martedì 30 aprile 2013

ABBIAMO IL GOVERNO. FAR TROVARE ALL’ITALIA LA STRADA DELLA “CONCORDIA”, DELLO SVILUPPO, E DELLA PROSPERITA’



.“Questa fazione ha alimentato una battaglia atroce e squallida. Una battuta di caccia di frodo giudiziario, dove l’avversario politico è stato inseguito con qualsiasi arma. Questa minaccia è ancora attuale. E, con intelligenti e rapide riforme, va restituito lo spirito della Costituzione che vuole equilibrio e collaborazione tra istituzioni, ordini e poteri dello Stato”. “Occorre una pacificazione in tutto e anche in quello giudiziaria. C’è una parte della magistratura politicizzata. E’ una porzione piccola, ma ben strumentata e strategicamente collocata, sostenuta da un forte circuito finanziario ed editoriale .“ . Lo ha detto Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo Letta.  “Come risulta ormai evidente dalle critiche che si susseguono, sia a livello internazionale sia dai nostri principali alleati, dalla Francia e dalla Spagna. In questo senso – sottolinea l’ex ministro – un segnale immediato per i cittadini è l’abolizione dell’Imu, che è diventata il simbolo delle politiche recessive fino ad oggi adottate. E la cui eliminazione può, e deve, diventare il simbolo del nuovo corso della politica economica in Italia”. “In questo senso, la revisione dei poteri di Equitalia; la riforma del fisco; la detassazione delle nuove assunzioni; il passaggio dall’attuale occhiuta e borbonica burocrazia delle autorizzazioni preventive ai controlli ex post; la riforma della giustizia; la riforma del finanziamento pubblico dei partiti, che sono alcuni dei contenuti degli 8 punti del Popolo della Libertà, costituiscono elementi di pacificazione nel rapporto tra cittadini e Stato”. “Sono atti di ricucitura civile, atti di pace verso le nostre famiglie, verso il nostro popolo. Atti simbolici che aprono una pagina nuova, ricreano fiducia, consentono un nuovo inizio”.

GRAZIE BERLUSCONI!!!!



LO STOP ALL’IMU E’ UNA VITTORIA DI BERLUSCONI E DEL PDL
 “L’annuncio del presidente del Consiglio, Enrico Letta, di sospendere per giugno il pagamento dell’Imu sulla prima casa, in attesa della più complessiva revisione delle tassazioni sugli immobili, é un’importante vittoria del Popolo della Libertà e del presidente Berlusconi, che non a caso avevano messo l’abolizione dell’imposta sulla prima casa fra i punti irrinunciabili per poter partecipare ad un governo di larghe intese e di pacificazione nazionale, nell’interesse dell’Italia e dei cittadini”.

domenica 28 aprile 2013

ELEZIONI. QUIRINALI E GOVERNO: IL TRIONFO DEL CAV. SORNIONE.



ERA MORTO, KAPUT “ARRESTATO”. MA LE URNE LO HANNO “RESUSCITATO”. NON AVEVA LE  CHIAVI IN MANO, MA SILVIO DAI CITTADINI HA ESTRATTO SOLTANTO IL MEGLIO.
Morto. Sepolto. Sbranato. Sparito. Kaputt. Sconfitto. Annullato. Dimenticato. Il passato. Quasi arrestato. Presto in fuga. No, niente di tutto questo. Prendete la penna e tracciate una bella riga nera sulle parole d'ordine della speranza dell'antiberlusconismo militante. C'è un vincitore. Ed è quello che era "morto, sepolto, sbranato, sparito, kaputt" eccetera eccetera. Si chiama Silvio Berlusconi. E' tempo per un primo breve bilancio. Sono passati due mesi da quelle elezioni in cui il Pdl doveva essere spazzato via, superato. Eppure quel Pdl ha preso qualche manciata di voti in meno di quel Pd che aveva già vinto. Un trionfo, per il Cavaliere: gli azzurri sono in crisi nera, rientra in campo, sale su qualche palco e mette a segno la sua classica, strepitosa, rimonta. "Io aspetto" - Dopo il voto, però, non è soddisfatto. "Potevamo vincere, dovevo rimettermi in gioco prima". Ma è l'unico, tra i suoi (loro sì che avevano davvero paura di sparire), a non essere soddisfatto. Le chiavi per il governo, questa volta, non le ha in mano. L'impresa fantascientifica è stata soltanto sfiorata. Restano le basi per ripartire, per ricostruire, per riprendersi il Paese. Da subito, il Cav spiega che il Pdl è pronto all'intesa con il Pd. "L'unica soluzione possibile". Il vincitore sconfitto, Pier Luigi Bersani, però s'impunta. Vuole governare con Beppe Grillo e ne riceve soltanto dei "vaffanculo". Berlusconi, sornione, osserva. Ripete che tanto, prima o poi, anche la sinistra si renderà conto che l'unica strada è quella che porta al governo con gli azzurri. "Tanto Grillo non ci sta".

ABBIAMO IL GOVERNO. BUON LAVORO! SPERIAMO SAPPIA FAR RITROVARE ALL’ITALIA LA STRADA DELLO SVILUPPO, DELLA CONCORDIA E DELLA PROSPERITA’.



Pd e Pdl, una nuova stagione. Cosa possono guadagnare i due partiti di governo dalla fine delle ostilità

