.“Questa fazione ha alimentato una battaglia atroce e
squallida. Una battuta di caccia di frodo giudiziario, dove l’avversario
politico è stato inseguito con qualsiasi arma. Questa minaccia è ancora attuale.
E, con intelligenti e rapide riforme, va restituito lo spirito della
Costituzione che vuole equilibrio e collaborazione tra istituzioni, ordini e
poteri dello Stato”. “Occorre una pacificazione in tutto e anche in quello giudiziaria.
C’è una parte della magistratura politicizzata. E’ una porzione piccola, ma ben
strumentata e strategicamente collocata, sostenuta da un forte circuito
finanziario ed editoriale .“ . Lo ha detto Renato Brunetta, presidente dei
deputati del Pdl, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo
Letta. “Come risulta ormai evidente dalle critiche
che si susseguono, sia a livello internazionale sia dai nostri principali
alleati, dalla Francia e dalla Spagna. In questo senso – sottolinea l’ex
ministro – un segnale immediato per i cittadini è l’abolizione dell’Imu, che è
diventata il simbolo delle politiche recessive fino ad oggi adottate. E la cui
eliminazione può, e deve, diventare il simbolo del nuovo corso della politica
economica in Italia”. “In questo senso, la revisione dei poteri di Equitalia;
la riforma del fisco; la detassazione delle nuove assunzioni; il passaggio
dall’attuale occhiuta e borbonica burocrazia delle autorizzazioni preventive ai
controlli ex post; la riforma della giustizia; la riforma del finanziamento
pubblico dei partiti, che sono alcuni dei contenuti degli 8 punti del Popolo
della Libertà, costituiscono elementi di pacificazione nel rapporto tra
cittadini e Stato”. “Sono atti di
ricucitura civile, atti di pace verso le nostre famiglie, verso il nostro
popolo. Atti simbolici che aprono una pagina nuova, ricreano fiducia,
consentono un nuovo inizio”.
martedì 30 aprile 2013
GRAZIE BERLUSCONI!!!!
LO
STOP ALL’IMU E’ UNA VITTORIA DI BERLUSCONI E DEL PDL
“L’annuncio del presidente del Consiglio,
Enrico Letta, di sospendere per giugno il pagamento dell’Imu sulla prima casa,
in attesa della più complessiva revisione delle tassazioni sugli immobili, é
un’importante vittoria del Popolo della Libertà e del presidente Berlusconi,
che non a caso avevano messo l’abolizione dell’imposta sulla prima casa fra i
punti irrinunciabili per poter partecipare ad un governo di larghe intese e di
pacificazione nazionale, nell’interesse dell’Italia e dei cittadini”.
domenica 28 aprile 2013
ELEZIONI. QUIRINALI E GOVERNO: IL TRIONFO DEL CAV. SORNIONE.
ERA MORTO, KAPUT “ARRESTATO”. MA LE
URNE LO HANNO “RESUSCITATO”. NON AVEVA LE
CHIAVI IN MANO, MA SILVIO DAI CITTADINI HA ESTRATTO SOLTANTO IL MEGLIO.
Morto. Sepolto. Sbranato.
Sparito. Kaputt. Sconfitto. Annullato. Dimenticato. Il passato. Quasi
arrestato. Presto in fuga. No, niente di tutto questo. Prendete la penna e
tracciate una bella riga nera sulle parole d'ordine della speranza
dell'antiberlusconismo militante. C'è un vincitore. Ed è quello che era
"morto, sepolto, sbranato, sparito, kaputt" eccetera eccetera. Si
chiama Silvio Berlusconi.
E' tempo per un primo breve bilancio. Sono passati due mesi da quelle elezioni
in cui il Pdl doveva essere spazzato via, superato. Eppure quel Pdl ha preso
qualche manciata di voti in meno di quel Pd che aveva già vinto. Un trionfo,
per il Cavaliere: gli azzurri sono in crisi nera, rientra in campo, sale su
qualche palco e mette a segno la sua classica, strepitosa, rimonta. "Io aspetto" - Dopo il voto,
però, non è soddisfatto. "Potevamo vincere, dovevo rimettermi in gioco
prima". Ma è l'unico, tra i suoi (loro sì che avevano davvero paura di
sparire), a non essere soddisfatto. Le chiavi per il governo, questa volta, non
le ha in mano. L'impresa fantascientifica è stata soltanto sfiorata. Restano le
basi per ripartire, per ricostruire, per riprendersi il Paese. Da subito, il
Cav spiega che il Pdl è pronto all'intesa con il Pd. "L'unica soluzione
possibile". Il vincitore sconfitto, Pier
Luigi Bersani, però s'impunta. Vuole governare con Beppe Grillo e ne riceve soltanto dei
"vaffanculo". Berlusconi, sornione, osserva. Ripete che tanto, prima
o poi, anche la sinistra si renderà conto che l'unica strada è quella che porta
al governo con gli azzurri. "Tanto Grillo non ci sta".
ABBIAMO IL GOVERNO. BUON LAVORO! SPERIAMO SAPPIA FAR RITROVARE ALL’ITALIA LA STRADA DELLO SVILUPPO, DELLA CONCORDIA E DELLA PROSPERITA’.
Pd
e Pdl, una nuova stagione. Cosa possono guadagnare i due partiti di
governo dalla fine delle ostilità
E’
comprensibile che i dirigenti dei due maggiori partiti,
destinati a collaborare dopo essersi combattuti e demonizzati fino a poche
settimane fa, siano preoccupati della
reazione di un elettorato che può essere sconcertato dalla novità imposta dalla
situazione del paese interpretata con vigore coattivo da
Giorgio Napolitano. Sbaglierebbero, però, una volta deciso di accettare
realisticamente la prospettiva della convergenza, a insistere nel minimizzarne
la portata politica innovativa, sottolineando le proprie caratteristiche
identitarie. In primo luogo dovrebbero rendersi conto che la crisi ha
destrutturato profondamente queste stesse identità, che debbono essere
ridefinite in base alla loro idoneità a fornire risposte alla situazione
drammatica che vive gran parte della popolazione. Se, com’è risultato alla fine di una
gestione travagliata, soprattutto per il centrosinistra, della fase
postelettorale, queste risposte possono
concretizzarsi solo sulla base di un confronto costruttivo con l’avversario di
sempre, sarebbe meglio valorizzare il dato di fondo, cioè
l’intervento di un governo in grado di tentare la fuoruscita dalla crisi, che
attardarsi in una lacerazione autocritica e retrospettiva. Anche per il
centrodestra, che deve rinunciare (almeno formalmente) alla coesione tra Lega e
Pdl appena recuperata, la situazione non è semplice, anche se la sensazione di
insufficienza è attenuata dalla constatazione dello scampato pericolo.
