giovedì 21 marzo 2013

MA QUALE SPENDING REWIEW?: GRASSO E BOLDRINI, TAGLIO ALLO STIPENDIO REALE SOLO DEL 7%.



Franco Bechis Il primo ad averlo capito al volo è stato Beppe Grillo, che ormai è esperto della materia. Lui è stato il solo italiano a non essersi bevuto tutto di un fiato l’allegro e commendevole annuncio fatto dai presidenti delle due Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini: «ci tagliamo lo stipendio del 30%». Quale stipendio scusate? Se lo è chiesto solo Grillo mentre tutti i principali media già cantavano i peana ai due nuovi potenti così sobri. E la domanda è più che fondata. Tanto da avere una risposta chiara: sia Grasso che la Boldrini al momento hanno deciso un taglio ai propri emolumenti che ridurrà il loro stipendio del 6,9% netto e del 7,2 per cento lordo. Una percentuale assai lontana da quel 30% sbandierato addirittura in diretta tv  a Ballarò facendo emozionare il povero Giovanni Floris. Il taglio infatti per ora solo deciso e non ancora operativo riguarda infatti la sola indennità di funzione dei presidenti delle Camere, che è solo piccola parte di quello che riceveranno ogni mese. È  un taglio a un costo della politica, ed è benvenuto. Ma riguarda il 30% su circa 6 mila euro lordi e non tutti i 24.965,11 euro lordi che sono assegnati ogni mese ai presidenti delle Camere. A quella cifra una volta che sarà resa operativa la decisione al momento solo annunciata in tv e con un comunicato stampa verranno quindi sottratti 1.800 euro lordi al mese, pari al 7,2 per cento. 




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