E’ comprensibile che i dirigenti dei due maggiori partiti, destinati a collaborare dopo essersi combattuti e demonizzati fino a poche settimane fa, siano preoccupati della reazione di un elettorato che può essere sconcertato dalla novità imposta dalla situazione del paese interpretata con vigore coattivo da Giorgio Napolitano. Sbaglierebbero, però, una volta deciso di accettare realisticamente la prospettiva della convergenza, a insistere nel minimizzarne la portata politica innovativa, sottolineando le proprie caratteristiche identitarie. In primo luogo dovrebbero rendersi conto che la crisi ha destrutturato profondamente queste stesse identità, che debbono essere ridefinite in base alla loro idoneità a fornire risposte alla situazione drammatica che vive gran parte della popolazione. Se, com’è risultato alla fine di una gestione travagliata, soprattutto per il centrosinistra, della fase postelettorale, queste risposte possono concretizzarsi solo sulla base di un confronto costruttivo con l’avversario di sempre, sarebbe meglio valorizzare il dato di fondo, cioè l’intervento di un governo in grado di tentare la fuoruscita dalla crisi, che attardarsi in una lacerazione autocritica e retrospettiva. Anche per il centrodestra, che deve rinunciare (almeno formalmente) alla coesione tra Lega e Pdl appena recuperata, la situazione non è semplice, anche se la sensazione di insufficienza è attenuata dalla constatazione dello scampato pericolo. Si tratta di due formazioni politiche che, la prima sei mesi fa, la seconda nei giorni scorsi, hanno rischiato la dissoluzione. Ciò è accaduto proprio perché hanno insistito sull’esibizione identitaria, invece che sulla funzione politica e pratica che possono esercitare. Ora la storia, forse nella sua versione più ironica, li costringe a mettere da parte l’aspetto più esibito della loro identità, l’ostilità nei confronti dell’avversario. Il venir meno (che non sarà solo episodico) di questi collanti negativi apre la questione di quali siano gli elementi di coesione positivi, cioè ideali e programmatici, di questi partiti, nel momento in cui non possono più presentarsi come semplici contenitori dell’antiberlusconismo o dell’anticomunismo. Il fatto che questa verifica concreta si svolga parallelamente nei due campi la rende reciprocamente utile, perché porta a definire le distinzioni e le differenze insieme alla capacità di fare sintesi (o di trovare mediazioni) con gli interlocutori obbligati della nuova maggioranza. Una maggioranza che sussiste anche nell’elettorato, a patto che i contraenti sappiano valorizzare quel che c’è di buono per il paese e quindi per loro stessi nella nuova situazione.

sabato 27 aprile 2013

SPRECHI E BISOGNI SECONDO I FAENTINI






DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A BRISIGHELLA, PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE.


INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO… PRENOTAZIONI 

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BERLUSCONI: SI A LETTA, MA MENO TASSE



L’intervista del Presidente a “Il Giornale”. Non c’è alcun bisogno che io entri nell’esecutivo. Possono farcela benissimo senza di me, purché abbiano come faro il nostro programma fiscale. È quella la nostra vera discriminante. Il gusto della battuta non riesce proprio a perderlo. "Finirà che mi accuseranno anche di strage. Di strage dei leader del Pd...", scherza Silvio Berlusconi strizzando l’occhio al capitombolo di Franco Marini e Romano Prodi durante le votazioni per il presidente della Repubblica.
D’altra parte, è di buon umore il Cavaliere. Lui, unico italiano a Dallas ospite dell’amico George W. Bush, ritratto nella photo opportunity accanto a Jimmy Carter, Bush padre, Bill Clinton e anche Barack Obama. Quattro ex inquilini della Casa Bianca più il presidente in carica, di certo un appuntamento niente affatto scontato. A Roma tornerà stasera e solo allora sarà possibile porre il sigillo a qualsivoglia accordo di governo. E mentre in Texas il Cavaliere passa dalla cena di mercoledì sera con tutta la famiglia Bush al cocktail organizzato ieri pomeriggio dal Partito Repubblicano assieme a Tony Blair e a José Maria Aznar, a Roma Angelino Alfano e i capigruppo del Pdl si consultano con il premier incaricato Enrico Letta. Sarà pure il buon umore, ma Berlusconi ha voglia di parlare. E da Dallas accetta di rispondere al telefono - che gli passa il sempre presente consigliere per le questioni estere Valentino Valentini - alle domande che gli pone il Giornale.
Cosa ne pensa dell’incarico ad Enrico Letta?
"L’ho sentito al telefono e spero davvero riesca a formare un governo di cui il Paese ha davvero bisogno. Siamo in una situazione in cui non si può più continuare ad andare avanti senza un esecutivo che indirizzi la politica economica, altrimenti il rischio è quello di finire in ginocchio".
Quindi lei è pronto a sostenere il governo Letta?
"Certamente sì. Anche se, detto con buon senso e non perché si tratta di un aut aut, è fondamentale che il nuovo esecutivo si faccia carico degli otto punti del nostro programma".
Sei dei quali sono economici...


LETTA SALIRA’ A PALAZZO CHIGI PERCHE’ (E’ NIPOTE DI GIANNI LETTA) HA CAMBIATO POSIZIONE RISPETTO ALL’ALLEANZA CON BERLUSCONI



Enrico Letta ha subito iniziato il suo percorso verso Palazzo Chigi criticando la politica europea di Angela Merkel. Un messaggio velato e diplomatico come è nello stile dell’esponente del Pd, che però è stato subito sottolineato dall’autorevole settimanale “Die Zeit”.
SVOLTA DI LETTA – Oggi Enrico Letta è uno dei temi più discussi in Germania. Dopo due mesi di paralisi l’economia che dà le maggiori preoccupazioni all’interno dell’eurozona, l’Italia, potrà forse ricevere un governo che la guidi. La soluzione della crisi politica del nostro paese è giudicata come probabile da Die Zeit, che però rimarca il carattere di novità ed al contempo di contraddizione di questa svolta. Letta salirà a Palazzo Chigi solo perchè ha cambiato posizione in modo radicale rispetto all’alleanza con Berlusconi. Il settimanale tedesco evidenzia come proprio nel corso di un’intervista concessa a Die Zeit il presidente del Consiglio incaricato avesse espresso la convinzione l’impossibilità di fare qualsiasi cosa con il Cavaliere. La conversione di Letta e del Pd è in realtà frutto delle sollecitazioni del presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha invitato, in modo esplicito, tutti i partiti ad accantonare le reciproche animosità ed ad unirsi con un nuovo spirito di concordia.
EUROFILO E BERLUSCONIANO – Die Zeit sottolinea il carattere diplomatico e l’abilità al compromesso mostrata da Letta durante la sua carriera. “Il percorso politico del futuro presidente del Consiglio è stato rapidissimo. Nel 1998, a soli 32 anni, diventò ministro delle Politiche europee, il più giovane nella storia italiana. Giovane, spigliato, pronto al compromesso e filo europeo: Letta ha le caratteristiche che Napolitano si augurava per il nuovo presidente del Consiglio”. Die Zeit evidenzia però come ci sia un’altra ragione per il probabile successo di Enrico Letta. L’esponente democratico è il nipote di Gianni Letta, il braccio destro e più ascoltato consigliere di Silvio Berlusconi. “Il Cavaliere ha tentato in ogni modo di far incoronare Gianni Letta come presidente della Repubblica, inutilmente. Le malelingue dicono che da un decennio i destini dell’Italia vengono decisi al tavolo della famiglia Letta.