Si tratta di due formazioni politiche che, la prima sei mesi fa, la seconda nei
giorni scorsi, hanno rischiato la dissoluzione. Ciò è accaduto proprio perché
hanno insistito sull’esibizione identitaria, invece che sulla funzione politica
e pratica che possono esercitare. Ora la
storia, forse nella sua versione più ironica, li costringe a mettere da parte l’aspetto più esibito
della loro identità, l’ostilità nei confronti dell’avversario.
Il venir meno (che non sarà solo episodico) di questi collanti negativi apre la
questione di quali siano gli elementi di coesione positivi, cioè ideali e
programmatici, di questi partiti, nel momento in cui non possono più presentarsi
come semplici contenitori dell’antiberlusconismo o dell’anticomunismo. Il fatto
che questa verifica concreta si svolga parallelamente nei due campi la rende
reciprocamente utile, perché porta a definire le distinzioni e le differenze
insieme alla capacità di fare sintesi (o di trovare mediazioni) con gli
interlocutori obbligati della nuova maggioranza. Una maggioranza che sussiste
anche nell’elettorato, a patto che i contraenti sappiano valorizzare quel che
c’è di buono per il paese e quindi per loro stessi nella nuova situazione.
sabato 27 aprile 2013
DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A BRISIGHELLA, PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE.
INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO… PRENOTAZIONI
CLICCA QUI
BERLUSCONI: SI A LETTA, MA MENO TASSE
L’intervista del Presidente a “Il
Giornale”. Non c’è alcun bisogno che io entri nell’esecutivo. Possono
farcela benissimo senza di me, purché abbiano come faro il nostro programma
fiscale. È quella la nostra vera discriminante. Il gusto della battuta non
riesce proprio a perderlo. "Finirà
che mi accuseranno anche di strage. Di strage dei leader del Pd...",
scherza Silvio Berlusconi strizzando l’occhio al capitombolo di Franco Marini e
Romano Prodi durante le votazioni per il presidente della Repubblica.
D’altra parte, è di buon umore il Cavaliere. Lui, unico italiano a Dallas ospite dell’amico George W. Bush, ritratto nella photo opportunity accanto a Jimmy Carter, Bush padre, Bill Clinton e anche Barack Obama. Quattro ex inquilini della Casa Bianca più il presidente in carica, di certo un appuntamento niente affatto scontato. A Roma tornerà stasera e solo allora sarà possibile porre il sigillo a qualsivoglia accordo di governo. E mentre in Texas il Cavaliere passa dalla cena di mercoledì sera con tutta la famiglia Bush al cocktail organizzato ieri pomeriggio dal Partito Repubblicano assieme a Tony Blair e a José Maria Aznar, a Roma Angelino Alfano e i capigruppo del Pdl si consultano con il premier incaricato Enrico Letta. Sarà pure il buon umore, ma Berlusconi ha voglia di parlare. E da Dallas accetta di rispondere al telefono - che gli passa il sempre presente consigliere per le questioni estere Valentino Valentini - alle domande che gli pone il Giornale.
Cosa ne pensa dell’incarico ad Enrico Letta?D’altra parte, è di buon umore il Cavaliere. Lui, unico italiano a Dallas ospite dell’amico George W. Bush, ritratto nella photo opportunity accanto a Jimmy Carter, Bush padre, Bill Clinton e anche Barack Obama. Quattro ex inquilini della Casa Bianca più il presidente in carica, di certo un appuntamento niente affatto scontato. A Roma tornerà stasera e solo allora sarà possibile porre il sigillo a qualsivoglia accordo di governo. E mentre in Texas il Cavaliere passa dalla cena di mercoledì sera con tutta la famiglia Bush al cocktail organizzato ieri pomeriggio dal Partito Repubblicano assieme a Tony Blair e a José Maria Aznar, a Roma Angelino Alfano e i capigruppo del Pdl si consultano con il premier incaricato Enrico Letta. Sarà pure il buon umore, ma Berlusconi ha voglia di parlare. E da Dallas accetta di rispondere al telefono - che gli passa il sempre presente consigliere per le questioni estere Valentino Valentini - alle domande che gli pone il Giornale.
"L’ho sentito al telefono e spero davvero riesca a formare un governo di cui il Paese ha davvero bisogno. Siamo in una situazione in cui non si può più continuare ad andare avanti senza un esecutivo che indirizzi la politica economica, altrimenti il rischio è quello di finire in ginocchio".
Quindi lei è pronto a sostenere il governo Letta?
"Certamente sì. Anche se, detto con buon senso e non perché si tratta di un aut aut, è fondamentale che il nuovo esecutivo si faccia carico degli otto punti del nostro programma".
Sei dei quali sono economici...
LETTA SALIRA’ A PALAZZO CHIGI PERCHE’ (E’ NIPOTE DI GIANNI LETTA) HA CAMBIATO POSIZIONE RISPETTO ALL’ALLEANZA CON BERLUSCONI
Enrico
Letta ha subito iniziato il suo percorso
verso Palazzo Chigi
criticando la politica europea di Angela
Merkel. Un messaggio velato e diplomatico come è nello stile
dell’esponente del Pd,
che però è stato subito sottolineato dall’autorevole settimanale “Die Zeit”.
SVOLTA
DI LETTA – Oggi Enrico Letta è uno dei temi più discussi in Germania.
Dopo due mesi di paralisi l’economia che dà le maggiori preoccupazioni
all’interno dell’eurozona, l’Italia, potrà forse ricevere un governo che la
guidi. La soluzione della crisi politica del nostro paese è giudicata come
probabile da Die Zeit, che però rimarca il carattere di novità
ed al contempo di contraddizione di questa svolta. Letta salirà a Palazzo Chigi
solo perchè ha cambiato posizione in modo radicale rispetto all’alleanza con
Berlusconi. Il settimanale tedesco evidenzia come proprio nel corso di
un’intervista concessa a Die Zeit il presidente del Consiglio incaricato avesse
espresso la convinzione l’impossibilità di fare qualsiasi cosa con il
Cavaliere. La conversione di Letta e del Pd è in realtà frutto delle
sollecitazioni del presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha invitato,
in modo esplicito, tutti i partiti ad accantonare le reciproche animosità ed ad
unirsi con un nuovo spirito di concordia.
