venerdì 8 luglio 2016

L’ECONOMIST ORA LANCIA L’ALLARME. “IN ITALIA LA PROSSIMA CRISI D’EUROPA”


Sergio Rame -  Un torpedone tricolore pericolosamente in bilico, con la scritta "banca" sulla fiancata, pronto a precipitare nel burrone.
E il titolo: The Italian Job. Europe's next crisis. È la nuova copertina dell'Economist, che dedica la sua apertura alla crisi delle banche italiane. La front page dell'Economist fa una chiara allusione alla Brexit e mostra un'auto con la bandiera britannica già piombata inesorabilmente nel vuoto. Poco sopra il torpedone Italia, in precario equilibrio, ad un passo dal seguire la stessa sorte. Il settimanale britannico accende i riflettori sulle sofferenze bancarie che riempiono i bilanci delle banche e che hanno causato destabilizzanti turbolenze che hanno colpito numerosi istituti. "Le pressioni del mercato sulle banche italiane non diminuiranno finché la fiducia non verrà ristabilita e ciò non succederà senza fondi pubblici - scrive l'Economist - se le regole sul bail in verranno applicate con rigidità in Italia, le proteste dei risparmiatori mineranno la fiducia e apriranno le porte del potere ai movimento Cinque Stelle". Secondo il settimanale ignlese, le ferree regole di bilancio e le nuove norme sui salvataggi bancari arrivate, "dopo che altri Paesi avevano salvato con soldi pubblici le banche", potrebbe anche alimentare l'idea che "l'Italia ottenga scarsi benefici dalla supposta condivisione dei rischi all'interno dell'Eurozona" e venga piuttosto danneggiata "dai molti




vincoli che deve rispettare". "Se gli italiani dovessero perdere fiducia nell'euro - è il ragionamento - la moneta unica non sopravvivrebbe". Per questo, il premier Matteo Renzi non avrebbe alcun motivo di "rispettare alla lettera le regole, se questo dovesse mettere a rischio la moneta unica". Quindi, continua l'analisi dell'Economist, "la risposta giusta è autorizzare il governo italiano a finanziare i meccanismi di difesa delle sue banche vulnerabili con capitali pubblici che siano sufficienti per placare i timori di una crisi sistemica".
Pur considerando "buone" le nuove norme sul bail in, l'Economist fa notare che in Italia oltre 200 miliardi di titoli bancari sono in mano a piccoli investitori. Negli altri Paesi dell'Eurozona succede, invece, che la maggior parte dei titoli spazzatura sia in mano a investitori istituzionali. "Obbligare gli italiani comuni ad accollarsi di nuovo le perdite danneggerebbe pesantemente Renzi, facendo svanire la sua speranza di vincere il referendum sulle riforme costituzionali in autunno", conclude il settimanale suggerendo all'Unione europea di cambiare la normativa sul bail in "escludendo gli investitori privati che detengono i titoli" dai soggetti coinvolti nel salvataggio.



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