giovedì 25 aprile 2013

GALASSINI INVITA A BRISIGHELLA, DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE, GLI AMICI



PRIMO INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO…ANCORA..
Vincenzo Galassini consigliere Provinciale, di Brisighella, vi invita Domenica 5 maggio 2013 ad un incontro tradizionale a Brisighella Hotel Valverde, adiacente alla Terme con ampio parcheggio, per un pranzo alle ore 12,30 con un ricco menù, preparato dall’amico Gianni, con le chicche di Brisighella compreso assaggi del “Carciofo moretto” e “Troia Mora” il tutto al  prezzo di €. 18, prenotazione entro venerdi 3  maggio al numero 339 2241934.
Nella mattinata chi è interessato può visitare nel centro di Brisighella la Via degli Asini, la mostra   del Ricamo    e acquistare prodotti gastronomici alla Macelleria Cavallari. All’incontro hanno assicurato la partecipazione  Gianguido Bazzoni nuovocapo Gruppo PDL Regione Emilia-Romagna, Rodolfo Ridolfi coordinatore Regionale Azzurri ‘94, il coordinatore Provinciale e vice Alberto AncaraniPaolo Savelli, vi aspetto numerosi.
MOSTRA DI RICAMI : "Le donne romagnole raccontano..." 
DAL 14 APRILE  AL 12 MAGGIO 2013  Chiesa del Suffragio nel centro storico di Brisighella (RA)



DOPO 68 ANNI L’ATTUALITA’ DEL 25 APRILE PUO’ DIVENIRE SIMBOLO DI UN’ITALIA PACIFICATA.



COME OGNI ANNO, NEL GIORNO DEDICATO ALLA LIBERAZIONE DELL’ITALIA COME PDL ABBIAMO RESO OMAGGIO AI CADUTI ALLEATI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL CIMITERO DI SANTA LUCIA
Rodolfo Ridolfi* Quest’anno il 68° anniversario del 25 aprile assume un particolare significato e ci riporta alla grandissima attualità dei valori espressi, nel mirabile discorso tenuto il 25 Aprile 2009 ad Onna in Abruzzo, dal Presidente Silvio Berlusconi nella parte in cui affermava “….Benché frutto evidente di compromessi, la Costituzione repubblicana riuscì a conseguire due obiettivi nobili e fondamentali: garantire la libertà e creare le condizioni per uno sviluppo democratico del Paese. Non fu poco. Anzi, fu il miglior compromesso allora possibile. Fu però mancato l’obiettivo di creare una coscienza morale “comune” della nazione, un obiettivo forse prematuro per quei tempi, tanto che il valore prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’anti-totalitarismo. Oggi, il nostro compito, il compito di tutti, è quello di costruire finalmente un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme, tutti insieme, quale che sia l’appartenenza politica, Se da oggi riusciremo a farlo insieme, avremo reso un grande servizio non a una parte politica o all'altra, ma al popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli che hanno il diritto di vivere in una democrazia finalmente pacificata… “ In Italia il 25 aprile, in Europa l'8 maggio 1945 (giorno della resa del nazismo) è giusto e doveroso ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della parte orientale dell'Europa caduta dopo l'oppressione nazista nell'altrettanto odiosa ed efferata tirannide comunista. E giusto onorare  Infatti come avrebbe riconosciuto per primo Wiston Churchill nel famoso discorso di Fulton: "da Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare l'Europa”. Il 25 aprile dobbiamo onorare tutti i resistenti: i nostri giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi, polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue, senza di loro, il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo ricordare, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando in buona fede la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta
.*Del Coordinamento Provinciale e Regionale Pdl


COMMISSIONE CONSILIARE SULLA CRISI ECONOMICA



aspettiamo un cenno dalle forze politiche ed in special modo dalla maggioranza sulla nostra proposta di lavoro
Abbiamo chiesto di istituire una Commissione consiliare ad Hoc per parlare della crisi economica, dell’impatto di questa sulle famiglie e sulle aziende e verificare l’adeguatezza degli interventi comunali.
La Giunta e la maggioranza sembrano intenzionati a discutere di questi argomenti in sede di commissione II.
Nel tentativo di trovare una conciliazione delle esigenze già in sede di commissione I abbiamo chiesto di trovare un punto di convergenza su un’ipotesi di programma di lavoro molto articolata che abbiamo formulato e sulla quale aspettiamo le indicazioni di tutte le forze politiche ed in special modo della maggioranza e della Giunta.
Il nostro interesse primario è che si inizi quanto prima a discutere a tutto tondo della crisi ed in primis si individuino le risposte che l’ambito comunale può dare ai faentini e alle imprese che stanno subendo forse il momento peggiore della crisi in atto. Raffaella Ridolfi
PIANO/CRONO PROGRAMMA
RICOGNIZIONE DELLO STATO DELL'ARTE
1.     AUDIZIONE RAPPRESENTANZE SINDACALI PER COMPARTI