EUROFILO
E BERLUSCONIANO – Die Zeit sottolinea il carattere diplomatico e l’abilità
al compromesso mostrata da Letta durante la sua carriera. “Il percorso politico
del futuro presidente del Consiglio è stato rapidissimo. Nel 1998, a soli 32
anni, diventò ministro delle Politiche europee, il più giovane nella storia
italiana. Giovane, spigliato, pronto al compromesso e filo europeo: Letta ha le
caratteristiche
che Napolitano si augurava per il nuovo presidente del Consiglio”. Die Zeit
evidenzia però come ci sia un’altra ragione per il probabile successo di Enrico
Letta. L’esponente democratico è il
nipote di Gianni Letta, il braccio destro e più ascoltato consigliere di Silvio Berlusconi.
“Il Cavaliere ha tentato in ogni modo di far incoronare Gianni Letta come
presidente della Repubblica, inutilmente. Le malelingue dicono che da un
decennio i destini dell’Italia vengono decisi al tavolo della famiglia Letta.
giovedì 25 aprile 2013
GALASSINI INVITA A BRISIGHELLA, DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE, GLI AMICI
PRIMO
INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O
SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN
REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO…ANCORA..
Vincenzo
Galassini consigliere Provinciale, di Brisighella, vi invita
Domenica 5 maggio 2013
ad un incontro tradizionale a Brisighella Hotel Valverde, adiacente alla
Terme con ampio parcheggio, per un pranzo alle ore 12,30 con un ricco menù,
preparato dall’amico Gianni, con le chicche di Brisighella compreso assaggi del
“Carciofo moretto” e “Troia Mora” il tutto al prezzo di €. 18, prenotazione entro venerdi 3 maggio al numero 339 2241934.
Nella mattinata chi è
interessato può visitare nel centro di Brisighella la Via degli Asini, la
mostra del Ricamo e acquistare prodotti gastronomici alla
Macelleria Cavallari. All’incontro
hanno assicurato la partecipazione Gianguido
Bazzoni nuovocapo Gruppo PDL Regione Emilia-Romagna, Rodolfo Ridolfi coordinatore
Regionale Azzurri ‘94, il coordinatore Provinciale e vice Alberto Ancarani
e Paolo Savelli, vi
aspetto numerosi.
MOSTRA DI RICAMI : "Le donne
romagnole raccontano..."
DAL 14 APRILE AL 12 MAGGIO
2013 Chiesa del Suffragio nel centro
storico di Brisighella (RA)DOPO 68 ANNI L’ATTUALITA’ DEL 25 APRILE PUO’ DIVENIRE SIMBOLO DI UN’ITALIA PACIFICATA.
COME OGNI ANNO, NEL GIORNO DEDICATO ALLA LIBERAZIONE DELL’ITALIA
COME PDL ABBIAMO RESO OMAGGIO AI CADUTI ALLEATI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
AL CIMITERO DI SANTA LUCIA
Rodolfo
Ridolfi* Quest’anno il 68° anniversario del
25 aprile assume un particolare significato e ci riporta alla grandissima
attualità dei valori espressi, nel mirabile discorso tenuto il 25 Aprile 2009
ad Onna in Abruzzo, dal Presidente Silvio Berlusconi nella parte in cui affermava
“….Benché frutto evidente di compromessi,
la Costituzione repubblicana riuscì a conseguire due obiettivi nobili e
fondamentali: garantire la libertà e creare le condizioni per uno sviluppo
democratico del Paese. Non fu poco. Anzi, fu il miglior compromesso allora
possibile. Fu però mancato l’obiettivo di creare una coscienza morale “comune”
della nazione, un obiettivo forse prematuro per quei tempi, tanto che il valore
prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’anti-totalitarismo.
Oggi, il nostro compito, il compito di tutti, è quello di costruire finalmente
un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme, tutti insieme,
quale che sia l’appartenenza politica, Se da oggi riusciremo a farlo insieme,
avremo reso un grande servizio non a una parte politica o all'altra, ma al
popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli che hanno il diritto di vivere
in una democrazia finalmente pacificata… “ In Italia il 25 aprile, in
Europa l'8 maggio 1945 (giorno della resa del nazismo) è giusto e doveroso
ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se
bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico
della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della
parte orientale dell'Europa caduta dopo l'oppressione nazista nell'altrettanto
odiosa ed efferata tirannide comunista. E giusto onorare Infatti come avrebbe riconosciuto per primo
Wiston Churchill nel famoso discorso di Fulton: "da Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare
l'Europa”. Il 25 aprile dobbiamo onorare tutti i resistenti: i nostri
giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi,
polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue, senza di loro,
il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo
ricordare, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando
in buona fede la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta
.*Del Coordinamento Provinciale
e Regionale Pdl
COMMISSIONE CONSILIARE SULLA CRISI ECONOMICA
aspettiamo un cenno dalle forze politiche ed in special modo
dalla maggioranza sulla nostra proposta di lavoro
Abbiamo
chiesto di istituire una Commissione consiliare ad Hoc per parlare della crisi
economica, dell’impatto di questa sulle famiglie e sulle aziende e verificare
l’adeguatezza degli interventi comunali.
La
Giunta e la maggioranza sembrano intenzionati a discutere di questi argomenti
in sede di commissione II.
Nel
tentativo di trovare una conciliazione delle esigenze già in sede di
commissione I abbiamo chiesto di trovare un punto di convergenza su un’ipotesi
di programma di lavoro molto articolata che abbiamo formulato e sulla quale
aspettiamo le indicazioni di tutte le forze politiche ed in special modo della
maggioranza e della Giunta.
Il
nostro interesse primario è che si inizi quanto prima a discutere a tutto tondo
della crisi ed in primis si individuino le risposte che l’ambito comunale può
dare ai faentini e alle imprese che stanno subendo forse il momento peggiore
della crisi in atto. Raffaella Ridolfi
PIANO/CRONO
PROGRAMMA
RICOGNIZIONE
DELLO STATO DELL'ARTE
1.
