendere una parte dei Salesiani a Ravenna Holding, come invece ha deciso
di fare Malpezzi.
7) UNIVERSITA’
Totale
assenza di una politica unitaria e strategica sull’insediamento
universitario e dell’alta formazione, divisa in tanti rivoli disconnessi
tra loro, sia dal punto di vista logistico che, soprattutto, di impatto sui
giovani e sulla città, con un gravoso dispendio di risorse comunali, stimabili
in circa € 1 mln.. L’unico vero polo universitario faentino è l’ISIA, che
potrebbe diventare un volano di sviluppo incredibile, ma che Malpezzi ignora
nel modo più totale.
Manca
inoltre una politica di coordinamento anche degli Istituti Superiori presenti
in città, che sono vitali per il futuro dei nostri giovani: basti pensare alle
potenzialità dell’istruzione agraria, dell’alimentazione e dell’informatica.
8)
ROM
Malpezzi
ha avviato un progetto sbagliato di integrazione sui ROM, dando loro
alloggi che non volevano e senza nessun approccio serio al tema del lavoro,
fatto al solo fine di soddisfare gli appetiti finanziari di note associazioni,
incapaci di raggiungere risultati apprezzabili dal punto di vista sociale, ma
collettori di voti ai fini elettorali. Malpezzi ha così attuato una
discriminazione al contrario, dando vantaggi (non richiesti) ai ROM, a scapito
delle altre persone in stato di bisogno, sia italiani che di altri gruppi
etnici presenti a Faenza.
9)
CASE POPOLARI
Malpezzi
sostiene ancora un carrozzone come l’ACER, che succhia soldi per mantenere una
piccola “casta” di politici trombati e di cortigiani da sistemare, mentre i
soldi che si potrebbero risparmiare (quasi € 250.00= per anno) potrebbero
essere destinati all’acquisto di nuovi alloggi popolari, di cui c’è una
richiesta spaventosa.
10)
CULTURA
Manca un
serio coordinamento delle grandi istituzioni culturali cittadine (biblioteca,
MIC e Pinacoteca), con politiche di assurda austerità per talune di esse e
attese messianiche di torme di turisti per altre.
Manca
una politica che valorizzi la ricca rete
delle associazioni teatrali e musicali locali, puntando anche a recuperare il
teatro dei Salesiani e a completare il recupero del teatro Sarti da restituire
alla completa fruizione dei faentini. Si lanciano segnali contraddittori sul
Palio e sui Rioni, che potrebbero divenire soggetti attivi di una vera politica
di incentivazione agli sport equestri a livello regionale e nazionale.
11)
SPORT
Lo sport
è allo sbando totale: manca la manutenzione degli impianti sportivi
comunali e manca una politica seria di coordinamento delle associazioni
sportive, che miri alla loro aggregazione e alla ricerca condivisa di nuove
forme di gestione e di ricerca di finanziamenti nazionali ed europei.
Lo sport,
se correttamente indirizzato, potrebbe diventare un settore trainante della
nostra economia.
3- AUSPICI PER IL FUTURO
A Faenza
nel 2015 l’elettorato moderato e conservatore, che rappresenta la maggioranza
dei cittadini, ha seguito strade diverse:
-in parte
ha votato Malpezzi, in considerazione dei suoi noti e potenti sponsor;
-in parte
ha votato alcune liste opportuniste di appoggio al PD, che hanno ottenuto
piccoli brandelli di potere, ma che non hanno una reale capacità di incidere su
Malpezzi e sul PD
-in parte
ha votato le troppe liste di centro destra, frutto di errori politici e di
ripicche personali tra persone che hanno anteposto interessi di bottega ad una
visione strategica
-in larga
misura non è andato al voto, sfiduciato dal clima politico nazionale e
rassegnato al governo locale del PD.
Sta agli
esponenti dei moderati e dei conservatori, oggi all’opposizione ma anche
temporaneamente in maggioranza a Faenza (appena si renderanno conto di essere
solo degli utili idioti), comprendere gli errori fatti e progettare un diverso
percorso per le prossime elezioni, offrendo ai faentini un’opportunità
seria di governo locale alternativo al PD e al M5S: solo in questo modo i
faentini si convinceranno che votare si deve e cambiare in meglio si può.
Lo
scenario nazionale è talmente in evoluzione che potrebbe portarci di nuovo al voto
locale anche prima del 2020: in ogni caso ai politici e ai giornalisti non
mancano gli argomenti da studiare e da approfondire per il bene della nostra
comunità.
Nessun commento:
Posta un commento