RIDOLFI: “BILANCIO DI PREVISIONE DI FAENZA 2013 CAOTICO E D ICONSERVAZIONE


"In una città provata dalla crisi economica fin dal 2009 si approva un bilancio caotico di conservazione come se la politica e l'amministrazione fossero incapaci di correre dietro alla realtà rimanendo al palo con vecchi schemi e ricette. Un bilancio di conservazione con un IMU altissima, un IRPEF alta nonostante lo scaglionamento e tariffe dei servizi importanti. Un bilancio caotico di una amministrazione che aumenta uno 0,1 di IRPEF e cala alla stessa fascia di reddito le rette degli asili nido per una cifra talvolta pari a 5 volte quel 0,1 di IRPEF.  Un bilancio dove non si riconoscono le priorità legate all'economia se una forza di minoranza, nella fattispecie noi del PDL CDI, si sente in dovere di presentare un emendamento per non tagliare 13.500 alle cooperative di garanzia al credito (Emendamento non condiviso, rigettato dalla giunta). Un bilancio che l'amministrazione Malpezzi non riesce a scalfire chiuso come  e' nella camicia di forza debitoria derivante dalle vecchie scelte della precedente amministrazione: si pensi che lo swap ancora in essere dal 2010 ad oggi ha procurato una perdita di 1.300.000 euro. In tutto questo ciò che ci preoccupa oltre all'alto livello di tassazione fortemente inasprito dall'amministrazione Malpezzi è la politica dello struzzo legata alle società partecipate a tal proposito riteniamo che sia necessario chiarire nuovamente la situazione di Terre Naldi a fronte di quanto rilevabile nella relazione dei revisori dei conti. Non un bilancio quindi di attacco alla crisi e sostegno alla famiglia come fatto da altri comuni ma un bilancio di conservazione /fotocopia del 2012". Raffaella Ridolfi


1893: 120 ANNI INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA FIRENZE FAENZA



invito al pranzo di inaugurale presso il Comune di Faenza

L’INTERESSANTE CRONACA  DELLA GIORNATA GIORNATA INAUGURALE  TRATTA DAL GIORNALE :”La Palestra”* domenica 30 Aprile 1893”  BRISIGHELLA FAENZA – FIRENZE LA GIORNATA DELL’INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA
…………………più degli inglesi e dei Re eravamo alla nostra stazione ad un’ora venti pomeridiane, recando ognuno di noi un poco di quell’ansia che ci vien prodotta da un avvenimento lungamente desiderato e prossimo a realizzarsi: io poi oltre tutto sentiva acutizzarsi in me quella tale mia nostalgia   Fiorentina per cui gli amici mi vanno martellando sebbene in gran parte la dividano con me.
    E nell’attesa del treno inaugurale, cui l’ottimo Capo Stazione Gotti – un poco nervoso esso pure- ci annunziava il ritardo, guardavamo con curiosità nuova quella animazione che ci attorniava e lo spettacolo della Rocca di Maghinardo e della Torre imbandierate a festa e di tutto il paese che pareva sorridere anch’esso del bel solo primaverile.
    I gonfalone del Municipio campeggiava in mezzo alla Stazione, e le bandiere della Società Operaia e dei Veterani lo fiancheggiavano attorniate da numerosi Soci.
    Finalmente un petardo sparato dalla Rocca ci annunziava che il treno è in vista, e infatti poco appreso ci appare su in cima alla curva la nera locomotiva portante in fronte un trofeo di bandiere.
   Tutti tacciono, la banda intona le prime note della marcia reale ed il treno entra in Stazione salutato da VIVA FIRENZE.
     Gli invitati scendono: faccio appena a tempo di vedere l’onorevole Sani, di salutate il marchese Ugoccioni simpaticissimo rappresentante del Municipio di Firenze, ed il Cavalier Frumento già nostro sottoprefetto a Faenza ed ora consigliere Delegato alla Prefettura di Firenze che mi dice esser lieto di rivedere la Romagna e Brisighella. Traggano alla Sala di Aspetto a bere il Wermouth, si succedono in presentazioni, si ammira il vago panorama del paese che attrae l’attenzione di tutti e vi va poi a cercar posto sul treno affollatissimo. La fortuna mi getta in un Wagon dove trovarvi degli Ingegneri che hanno lavorato alla Faenza-Firenze fra cui rivedo con piacere l’amico carissimo Ing. Antonio Donati con cui rievochiamo la vita Brisighellese di quegli anni.
    E salutati dal plauso di tutti gli astanti numerosissimi, moviamo per Faenza 
    Si ammira en passant  l’area di verdura infiorata che il Generale Conte Ricciardelli ha fatto eriger all’ingresso della sua villa tutta imbandierata con gentile pensiero, e ci accostiamo velocemente a Faenza.
    Qua ci attende una immensa moltitudine che applaude fragorosamente coprendo  quasi il suono della Banda Municipale: le bandiere delle Società agitano,: scendiamo e sfondando penosamente la folla,

mercoledì 24 aprile 2013

SOSPENSIONE DEL PIANO SOSTA IL PD BATTA UN COLPO



Se il PD vuole veramente perseguire la linea del dialogo sul Piano sosta batta un colpo si impegni almeno, dopo essersi barricato sulle sue posizioni anche rendendo non esperibile il Referendum consultivo, ad impegnare il Consiglio comunale a rivedere il Piano sosta in un lasso di tempo accettabile per ridiscuterlo e valutare proposte alternative o migliorative. Il Capogruppo Pasi presenti un ordine del giorno in tal senso almeno per rispetto a tutti quei cittadini che hanno firmato le varie azioni popolari intraprese dai diversi movimenti e comitati. Jorick Bernardi   Raffaella Ridolfi  

FELICITA’: GIANGUIDO BAZZONI NUOVO CAPOGRUPPO DEL GRUPPO ASSEMBLEARE DEL PDL, DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA.



LA RICONOSCENZA DI  UN LUNGO E FRUTTIVO LAVORO, PRIMA A RAVENNA E POI A BOLOGNA, BRAVO GUIDO!
Nella riunione di ieri del Gruppo consigliare del PdL alla Regione Emilia-Romagna,  è stato deciso all’unanimità di nominare nuovo capogruppo il Consigliere ravennate Gianguido Bazzoni, in sostituzione del dimissionario Villani. Al nuovo capogruppo sono giunte immediatamente le congratulazioni, oltre che dei colleghi consiglieri, anche del coordinatore regionale di “Azzurri ‘94”, Rodolfo Ridolfi e quelle graditissime del Capogruppo alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta, che ha ricordato come Bazzoni sia da sempre una certezza per il partito, nei vari incarichi che ha ricoperto sempre al fianco del Presidente Berlusconi senza esitazioni o tentennamenti. Le congratulazioni della redazione e dai tanti amici dei diciotto  comuni della Provincia di Ravenna. FORZA GUIDO, FORZA ITALIA     


DISCORSO NAPOLITANO STRAORDINARIO, ORA GRANDE COALIZIONE



 “Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con un discorso storico, straordinario e appassionato ha ricollocato la politica al centro della vita pubblica”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta. “Adesso – aggiunge- toccherà alle forze parlamentari fare proprio il monito alla responsabilità e alla coesione che ci ha rivolto il Capo dello Stato per un governo forte e di grande coalizione che possa affrontare le urgenze che ha il Paese”.