AUDIZIONE RAPPRESENTANZE SINDACALI PER COMPARTI
RIDOLFI: “BILANCIO DI PREVISIONE DI FAENZA 2013 CAOTICO E D ICONSERVAZIONE
"In una città provata dalla crisi economica
fin dal 2009 si approva un bilancio caotico di conservazione come se la
politica e l'amministrazione fossero incapaci di correre dietro alla realtà
rimanendo al palo con vecchi schemi e ricette. Un bilancio di conservazione con
un IMU altissima, un IRPEF alta nonostante lo scaglionamento e tariffe dei
servizi importanti. Un bilancio caotico di una amministrazione che aumenta uno
0,1 di IRPEF e cala alla stessa fascia di reddito le rette degli asili nido per
una cifra talvolta pari a 5 volte quel 0,1 di IRPEF. Un bilancio dove non si riconoscono le
priorità legate all'economia se una forza di minoranza, nella fattispecie noi
del PDL CDI, si sente in dovere di presentare un emendamento per non tagliare
13.500 alle cooperative di garanzia al credito (Emendamento non condiviso,
rigettato dalla giunta). Un bilancio che l'amministrazione Malpezzi non riesce
a scalfire chiuso come e' nella camicia di forza debitoria derivante
dalle vecchie scelte della precedente amministrazione: si pensi che lo swap
ancora in essere dal 2010 ad oggi ha procurato una perdita di 1.300.000 euro. In
tutto questo ciò che ci preoccupa oltre all'alto livello di tassazione
fortemente inasprito dall'amministrazione Malpezzi è la politica dello struzzo
legata alle società partecipate a tal proposito riteniamo che sia necessario
chiarire nuovamente la situazione di Terre Naldi a fronte di quanto rilevabile
nella relazione dei revisori dei conti. Non un bilancio quindi di attacco alla
crisi e sostegno alla famiglia come fatto da altri comuni ma un bilancio di
conservazione /fotocopia del 2012". Raffaella Ridolfi
1893: 120 ANNI INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA FIRENZE FAENZA
invito al pranzo di inaugurale
presso il Comune di Faenza
L’INTERESSANTE CRONACA DELLA GIORNATA GIORNATA INAUGURALE TRATTA DAL GIORNALE :”La Palestra”* domenica 30 Aprile 1893” BRISIGHELLA
FAENZA – FIRENZE LA GIORNATA DELL’INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA
…………………più degli inglesi e dei Re eravamo alla
nostra stazione ad un’ora venti pomeridiane, recando ognuno di noi un poco di
quell’ansia che ci vien prodotta da un avvenimento lungamente desiderato e
prossimo a realizzarsi: io poi oltre tutto sentiva acutizzarsi in me quella
tale mia nostalgia Fiorentina per cui
gli amici mi vanno martellando sebbene in gran parte la dividano con me.
E
nell’attesa del treno inaugurale, cui l’ottimo Capo Stazione Gotti – un poco
nervoso esso pure- ci annunziava il ritardo, guardavamo con curiosità nuova
quella animazione che ci attorniava e lo spettacolo della Rocca di Maghinardo e
della Torre imbandierate a festa e di tutto il paese che pareva sorridere
anch’esso del bel solo primaverile.
I
gonfalone del Municipio campeggiava in mezzo alla Stazione, e le bandiere della
Società Operaia e dei Veterani lo fiancheggiavano attorniate da numerosi Soci.
Finalmente un petardo sparato dalla Rocca ci annunziava che il treno è
in vista, e infatti poco appreso ci appare su in cima alla curva la nera
locomotiva portante in fronte un trofeo di bandiere.
Tutti
tacciono, la banda intona le prime note della marcia reale ed il treno entra in
Stazione salutato da VIVA FIRENZE.
Gli
invitati scendono: faccio appena a tempo di vedere l’onorevole Sani, di
salutate il marchese Ugoccioni simpaticissimo rappresentante del Municipio di
Firenze, ed il Cavalier Frumento già nostro sottoprefetto a Faenza ed ora
consigliere Delegato alla Prefettura di Firenze che mi dice esser lieto di
rivedere la Romagna e Brisighella. Traggano alla Sala di Aspetto a bere il
Wermouth, si succedono in presentazioni, si ammira il vago panorama del paese
che attrae l’attenzione di tutti e vi va poi a cercar posto sul treno
affollatissimo. La fortuna mi getta in un Wagon dove trovarvi degli Ingegneri
che hanno lavorato alla Faenza-Firenze fra cui rivedo con piacere l’amico
carissimo Ing. Antonio Donati con cui rievochiamo la vita Brisighellese di
quegli anni.
E
salutati dal plauso di tutti gli astanti numerosissimi, moviamo per Faenza
Si
ammira en passant l’area di verdura infiorata che il Generale
Conte Ricciardelli ha fatto eriger all’ingresso della sua villa tutta
imbandierata con gentile pensiero, e ci accostiamo velocemente a Faenza.
Qua ci attende una immensa moltitudine che
applaude fragorosamente coprendo quasi
il suono della Banda Municipale: le bandiere delle Società agitano,: scendiamo
e sfondando penosamente la folla,
mercoledì 24 aprile 2013
SOSPENSIONE DEL PIANO SOSTA IL PD BATTA UN COLPO
Se il PD vuole veramente perseguire la linea del
dialogo sul Piano sosta batta un colpo si impegni almeno, dopo essersi
barricato sulle sue posizioni anche rendendo non esperibile il Referendum
consultivo, ad impegnare il Consiglio comunale a rivedere il Piano sosta
in un lasso di tempo accettabile per ridiscuterlo e valutare proposte
alternative o migliorative. Il Capogruppo Pasi presenti un ordine del
giorno in tal senso almeno per rispetto a tutti quei cittadini che hanno
firmato le varie azioni popolari intraprese dai diversi movimenti e
comitati. Jorick Bernardi Raffaella Ridolfi
FELICITA’: GIANGUIDO BAZZONI NUOVO CAPOGRUPPO DEL GRUPPO ASSEMBLEARE DEL PDL, DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA.
LA RICONOSCENZA DI UN LUNGO E FRUTTIVO LAVORO, PRIMA A RAVENNA E
POI A BOLOGNA, BRAVO GUIDO!
