Il Consiglio di Stato ha accolto
l'appello della sezione di Faenza del WWF contro il provvedimento della
Provincia di Ravenna, che apriva la caccia nell'oasi di protezione di
Pietramora e Ceparano. L'eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «La decisione
di permettere l'attività venatoria all'interno di un'oasi è gravissima.
Fortunatamente, bocciando l'operato della Provincia, il Consiglio di Stato ha
compiuto il primo passo verso la cancellazione di un provvedimento scellerato,
contrario anche alle indicazioni europee» Il Consiglio di Stato ha accolto
l'appello del WWF di Faenza contro il via libera alla caccia nell'oasi di
protezione di Pietramora e Ceparano, stabilito con un provvedimento emesso a
settembre scorso dalla Provincia di Ravenna. I Magistrati di Roma hanno
rilevano che "la finalità perseguita con il provvedimento impugnato (la
determina Provinciale) ove realmente esistente, potrebbe essere perseguita
attraverso strumenti alternativi, più rispettosi del principio di
proporzionalità", non arrivando alla cancellazione di un'oasi. A settembre
2012, la Provincia di Ravenna ha emanato una determina
di revoca dell'oasi esistente dal 2003. Il provvedimento era
stato giustificato con i "danni alle aree agricole provocati dagli
ungulati che fuoriescono dall'oasi", come
riporta una nota dell'Ambito
Territoriale di Caccia (ATC RA3) del comprensorio faentino. I dati, secondo il
WWF, non possono dimostrare un nesso di causalità tra i danni riferiti ad
un'area vasta e i cinghiali viventi nella parte ravennate dell'oasi, che è di
appena 398 ettari, poco più di un centesimo della superficie collinare
dell'intero ATC. Il ricorso presentato dal WWF al Tribunale Amministrativo
Regionale (TAR) dell'Emilia Romagna per ottenere la sospensiva della determina
della Provincia, era stato respinto dalla Seconda Sezione del TAR. Ora, invece,
il Consiglio di Stato ha sospeso l'esecuzione della delibera di revoca
dell'oasi e ha ordinato al TAR di fissare rapidamente l'udienza per la
decisione di merito sulla richiesta di annullamento della delibera stessa, con
il conseguente ripristino dell'Oasi. L'eurodeputato Andrea Zanoni vice
Presidente dell'Intergruppo per il Benessere degli Animali e membro della
Commissione ENVI Ambiente Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento
europeo ha affermato: «Sono soddisfatto della decisione del Consiglio di Stato
e sono al fianco del WWF in questa sacrosanta battaglia contro un provvedimento
ingiustificabile. La determina della Provincia è contraria alle indicazioni
europee. Era solo il 20 aprile 2012, appena un anno fa, quando a Strasburgo il
Parlamento europeo ha approvato la relazione Gerbrandy, con l'obiettivo di tutelare la biodiversità. Chi vuole
eliminare l'oasi di Pietramora e Ceparano vive nella preistoria e compie atti contrari
a quanto chiedono i cittadini europei: il futuro dell'Europa è la
biodiversità». L'oasi di protezione di Pietramora e Ceparano è Sito di Importanza Comunitaria (SIC)
e, come tale, è tutelata dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE. Si tratta di una
delle zone a più alto indice di biodiversità in provincia di Ravenna. L'area
comprende ambienti della "catena dello Spungone", un particolare tipo
di roccia, caratterizzata da un'elevata varietà naturalistica dovuta alla
presenza di boschi, praterie e formazioni rocciose seminaturali di notevole
interesse. Questi ambienti sono popolati da una decina di specie di chirotteri
e dalla presenza di rapaci di assoluta importanza come l'Albanella minore,
l'Aquila reale, il Nibbio bruno, il Pecchiaiolo, il Biancone, il Lodolaio, lo
Smeriglio, il Gufo reale ed il Falco pellegrino.
Nessun commento:
Posta un commento