OSSERVATORIO PROVINCIALE SULL’ IMMIGRAZIONE PERCHÉ AFFIDARE I COMPITI DELLA PROVINCIA ALL’ESTERNO DELL’ENTE?



LA PROVINCIA ASSEGNA PERSONALE PER I GIUDICI POPOLARI, NON DI SUA COMPETENZA, E NON NE’ HA PER QUESTO COMPITO?
Il Consiglio provinciale  ha votato a suo tempo una delibera avente come oggetto l’Osservatorio sulle politiche sociali e socio economiche con il quale si prevedeva una convenzione tra la Provincia e l’azienda Usl. Tale osservatorio non si configura solo come progetto di tipo statistico, bensì per l’impianto metolodologico definito, per l’attenzione  all’ integrazione dei sistemi informativi per l’apertura all’integrazione  con gli aspetti socio sanitari;  si definisce  come strumento in grado di leggere  le dinamiche, il cambiamento della società e comprendere come essa e le sue componenti si evolvono. Ciò premesso, l’Amministrazione provinciale ha ritenuto di procedere a un affidamento a soggetti esterni dai propri servizi per attività finalizzate alla realizzazione dell’Osservatorio, ritenendo che fra i dipendenti dell’ente non vi siano   disponibilità e competenze adeguate allo svolgimento di tale compito.  In definitiva,  si tratta di un affidamento diretto senza gara a una società a responsabilità limitata  di Faenza, pur dotata di esperienza e metodologie avanzate, per un costo di euro 6.895,00, per svolgere queste  attività di supporto allo stesso Osservatorio provinciale. Vale a dire che i materiali prodotti dalla società incaricata a compiere l’attività conoscitiva di analisi e di riflessione, dovranno poi essere successivamente analizzati, valutati ed elaborati dalle persone che concretamente si occupano direttamente dell’Osservatorio. Da quanto sopra si ricava che se tale attività è in capo alla Provincia, andrebbero formate e valorizzate le risorse interne per queste funzioni d’istituto, evitando tali spese, seppur contenute, proprio alla luce  dei  servizi attivi di statistica, di politiche del lavoro e sociali di cui dispone l’ente. Inoltre si affida il presente incarico  per l’anno 2012 quando ancor oggi sono in  fase di elaborazione i dati e le informazioni  riguardanti l’anno 2011. Spadoni, Galassini
   


IL REDDITOMETRO E’ “AL DI FUORI DELLA LEGALITA’” COSTITUZIONALE E COMUNITARIA



Non solo il Redditometro viola la privacy dei contribuenti, ma e’ anche ‘al di fuori della legalita’ costituzionale e comunitaria». Sentenza 74.02.13 della Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia, che si aggiunge all’Ordinanza del Tribunale di Napoli, Sezione civile di Pozzuoli, del 21 febbraio 2013, in aggiunta ad altri provvedimenti della Magistatura.
Ogni commento dovrebbe essere superfluo. Ci premerebbe solo ricordare una concetto fondamentale quanto disatteso. La Collettività trova la sua ragion d’essere nel fatto che le leggi dello stato dovrebbero fornire garanzie sempre più solide alla libertà delle persone, non limitarla e conculcarla fino ad annientarla.
Senza libertà personale si vive sotto una dittatura.

lunedì 22 aprile 2013

PRESENTABILI



IL PDL E’ UN PARTITO DI NON IMPRESENTABILI MA DI GENTE PER BENE E RESPONSABILE. BERLUSCONI NON HA INFIERITO SUL NEMICO MORENTE, HA MANTENUTO CALMA E BUONSENSO, NON HA DIVISO MA UNITO.
Alessandro Sallusti - Napolitano ha accettato di cavare le castagne dal fuoco a una sinistra che col fuoco delle presidenziali si è arrostita oltre ogni previsione. Dato lo stato confusionale di Bersani e soci, l'iniziativa l'ha presa l'altra sera il Pdl. Dal Colle, anche se non si può dire, hanno posto condizioni durissime per raddoppiare il mandato. Quali? Lo sapremo nei prossimi giorni, ma non è difficile immaginarle. La ricreazione è finita e il Pd se ne deve fare una ragione: o un governo con Pdl e Monti o elezioni subito; meglio la prima ipotesi e poi, semmai, la seconda più in là. Pur se senza precedenti nella storia repubblicana, il bis di Napolitano non è la vera novità. Perché se l'inquilino del Colle non cambia, altre cose non saranno più come prima. Per esempio siamo entrati di fatto in una Repubblica presidenziale. Da ieri il Quirinale, infatti, non ha più solo il ruolo di garante e custode della democrazia, ma è il centro della vita politica: Napolitano darà carte non rifiutabili, deciderà nomi e alleanze indiscutibili. Non è un male, ma meglio sarebbe stato seguire l'appello del Pdl a varare una riforma che avesse dato questi poteri a un presidente eletto dagli italiani tutti, non frutto di paralisi politiche o di improbabili e oscuri sondaggi su internet. La seconda novità è che i rapporti di forza in Parlamento cambiano a soli 50 giorni dal voto. L'alleanza Pd-Vendola non esiste più, così come non esiste più il Pd. Chi verrà dopo Bersani dovrà abbassare le arie e venire a più miti consigli con l'area moderata liberale. Terza novità. Da oggi il Movimento Cinquestelle perde la sua presunta verginità e, come da noi ipotizzato in tempi non sospetti, si svela per quello che è: un partito radicale comunista alleato con Vendola che, infatti, gli si è appiccicato addosso come una cozza, non solo sulla candidatura Rodotà. Centri sociali, comunisti e grillini da ieri sera stanno cercando di organizzare insieme una ridicola marcia su Roma nonostante la sconfessione di Rodotà stesso, che giudica assolutamente democratica, come ovviamente è, l'elezione di Napolitano. Ultima, ma non in ordine di importanza, la conferma per noi moderati che il Pdl è un partito non di impresentabili ma di gente per bene e responsabile. Berlusconi non ha infierito sul nemico morente, ha mantenuto calma e buonsenso, non ha diviso ma unito, si è sostituito ai vertici del Pd offrendo su un piatto d'argento la soluzione Napolitano. Di fatto ha vinto lui. Come recita un tweet che circola in queste ore, speriamo ora che la Boccassini non lo indaghi per strage, accusandolo di aver fatto fuori tra il 1994 ed il 2013 tutti i leader di Pds, Ds, Ulivo e Pd. Il resto, si vedrà.