Nella riunione di ieri del Gruppo consigliare del
PdL alla Regione Emilia-Romagna, è stato
deciso all’unanimità di nominare nuovo capogruppo il Consigliere ravennate
Gianguido Bazzoni, in sostituzione del dimissionario Villani. Al nuovo
capogruppo sono giunte immediatamente le congratulazioni, oltre che dei
colleghi consiglieri, anche del coordinatore regionale di “Azzurri ‘94”,
Rodolfo Ridolfi e quelle graditissime del Capogruppo alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta, che ha ricordato
come Bazzoni sia da sempre una certezza per il partito, nei vari incarichi che
ha ricoperto sempre al fianco del Presidente Berlusconi senza esitazioni o
tentennamenti. Le congratulazioni della
redazione e dai tanti amici dei diciotto
comuni della Provincia di Ravenna. FORZA GUIDO, FORZA ITALIA
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DISCORSO NAPOLITANO STRAORDINARIO, ORA GRANDE COALIZIONE
“Il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, con un discorso storico, straordinario e appassionato ha
ricollocato la politica al centro della
vita pubblica”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera
Renato Brunetta. “Adesso – aggiunge- toccherà alle forze parlamentari
fare proprio il monito alla responsabilità e alla coesione che ci ha
rivolto il Capo dello Stato per un governo forte e di grande coalizione
che possa affrontare le urgenze che ha il Paese”.
OSSERVATORIO PROVINCIALE SULL’ IMMIGRAZIONE PERCHÉ AFFIDARE I COMPITI DELLA PROVINCIA ALL’ESTERNO DELL’ENTE?
LA PROVINCIA ASSEGNA PERSONALE PER I
GIUDICI POPOLARI, NON DI SUA COMPETENZA, E NON NE’ HA PER QUESTO COMPITO?
Il Consiglio
provinciale ha votato a suo tempo una
delibera avente come oggetto l’Osservatorio sulle politiche sociali e socio
economiche con il quale si prevedeva una convenzione tra la Provincia e
l’azienda Usl. Tale osservatorio non si configura solo come progetto di tipo
statistico, bensì per l’impianto metolodologico definito, per l’attenzione all’ integrazione dei sistemi informativi per
l’apertura all’integrazione con gli
aspetti socio sanitari; si definisce come strumento in grado di leggere le dinamiche, il cambiamento della società e
comprendere come essa e le sue componenti si evolvono. Ciò premesso,
l’Amministrazione provinciale ha ritenuto di procedere a un affidamento a soggetti esterni dai propri servizi
per attività finalizzate alla realizzazione dell’Osservatorio, ritenendo che fra i dipendenti dell’ente non
vi siano disponibilità e competenze
adeguate allo svolgimento di tale compito.
In definitiva, si tratta di un
affidamento diretto senza gara a una società a responsabilità limitata di Faenza, pur dotata di esperienza e
metodologie avanzate, per un costo di euro 6.895,00,
per svolgere queste attività di supporto
allo stesso Osservatorio provinciale. Vale a dire che i materiali prodotti
dalla società incaricata a compiere l’attività conoscitiva di analisi e di
riflessione, dovranno poi essere successivamente analizzati, valutati ed
elaborati dalle persone che concretamente si occupano direttamente
dell’Osservatorio. Da quanto sopra si ricava che se tale attività è in capo
alla Provincia, andrebbero formate e valorizzate le risorse interne per queste
funzioni d’istituto, evitando tali spese, seppur contenute, proprio alla luce dei servizi attivi di statistica, di politiche
del lavoro e sociali di cui dispone l’ente. Inoltre si affida il presente
incarico per l’anno 2012 quando ancor
oggi sono in fase di elaborazione i dati
e le informazioni riguardanti l’anno
2011. Spadoni, Galassini
IL REDDITOMETRO E’ “AL DI FUORI DELLA LEGALITA’” COSTITUZIONALE E COMUNITARIA
Non solo il Redditometro viola la privacy dei contribuenti,
ma e’ anche ‘al di fuori della legalita’ costituzionale e comunitaria». Sentenza
74.02.13 della Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia, che si
aggiunge all’Ordinanza del Tribunale di Napoli, Sezione civile di Pozzuoli, del
21 febbraio 2013, in aggiunta ad altri provvedimenti della Magistatura.
Ogni commento dovrebbe essere superfluo. Ci
premerebbe solo ricordare una concetto fondamentale quanto disatteso. La
Collettività trova la sua ragion d’essere nel fatto che le leggi dello stato
dovrebbero fornire garanzie sempre più solide alla libertà delle persone, non
limitarla e conculcarla fino ad annientarla.
Senza libertà personale si vive sotto una dittatura.
lunedì 22 aprile 2013
PRESENTABILI
IL PDL E’ UN PARTITO DI NON IMPRESENTABILI MA DI GENTE PER BENE
E RESPONSABILE. BERLUSCONI NON HA INFIERITO SUL NEMICO MORENTE, HA MANTENUTO
CALMA E BUONSENSO, NON HA DIVISO MA UNITO.
Alessandro
Sallusti - Napolitano ha accettato di cavare le castagne
dal fuoco a una sinistra che col fuoco delle presidenziali si è arrostita oltre
ogni previsione. Dato lo stato confusionale di Bersani e soci, l'iniziativa
l'ha presa l'altra sera il Pdl. Dal Colle, anche se non si può dire, hanno
posto condizioni durissime per raddoppiare il mandato. Quali? Lo sapremo nei
prossimi giorni, ma non è difficile immaginarle. La ricreazione è finita e il
Pd se ne deve fare una ragione: o un governo con Pdl e Monti o elezioni subito;
meglio la prima ipotesi e poi, semmai, la seconda più in là. Pur se senza
precedenti nella storia repubblicana, il bis di Napolitano non è la vera
novità. Perché se l'inquilino del Colle non cambia, altre cose non saranno più
come prima. Per esempio siamo entrati di fatto in una Repubblica presidenziale.
