Pier Luigi Bersani lo aveva detto fin da subito e
ieri lo ha confermato: "Farò scouting tra i grillini". In altri
termini quella che per il centrodestra è un'illecita compravendita di voti - la
vicenda De Gregorio è lì a dimostrarlo - per la sinistra è un'operazione
politica altamente meritoria, e tutta all'insegna della "buona
politica" e del "nuovo".
Ma ciò che Bersani teorizza non è uno o due
singoli passaggi da uno schieramento all'altro: no, il segretario democratico
intende reclutare quasi un intero partito. Solo al Senato però, dove non ha i
numeri. Alla Camera la nuova politica può attendere. Lo "scouting"
bersaniano poi si basa sulle proposte, non sulle persone: ci mancherebbe.
Peccato che abbia incaricato alla bisogna la consueta pattuglia di plenipotenziari
con ampi margini di trattativa. E che pattuglia: nientemeno che Laura Puppato e
Luigi Zanda. L'operazione è moralmente sdoganata dal doppio appello di Repubblica: quello del solito Saviano
("Facciamolo!), cui ieri Eugenio Scalfari ha aggiunto la sua preziosa
testimonianza, "documentando" che un giovane deputato 5 Stelle
"che è venuto a salutarmi in sala lettura a Montecitorio", si è
formato fin da bambino leggendo i suoi scritti. E' un metodo di indottrinamento
da una parte, da "utili idioti" di togliattiana memoria dall'altra,
che di per sé farebbe anche ridere. Il problema è che da ridere c'è ben poco:
per il Paese in questa situazione, e per una sinistra che torna alle peggiori
pratiche del Pci.
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