BERLUSCONI: “NO AL VOTO A GIUGNO, ORA GOVERNO DI LARGHE INTESE. SEMPRE CHE IL PD……….



"Non è stato facile convincerlo ad accettare un nuovo mandato". Silvio Berlusconi, riporta oggi il Giornale, dice che come lo ha fatto lo scriverà un giorno "in un libro di memorie". Di sicuro, è stato il Cavaliere a sbloccare la situazione e a convincere Giorgio Napolitano a ricandidarsi, perché la sua riconferma era "l'unica soluzione possibile". Ma fa il modesto Berlusconi: "Non credo di essere io il vincitore". Forse non vuole infierire su Pier Luigi Bersani. Di sicuro in questi due mesi il Pdl ha dimostrato senso di responsabilità, serietà e coesione: "Da 54 giorni tutti gli italiani hanno potuto vedere e giudicare il nostro comportamento sensato rispetto a quello della sinistra". E ora anche le elezioni anticipate non sono più una priorità. Al contrario il Cavaliere crede che il voto a giugno sia meglio evitarlo, sempre che il Pd sia in grado di reggere la nascita di un governo di larghe intese.


sabato 20 aprile 2013

GRAZIE, GRAZIE….: DUE GRANDI STRATEGHI, NOMINATI DALLE PRIMARIE CON GRANDE PARTECIPAZIONE, CI HANNO SALVATO DA PRODI ED ELIMINATO IL PD!!!!


GRAZIE DEL CONTRIBUTO, ANCHE AL NUOVO “MATTEO RENZI”, SECONDO ALLE PRIMARIE


I democratici hanno silurato anche Romano Prodi: nella quarta tornata per l'elezione del presidente della Repubblica, il candidato del Pd al Quirinale si è fermato a quota 395. lontanissimo dai 504 voti richiesti per avere la maggioranza assoluta. Con Pdl e Lega Nord fuori dall'aula in segno di protesta, il professore cercava 7 o 8 "appoggi" tra i grillini e i montiani, e invece ha trovato decine di "franchi tiratori" proprio all'interno del suo partito di riferimento. Un massacro bello e buono che di fatto brucia sul nascere la candidatura dell'ex premier dell'Ulivo. Tanto che lo stesso Matteo Renzi, a sangue che scorre ancora, afferma ai cronisti: "La candidatura di Prodi non c'è più". E dopo qualche ora ecco che arriva il comunicato di Romano Prodi da Bamako, nel Mali:  Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni. Ritorno dunque serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità. Io non posso che prenderne atto". Dunque, Prodi si ritira. Gli sfottò del Pdl - Esulta compatto invece il Pdl, che non ha nemmeno votato in aula in segno di protesta contro la candidatura "unidirezionale" del Pdl. Il profilo Twitter ufficiale di Silvio Berlusconi strilla: "Non c'è più il #Pd". Renato Brunetta sfotte: "La slealtà non paga, #Prodi resti in #Africa". Per Fabrizio Cicchitto è "una autentica disfatta. Il Pd ha lanciato una sfida e l'ha persa clamorosamente. Non gli è riuscito né di far le larghe intese né di far l'affondamento. Un fallimento totale.


GRAZIE BERLUSCONI………. NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI PRIMARIE ABBIAMO TE!


Prodi in Africa non ci rimarrà come doveva fare anche il suo vice, Veltroni

 Caro Vincenzo, partendo dallo spirito e dalla lettera dell'articolo 87 della Costituzione, ci eravamo resi disponibili ad una candidatura condivisa, non espressione del nostro Partito. L'onorevole Bersani ci ha sottoposto una rosa di cinque candidature gradite al Partito Democratico. Tra queste candidature abbiamo individuato di comune accordo la candidatura di Franco Marini. Una candidatura che abbiamo lealmente sostenuto, votando Franco Marini nella prima votazione. Tale candidatura è stata invece successivamente accantonata, con palese violazione della parola data, degli impegni assunti con noi dal Partito Democratico, a causa delle faide e delle divisioni interne allo stesso PD. Oggi abbiamo appreso con sconcerto che il PD candida Romano Prodi per 'salvaguardare l'unita' del Partito': come si vede, sacrificano il valore superiore della rappresentanza di tutti gli italiani per tutelare il loro interesse di parte e di Partito. Come è tra l'altro nella tradizione del Partito Comunista italiano, il Pd ha quindi cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto i patti, si è dimostrato assolutamente inaffidabile e sta paralizzando il Paese da 53 giorni. Pretende di occupare tutte le istituzioni sulla base di uno 0.3 per cento di voti in più, probabilmente recuperati grazie alla antica "professionalità" della sinistra in sede di scrutinio. L'Onorevole Bersani affermò in campagna elettorale che, se anche avesse ottenuto il 51% dei voti, si sarebbe comportato come se avesse avuto il 49%, ma non ha ottenuto il 51% e neppure il 49%, ma solo il 20%, eppure pretende di sequestrare tutte le prime cinque cariche dello Stato e di bloccare il Paese, mettendo sotto i piedi la democrazia. Noi riteniamo che l'Italia, il nostro Paese, sia più importante degli interessi di fazione della sinistra. Non riconosciamo democraticità e limpidità a questo voto e al comportamento del Partito Democratico. Dinanzi a questa situazione, invito i nostri deputati e senatori, e anche gli altri parlamentari e rappresentanti regionali della nostra coalizione, a non partecipare al voto in questa quarta votazione.