Da ieri il Quirinale, infatti, non ha più solo il ruolo di garante e custode
della democrazia, ma è il centro della vita politica: Napolitano darà carte non
rifiutabili, deciderà nomi e alleanze indiscutibili. Non è un male, ma meglio
sarebbe stato seguire l'appello del Pdl a varare una riforma che avesse dato
questi poteri a un presidente eletto dagli italiani tutti, non frutto di
paralisi politiche o di improbabili e oscuri sondaggi su internet. La seconda
novità è che i rapporti di forza in Parlamento cambiano a soli 50 giorni dal
voto. L'alleanza Pd-Vendola non esiste più, così come non esiste più il Pd. Chi
verrà dopo Bersani dovrà abbassare le arie e venire a più miti consigli con
l'area moderata liberale. Terza novità. Da oggi il Movimento Cinquestelle perde
la sua presunta verginità e, come da noi ipotizzato in tempi non sospetti, si
svela per quello che è: un partito radicale comunista alleato con Vendola che,
infatti, gli si è appiccicato addosso come una cozza, non solo sulla
candidatura Rodotà. Centri sociali, comunisti e grillini da ieri sera stanno
cercando di organizzare insieme una ridicola marcia su Roma nonostante la
sconfessione di Rodotà stesso, che giudica assolutamente democratica, come
ovviamente è, l'elezione di Napolitano. Ultima, ma non in ordine di importanza,
la conferma per noi moderati che il Pdl è un partito non di impresentabili ma
di gente per bene e responsabile. Berlusconi non ha infierito sul nemico
morente, ha mantenuto calma e buonsenso, non ha diviso ma unito, si è
sostituito ai vertici del Pd offrendo su un piatto d'argento la soluzione
Napolitano. Di fatto ha vinto lui. Come recita un tweet che circola in queste
ore, speriamo ora che la Boccassini non lo indaghi per
strage, accusandolo di aver fatto fuori tra il 1994 ed il 2013 tutti i leader
di Pds, Ds, Ulivo e Pd. Il resto, si vedrà.
BERLUSCONI: “NO AL VOTO A GIUGNO, ORA GOVERNO DI LARGHE INTESE. SEMPRE CHE IL PD……….
"Non è stato facile convincerlo ad accettare
un nuovo mandato". Silvio Berlusconi, riporta oggi il Giornale, dice che come lo
ha fatto lo scriverà un giorno "in un libro di memorie". Di sicuro, è
stato il Cavaliere a sbloccare la situazione e a convincere Giorgio
Napolitano a ricandidarsi, perché la sua riconferma era "l'unica soluzione possibile".
Ma fa il modesto Berlusconi: "Non credo di essere io il vincitore".
Forse non vuole infierire su Pier Luigi Bersani. Di sicuro in
questi due mesi il Pdl ha dimostrato senso di responsabilità, serietà e
coesione: "Da 54 giorni tutti gli italiani hanno potuto vedere e giudicare
il nostro comportamento sensato rispetto a quello della sinistra". E ora
anche le elezioni anticipate non sono più una priorità. Al contrario il
Cavaliere crede che il voto a giugno sia meglio evitarlo, sempre che il Pd sia
in grado di reggere la nascita di un governo di larghe intese.
sabato 20 aprile 2013
GRAZIE, GRAZIE….: DUE GRANDI STRATEGHI, NOMINATI DALLE PRIMARIE CON GRANDE PARTECIPAZIONE, CI HANNO SALVATO DA PRODI ED ELIMINATO IL PD!!!!
GRAZIE DEL CONTRIBUTO, ANCHE AL NUOVO “MATTEO RENZI”, SECONDO ALLE PRIMARIE
I democratici hanno silurato anche Romano
Prodi: nella quarta tornata per l'elezione del presidente della
Repubblica, il candidato del Pd al Quirinale si è fermato a quota 395.
lontanissimo dai 504 voti richiesti per avere la maggioranza assoluta. Con Pdl
e Lega Nord fuori dall'aula in segno di protesta, il
professore cercava 7 o 8 "appoggi" tra i grillini e i montiani, e
invece ha trovato decine di "franchi tiratori" proprio all'interno
del suo partito di riferimento. Un massacro bello e buono che di fatto brucia sul nascere
la candidatura dell'ex premier dell'Ulivo. Tanto che lo stesso Matteo
Renzi, a sangue che scorre ancora, afferma ai cronisti: "La
candidatura di Prodi non c'è più". E dopo qualche ora ecco che arriva il
comunicato di Romano Prodi da Bamako, nel Mali: Oggi mi
è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei
programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di
questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi
inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni. Ritorno dunque
serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione
deve farsi carico delle sue responsabilità. Io non posso che prenderne
atto". Dunque, Prodi si ritira. Gli sfottò del Pdl -
Esulta compatto invece il Pdl, che non ha nemmeno votato in aula in segno di
protesta contro la candidatura "unidirezionale" del Pdl. Il profilo
Twitter ufficiale di Silvio Berlusconi strilla: "Non c'è più il #Pd".
Renato Brunetta sfotte: "La slealtà non paga, #Prodi
resti in #Africa". Per Fabrizio Cicchitto è "una
autentica disfatta. Il Pd ha lanciato una sfida e l'ha persa clamorosamente.
Non gli è riuscito né di far le larghe intese né di far l'affondamento. Un
fallimento totale.
GRAZIE BERLUSCONI………. NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI PRIMARIE ABBIAMO TE!
Prodi in Africa non ci
rimarrà come doveva fare anche il suo vice, Veltroni
Caro
Vincenzo, partendo
dallo spirito e dalla lettera dell'articolo 87 della Costituzione, ci eravamo
resi disponibili ad una candidatura condivisa, non espressione del nostro
Partito. L'onorevole Bersani ci ha sottoposto una rosa di cinque candidature
gradite al Partito Democratico. Tra queste candidature abbiamo individuato
di comune accordo la candidatura di Franco Marini. Una candidatura che abbiamo
lealmente sostenuto, votando Franco Marini nella prima votazione. Tale
candidatura è stata invece successivamente accantonata, con palese violazione
della parola data, degli impegni assunti con noi dal Partito Democratico, a
causa delle faide e delle divisioni interne allo stesso PD. Oggi abbiamo
appreso con sconcerto che il PD candida Romano Prodi per 'salvaguardare
l'unita' del Partito': come si vede, sacrificano il valore superiore della
rappresentanza di tutti gli italiani per tutelare il loro interesse di parte e
di Partito. Come è tra l'altro nella tradizione del Partito Comunista italiano,
il Pd ha quindi cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto i patti, si è
dimostrato assolutamente inaffidabile e sta paralizzando il Paese da 53 giorni.
