Anche se ufficialmente
certe cose non si dicono, si fanno lo stesso, sott' acqua; e poiché l'acqua è
trasparente tutto si vede, basta guardare con attenzione. Ciò che emerge
nettamente è che Silvio Berlusconi, mentre cerca di riprendersi dalla malattia
(auguri!), pensa di delegare qualcun altro a guidare il barcone, di Forza
Italia, ex Pdl. L' uomo adatto a stare al timone è Stefano Parisi, colui
che ha conteso a Milano la poltrona di sindaco a Giuseppe Sala fino all' ultimo
voto. Chi l' avrebbe detto che questo manager prestato alla politica sarebbe
riuscito in un battibaleno a competere con il factotum di Expo, minacciando di
batterlo al ballottaggio, per entrare a Palazzo Marino? Nessuno. La sua
candidatura sembrava inconsistente e invece si è poi rivelata azzeccata. È
mancato il successo pieno per una manciatella di voti, però si è capito che
Parisi ha le carte in regola per
diventare il nuovo numero uno del Centrodestra. E Berlusconi punta su di
lui, giustamente, per tentare un rilancio del partito nato nel 1993 e vincitore
alle elezioni del 1994. È la scelta più intelligente, direi obbligata, dato che
non esistono altre persone in Fi in grado di assumere certe responsabilità.
Ce la farà Stefano a
bissare le performance elettorali di Silvio? Non siamo specialisti in
vaticini e non azzardiamo previsioni, dandoci arie da profeti. Però diciamo
senza timore di sbagliare, che il solo personaggio accreditato quale
trascinatore è proprio Parisi. Gli altri forzisti che ambirebbero a soffiargli
il posto non ci sembrano idonei. Riconosciamo che alcuni di essi sono stimabili
e di qualche spessore, ma non abbastanza per ambire a sostituire il Berlusconi
dei tempi migliori, quello che sorprendentemente riuscì a sconfiggere Occhetto.
Raschiando il barile di Forza Italia non viene fuori altro nome che non sia
quello del mancato sindaco di Milano. Vale la pena di insistere su Stefano e di
metterlo alla prova. Costui ha esperienza da vendere, è dotato di sensibilità
politica, conosce la macchina della pubblica amministrazione, sa stare al mondo
e gode della stima dei milanesi e dei romani. Rinunciare alle sue prestazioni
sarebbe una follia in assenza, nel partito, di uomini e donne con un curriculum
rassicurante. Di sicuro, se Parisi
fallirà, nessun altro compirà il miracolo di rimettere in moto Forza Italia. E
allora dovremo rassegnarci al caos. Non sia mai.
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