OSPEDALE DI FAENZA: UN MORTO CHE PARLA






venerdì 19 aprile 2013

OSPEDALE DI FAENZA: UN MORTO CHE PARLA



L’Ausl Unica della Romagna rischia di essere la pietra tombale per l’ospedale di Faenza a rischio anche neonatologia
Questo è l’Ospedale di Faenza: un morto che parla, nel senso che tutti sanno che la situazione è delicata e sembra anche molto compromessa se la gestione dell’AUSL unica della Romagna non troverà nuovi binari e direttrici.  Ad oggi, in un processo così importante per il territorio, alla minoranza si raccontano belle favolette in pseudo consigli comunali mentre nei corridoi dei Sindaci di Lugo e Faenza si gioca alle figurine su cosa resta e cosa va dai due nosocomi, ormai destinati ad essere un presidio ospedaliero unico con due padiglioni uno appunto a Faenza e uno a Lugo. Nel gioco delle figurine ci sarebbe anche il reparto di ostetricia ginecologia neonatologia, con un Malpezzi che non sa cosa fare.
Noi in questa situazione vogliamo un processo trasparente e partecipato che non si può consumare  nelle segrete stanze della conferenza territoriale socio sanitaria, provinciale o di area vasta che sia, e che quindi secondo noi ha bisogno di alcuni correttivi nella rappresentanza, presenti ad esempio nel modello toscano delle Società della salute.  Non ci bastano smentite in politichese dal Presidente della Provincia Claudio Casadio. Visto che i veri azionisti del sistema sanitario provinciale sono i cittadini e chi li rappresenta, noi al Direttore generale Des Dorides diciamo che vogliamo azioni concrete per l'ospedale di Faenza, prima fra tutte la sostituzione dei primari che sono andati o andranno in pensione con nuovi primari subito, per mantenere il buon livello di sicurezza e qualità dei servizi dell'ospedale . Non siamo interessati a mantenere a livello locale costose direzioni sanitarie, che servano alla gestione burocratica delle direttive dei vertici aziendali ai Responsabili medici ed infermieristici dei reparti, ma siamo interessati a sostenere un Coordinamento Sanitario Locale forte, in grado di rappresentare a tutti i livelli il nostro Ospedale ed i Servizi del territorio. Intervenire sulle decisioni, provinciali o di area vasta che siano, per mettere in relazione le necessità sanitarie dei cittadini con le strutture che debbono dare loro le risposte sanitarie adeguate è un compito che noi non siamo disponibili a delegare ad altri, perché le scelte che stanno facendo ci riguardano tutti. Raffaella Ridolfi

DATI RIGUARDANTI L’ATTIVITA’ DELLE FORZE DELL’ORDINE IN CITTA’



INTERROGAZIONE premesso che si registrano ormai quotidianamente atti delinquenziali in città;
la presenza delle forze dell’Ordine nelle strade della città sembrerebbe non adeguata all’escalation criminale. Chiede al Sindaco e alla Giunta  di conoscere i dati relativi alle denunce presentate dai cittadini a Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale;
i dati relativi agli arresti e al numero di pattugliamenti effettuati
i dati relativi alle chiamate ricevute dai cittadini e se vi è stato oppure no un intervento; se non ritenga opportuno invitare in Consiglio Comunale il Prefetto, il Questore ed il Colonnello dei Carabinieri per una attenta analisi e ricognizione sullo stato della sicurezza e dell’ordine pubblico nella città. Raffaella Ridolfi


POVERI NOI: RITORNA PRODI



PD, IL VERO PARTITO DEI COMICI, LE GRANDI MANOVRE DEL QUIRINALE


Il clamoroso flop della candidatura di Franco Marini ha assegnato il ruolo di gruppo dirigente più incapace, ed oggettivamente più ridicolo, della politica italiana ai leader del Partito democratico. L’intera gestione della scelta per il prossimo presidente della Repubblica ha lasciato solo macerie: la rottura plastica del gruppo parlamentare, la divisione con gli alleati di Sel, la ribellione unanime della base del partito. Bersani e gli altri vertici del Pd hanno sostanzialmente deciso di finire in minoranza nel partito perseguendo ciò che fino all’altro giorno hanno sempre negato di voler fare, un’intesa con Berlusconi. Spesso chi snobba il MoVimento 5 Stelle ha definito improponibile un partito guidato da un comico. In questa vicenda però Grillo ha mostrato capacità politiche assai superiori a quelle dei dirigenti democratici. Prima il M5S ha organizzato, con molti limiti, una consultazione tra gli iscritti introdotta nel nostro paese proprio dal centrosinistra. La vittoria, prima della Gabanelli e poi di Rodotà, ha toccato una corda profonda nell’elettorato progressista del nostro paese, che si è riconosciuto in queste due candidature. La risposta di Bersani e dei suoi alleati, dopo il maldestro tentativo degli 8 punti, è stata la nomina di un candidato che aveva rifiutato di fare le primarie per manifesta impopolarità, scelto solo per logiche di alternanza tra ex Dc ed ex Pci, e benedetto da Silvio Berlusconi con tanto di incontro riservato. Il segretario del Partito democratico ha scelto di concludere la sua carriera politica abbracciandosi platealmente nell’emiciclo di Montecitorio con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, dopo che in tutti questi mesi si è palesato quanto sia stata impopolare la decisione di accordarsi con il centrodestra per dare il via al governo Monti. Pierluigi Bersani ha così deciso per se un’uscita finale degna di uno show di Crozza, che difficilmente avrebbe saputo scrivere uno svolgimento più comico.

ADDIO NAPOLITANO, SENZA NOSTALGIA……….