Pretende di occupare tutte le istituzioni sulla base di uno 0.3 per cento di
voti in più, probabilmente recuperati grazie alla antica
"professionalità" della sinistra in sede di scrutinio. L'Onorevole
Bersani affermò in campagna elettorale che, se anche avesse ottenuto il 51% dei
voti, si sarebbe comportato come se avesse avuto il 49%, ma non ha ottenuto il
51% e neppure il 49%, ma solo il 20%, eppure pretende di sequestrare tutte le
prime cinque cariche dello Stato e di bloccare il Paese, mettendo sotto i piedi
la democrazia. Noi riteniamo che l'Italia, il nostro Paese, sia più importante
degli interessi di fazione della sinistra. Non riconosciamo democraticità e
limpidità a questo voto e al comportamento del Partito Democratico. Dinanzi a
questa situazione, invito i nostri deputati e senatori, e anche gli altri
parlamentari e rappresentanti regionali della nostra coalizione, a non
partecipare al voto in questa quarta votazione.
venerdì 19 aprile 2013
OSPEDALE DI FAENZA: UN MORTO CHE PARLA
L’Ausl
Unica della Romagna rischia di essere la pietra tombale per l’ospedale di
Faenza a rischio anche neonatologia
Questo
è l’Ospedale di Faenza: un morto che parla, nel senso che tutti sanno che la
situazione è delicata e sembra anche molto compromessa se la gestione dell’AUSL
unica della Romagna non troverà nuovi binari e direttrici. Ad oggi, in un processo così importante per
il territorio, alla minoranza si raccontano belle favolette in pseudo consigli
comunali mentre nei corridoi dei Sindaci di Lugo e Faenza si gioca alle
figurine su cosa resta e cosa va dai due nosocomi, ormai destinati ad essere un
presidio ospedaliero unico con due padiglioni uno appunto a Faenza e uno a
Lugo. Nel gioco delle figurine ci sarebbe anche il reparto di ostetricia
ginecologia neonatologia, con un Malpezzi che non sa cosa fare.
Noi in questa situazione vogliamo un processo trasparente e
partecipato che non si può consumare
nelle segrete stanze della conferenza territoriale socio sanitaria,
provinciale o di area vasta che sia, e che quindi secondo noi ha bisogno di
alcuni correttivi nella rappresentanza, presenti ad esempio nel modello toscano
delle Società della salute. Non ci bastano
smentite in politichese dal Presidente della Provincia Claudio Casadio. Visto
che i veri azionisti del sistema sanitario provinciale sono i cittadini e chi
li rappresenta, noi al Direttore generale Des Dorides diciamo che vogliamo
azioni concrete per l'ospedale di Faenza, prima fra tutte la sostituzione dei
primari che sono andati o andranno in pensione con nuovi primari subito, per
mantenere il buon livello di sicurezza e qualità dei servizi dell'ospedale . Non
siamo interessati a mantenere a livello locale costose direzioni sanitarie, che
servano alla gestione burocratica delle direttive dei vertici aziendali ai
Responsabili medici ed infermieristici dei reparti, ma siamo interessati a
sostenere un Coordinamento Sanitario Locale forte, in grado di rappresentare a
tutti i livelli il nostro Ospedale ed i Servizi del territorio. Intervenire
sulle decisioni, provinciali o di area vasta che siano, per mettere in
relazione le necessità sanitarie dei cittadini con le strutture che debbono
dare loro le risposte sanitarie adeguate è un compito che noi non siamo
disponibili a delegare ad altri, perché le scelte che stanno facendo ci
riguardano tutti. Raffaella Ridolfi
DATI RIGUARDANTI L’ATTIVITA’ DELLE FORZE DELL’ORDINE IN CITTA’
INTERROGAZIONE premesso che si registrano ormai quotidianamente atti delinquenziali in città;
la
presenza delle forze dell’Ordine nelle strade della città sembrerebbe non
adeguata all’escalation criminale. Chiede al Sindaco e alla Giunta di
conoscere i dati relativi alle denunce presentate dai cittadini a Carabinieri,
Polizia di Stato e Polizia Municipale;
i
dati relativi agli arresti e al numero di pattugliamenti effettuati
i
dati relativi alle chiamate ricevute dai cittadini e se vi è stato oppure no un
intervento; se non ritenga opportuno invitare in Consiglio Comunale il
Prefetto, il Questore ed il Colonnello dei Carabinieri per una attenta analisi
e ricognizione sullo stato della sicurezza e dell’ordine pubblico nella città. Raffaella Ridolfi
POVERI NOI: RITORNA PRODI
PD, IL VERO PARTITO DEI COMICI, LE GRANDI MANOVRE DEL QUIRINALE
Il clamoroso flop della candidatura di Franco Marini ha assegnato il ruolo di gruppo dirigente più incapace, ed oggettivamente più ridicolo, della politica italiana ai leader del Partito democratico. L’intera gestione della scelta per il prossimo presidente della Repubblica ha lasciato solo macerie: la rottura plastica del gruppo parlamentare, la divisione con gli alleati di Sel, la ribellione unanime della base del partito. Bersani e gli altri vertici del Pd hanno sostanzialmente deciso di finire in minoranza nel partito perseguendo ciò che fino all’altro giorno hanno sempre negato di voler fare, un’intesa con Berlusconi. Spesso chi snobba il MoVimento 5 Stelle ha definito improponibile un partito guidato da un comico. In questa vicenda però Grillo ha mostrato capacità politiche assai superiori a quelle dei dirigenti democratici. Prima il M5S ha organizzato, con molti limiti, una consultazione tra gli iscritti introdotta nel nostro paese proprio dal centrosinistra. La vittoria, prima della Gabanelli e poi di Rodotà, ha toccato una corda profonda nell’elettorato progressista del nostro paese, che si è riconosciuto in queste due candidature. La risposta di Bersani e dei suoi alleati, dopo il maldestro tentativo degli 8 punti, è stata la nomina di un candidato che aveva rifiutato di fare le primarie per manifesta impopolarità, scelto solo per logiche di alternanza tra ex Dc ed ex Pci, e benedetto da Silvio Berlusconi con tanto di incontro riservato. Il segretario del Partito democratico ha scelto di concludere la sua carriera politica abbracciandosi platealmente nell’emiciclo di Montecitorio con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, dopo che in tutti questi mesi si è palesato quanto sia stata impopolare la decisione di accordarsi con il centrodestra per dare il via al governo Monti. Pierluigi Bersani ha così deciso per se un’uscita finale degna di uno show di Crozza, che difficilmente avrebbe saputo scrivere uno svolgimento più comico.
ADDIO NAPOLITANO, SENZA NOSTALGIA……….
Addio a Napolitano…… la maggiore parte dei
commenti e della sinistra è una ”dolorosa melensa” per la fine del settennato.
Forse, contro corrente, io non sono
stato contento, ricordo il dibattito con Matteucci a Teleromagna del 2006 nei
giorni della sua elezioni, in occasione delle elezioni provinciali, nel quale
affermavo che la matrice comunista avrebbe sempre dominato nel suo operato. Nella
pratica non è stato sopra le parti, e in particolare un giudizio nettamente
negativo va dato per l’ultimo anno con la nomina di Monti, a senatore a vita e
poi a Presidente del Consiglio non ricordando il significato della sovranità popolare?
Leggendo le cronache di questi giorni e il protagonismo decisorio di Napolitano
si fa fatica a ricordarsi che siamo noi, con il voto, a decidere da chi
vogliamo essere governati. Un altro esempio, Napolitano
auspicava per Berlusconi, nell’occasione di un suo processo lo chiedeva severo ma giusto. Al Quirinale è mancato
sempre il coraggio nei confronti della magistratura. Ma state tranquilli,
Napolitano parlerà finalmente di accanimento contro Berlusconi e criticherà le
toghe. Sì, ma 11 dopo la sua morte. Come con Craxi. Vincenzo Galassini
giovedì 18 aprile 2013
EMENDAMENTO AL BILANCIO DI PREVISIONE DELL’ESERCIZIO 2013 COMUNE DI FAENZA PER LE COOPERATIVE DI GARANZIA
Al
fine di mantenere invariati i trasferimenti alle Cooperative di garanzia di credito a favore delle imprese si ritiene di
variare gli stanziamenti della previsione di competenza del Bilancio di
previsione 2013 in tal senso:
Ridurre
al servizio 0906 - parchi e servizi per la tutela ambientale del verde altri
servizi relativi alla tutela dell’ambiente e del verde - gli impegni di spesa
per acquisto beni di consumo e/o materie prime codice e numero 1090602 passando
da un totale di 79.575 a 66.075 euro
Aumentare
gli impegni di spesa di 13.500 euro al servizio 1102 - Fiere mercati e servizi
connessi – relativi ai trasferimenti codice e numero 1110205 passando da un
totale di 128.645 a 142.145 euro. Raffaella
Ridolfi
BERSANI CANDIDA MARINI. E IL PD ESPLODE. PERCHE’ SOLO DAL PDL UN VOTO COESO!
Quando domani alle 10 si inizierà a votare per il
capo dello Stato, si può stare certi che da un gruppo politico non mancheranno
voti né verranno sorprese: il Popolo della Libertà. Al contrario, tutti i dubbi
dei commentatori e degli stessi esponenti dei partiti si concentrano sugli
altri, a cominciare dalla sinistra. Il discorso riguarda ovviamente il Pd,
ormai un campo di battaglia tra ex Ds ed ex margheritini, a loro volta eredi
del vecchio Pci e della vecchia Dc. E il bello, anzi il brutto, è che tutti i
candidati vengono da quella parte: l'ambizione personale è legittima, ma dov'è
finito il senso dello Stato del quale il centrosinistra si è sempre ammantato,
quasi fosse un suo patrimonio genetico?
E molto semplice, anche se la cosiddetta grande
stampa non lo ammette: il senso dello Stato, il concetto di bene del Paese, lo
abbiamo noi, e soltanto noi siamo in grado di garantirlo nelle occasioni più
importanti. Ripetiamo: il Pdl non agisce per proprio tornaconto, non abbiamo
nessun candidato il lizza. E' ovvio che alcuni dei nomi ci vanno bene, altri
meno, altri proprio no. Ma c'è una bella differenza ad essere direttamente
parti in causa, oppure contribuire con tutta la forza dei nostri voti.
mercoledì 17 aprile 2013
INUTILE RIPETERE IL TORNA A BORDO CAZZO. PERCHE’ A BORDO NON RITORNA PIU’ NESSUNO
Nessuno risponde più al
torna a bordo, cazzo, di schettiniana memoria. Troppe navi
politiche affondano e in tanti saltano su una zattera e tentano di salvarsi dal naufragio.
È la stagione degli
addii forzati e dei tradimenti. Non c’è solo la zuffa interna al Pd, determinata dalla semisconfitta di Bersani
alle politiche preceduta dalla sconfitta di Renzi alle primarie. Non ci sono
solo le liti
all’interno dei grillini, nascoste abilmente dalle riunioni a porte chiuse e
dai top secret trasferiti sul web, tra chi è devoto al capo e
chi si è montato la testa dopo essere stato eletto per grazia ricevuta. I
giornali parlano di possibili scissioni o di traghettamenti di parlamentari da una sponda
all’altra. Ma il terremoto con scala Richter impazzita riguarda
anche i partiti
usciti dal voto con le ossa rotte: leader che sembravano inamovibili vengono
detronizzati con un soffio, i militanti scappano, gli aspiranti
leader fanno di tutto per prendere la situazione in mano. Il primo a trovarsi a un passo
dal kappaò è Mario Monti, che sembrava il peso massimo
imbattibile, il Tyson della politica, e che invece è crollato al primo pugno
elettorale. La sua lista civica (o cinica) sta evaporando e con
essa il piccolo gruppo di parlamentari che si sono salvati. Completamente fuori
gioco gli alleati di Monti, che ora agiscono alla si salvi chi può. A sinistra
è un continuo ribaltamento di fronte, un fuggi-fuggi generale con tentativi di
riciclarsi, a mo’ di raccolta differenziata. La vicenda di Ingrao in Sicilia è significativa, ma la situazione peggiore la sta
vivendo il giustiziere Di
Pietro. Quando la nave affonda, i topi
scappano. E Di Pietro di topi ne sta vedendo tanti e qualche domanda dovrebbe
farsela. L’ultimo choc da Palermo, non molto tempo fa considerata la
Stalingrado dell’Idv, con 29 consiglieri su 50 al seguito di Leoluca Orlando.
Il sindaco sembra avere le tasche piene del dipietrismo e ha iniziato a
lavorare a un nuovo progetto. Di Pietro arriva allora a Palermo per ribadire
che i suoi orizzonti sono quelli della foto di Vasto e per questo riunisce
attorno a sé i fedelissimi per dimostrare di essere lui l’anima del partito.
Sono in molti, però, a rispondere picche, la sensazione è che tutto stia
sfuggendo di mano all’ex pm, sempre più isolato e sempre più ininfluente. Inutile ripetere il torna
a bordo cazzo. Perché a bordo non ritorna più
nessuno
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