Addio a Napolitano…… la maggiore parte dei commenti  e della sinistra è una  ”dolorosa melensa” per la fine del settennato. Forse, contro corrente, io non  sono stato contento, ricordo il dibattito con Matteucci a Teleromagna del 2006 nei giorni della sua elezioni, in occasione delle elezioni provinciali, nel quale affermavo che la matrice comunista avrebbe sempre dominato nel suo operato. Nella pratica non è stato sopra le parti, e in particolare un giudizio nettamente negativo va dato per l’ultimo anno con la nomina di Monti, a senatore a vita e poi a Presidente del Consiglio non ricordando  il significato della sovranità popolare? Leggendo le cronache di questi giorni e il protagonismo decisorio di Napolitano si fa fatica a ricordarsi che siamo noi, con il voto, a decidere da chi vogliamo essere governati. Un altro esempio, Napolitano auspicava per Berlusconi, nell’occasione di  un suo  processo lo chiedeva  severo ma giusto. Al Quirinale è mancato sempre il coraggio nei confronti della magistratura. Ma state tranquilli, Napolitano parlerà finalmente di accanimento contro Berlusconi e criticherà le toghe. Sì, ma 11 dopo la sua morte. Come con Craxi. Vincenzo Galassini


giovedì 18 aprile 2013

E IO PAGO: FINALMENTE LA PROVINCIA ESCE DALLE SOCIETA’ PARTECIPATE, ALLE QUALI AVEVA ACQUISTATA QUOTE, SENZA AVERNE COMPETENZA



EMENDAMENTO AL BILANCIO DI PREVISIONE DELL’ESERCIZIO 2013 COMUNE DI FAENZA PER LE COOPERATIVE DI GARANZIA



Al fine di mantenere invariati i trasferimenti alle Cooperative di garanzia di credito a favore delle imprese si ritiene di variare gli stanziamenti della previsione di competenza del Bilancio di previsione 2013 in tal senso:
Ridurre al servizio 0906 - parchi e servizi per la tutela ambientale del verde altri servizi relativi alla tutela dell’ambiente e del verde - gli impegni di spesa per acquisto beni di consumo e/o materie prime codice e numero 1090602 passando da un totale di 79.575 a 66.075 euro
Aumentare gli impegni di spesa di 13.500 euro al servizio 1102 - Fiere mercati e servizi connessi – relativi ai trasferimenti codice e numero 1110205 passando da un totale di 128.645 a 142.145 euro. Raffaella Ridolfi



AUGURI A GUIDO BAZZONI……



BERSANI CANDIDA MARINI. E IL PD ESPLODE. PERCHE’ SOLO DAL PDL UN VOTO COESO!



Quando domani alle 10 si inizierà a votare per il capo dello Stato, si può stare certi che da un gruppo politico non mancheranno voti né verranno sorprese: il Popolo della Libertà. Al contrario, tutti i dubbi dei commentatori e degli stessi esponenti dei partiti si concentrano sugli altri, a cominciare dalla sinistra. Il discorso riguarda ovviamente il Pd, ormai un campo di battaglia tra ex Ds ed ex margheritini, a loro volta eredi del vecchio Pci e della vecchia Dc. E il bello, anzi il brutto, è che tutti i candidati vengono da quella parte: l'ambizione personale è legittima, ma dov'è finito il senso dello Stato del quale il centrosinistra si è sempre ammantato, quasi fosse un suo patrimonio genetico?
E molto semplice, anche se la cosiddetta grande stampa non lo ammette: il senso dello Stato, il concetto di bene del Paese, lo abbiamo noi, e soltanto noi siamo in grado di garantirlo nelle occasioni più importanti. Ripetiamo: il Pdl non agisce per proprio tornaconto, non abbiamo nessun candidato il lizza. E' ovvio che alcuni dei nomi ci vanno bene, altri meno, altri proprio no. Ma c'è una bella differenza ad essere direttamente parti in causa, oppure contribuire con tutta la forza dei nostri voti.

mercoledì 17 aprile 2013

INUTILE RIPETERE IL TORNA A BORDO CAZZO. PERCHE’ A BORDO NON RITORNA PIU’ NESSUNO


 Nessuno risponde più al torna a bordo, cazzo, di schettiniana memoria. Troppe navi politiche affondano e in tanti saltano su una zattera e tentano di salvarsi dal naufragio. È la stagione degli addii forzati e dei tradimenti. Non c’è solo la zuffa interna al Pd, determinata dalla semisconfitta di Bersani alle politiche preceduta dalla sconfitta di Renzi alle primarie. Non ci sono solo le liti all’interno dei grillini, nascoste abilmente dalle riunioni a porte chiuse e dai top secret trasferiti sul web, tra chi è devoto al capo e chi si è montato la testa dopo essere stato eletto per grazia ricevuta. I giornali parlano di possibili scissioni o di traghettamenti di parlamentari da una sponda all’altra. Ma il terremoto con scala Richter impazzita riguarda anche i partiti usciti dal voto con le ossa rotte: leader che sembravano inamovibili vengono detronizzati con un soffio, i militanti scappano, gli aspiranti leader fanno di tutto per prendere la situazione in mano. Il primo a trovarsi a un passo dal kappaò è Mario Monti, che sembrava il peso massimo imbattibile, il Tyson della politica, e che invece è crollato al primo pugno elettorale. La sua lista civica (o cinica) sta evaporando e con essa il piccolo gruppo di parlamentari che si sono salvati. Completamente fuori gioco gli alleati di Monti, che ora agiscono alla si salvi chi può. A sinistra è un continuo ribaltamento di fronte, un fuggi-fuggi generale con tentativi di riciclarsi, a mo’ di raccolta differenziata. La vicenda di Ingrao in Sicilia è significativa, ma la situazione peggiore la sta vivendo il giustiziere Di Pietro. Quando la nave affonda, i topi scappano. E Di Pietro di topi ne sta vedendo tanti e qualche domanda dovrebbe farsela. L’ultimo choc da Palermo, non molto tempo fa considerata la Stalingrado dell’Idv, con 29 consiglieri su 50 al seguito di Leoluca Orlando. Il sindaco sembra avere le tasche piene del dipietrismo e ha iniziato a lavorare a un nuovo progetto. Di Pietro arriva allora a Palermo per ribadire che i suoi orizzonti sono quelli della foto di Vasto e per questo riunisce attorno a sé i fedelissimi per dimostrare di essere lui l’anima del partito. Sono in molti, però, a rispondere picche, la sensazione è che tutto stia sfuggendo di mano all’ex pm, sempre più isolato e sempre più ininfluente. Inutile ripetere il torna a bordo cazzo. Perché a bordo non ritorna più nessuno