IL PDL E’ UN PARTITO DI NON IMPRESENTABILI MA DI GENTE PER BENE
E RESPONSABILE. BERLUSCONI NON HA INFIERITO SUL NEMICO MORENTE, HA MANTENUTO
CALMA E BUONSENSO, NON HA DIVISO MA UNITO.
Alessandro
Sallusti- Napolitano ha accettato di cavare le castagne
dal fuoco a una sinistra che col fuoco delle presidenziali si è arrostita oltre
ogni previsione. Dato lo stato confusionale di Bersani e soci, l'iniziativa
l'ha presa l'altra sera il Pdl. Dal Colle, anche se non si può dire, hanno
posto condizioni durissime per raddoppiare il mandato. Quali? Lo sapremo nei
prossimi giorni, ma non è difficile immaginarle. La ricreazione è finita e il
Pd se ne deve fare una ragione: o un governo con Pdl e Monti o elezioni subito;
meglio la prima ipotesi e poi, semmai, la seconda più in là. Pur se senza
precedenti nella storia repubblicana, il bis di Napolitano non è la vera
novità. Perché se l'inquilino del Colle non cambia, altre cose non saranno più
come prima. Per esempio siamo entrati di fatto in una Repubblica presidenziale.
Da ieri il Quirinale, infatti, non ha più solo il ruolo di garante e custode
della democrazia, ma è il centro della vita politica: Napolitano darà carte non
rifiutabili, deciderà nomi e alleanze indiscutibili. Non è un male, ma meglio
sarebbe stato seguire l'appello del Pdl a varare una riforma che avesse dato
questi poteri a un presidente eletto dagli italiani tutti, non frutto di
paralisi politiche o di improbabili e oscuri sondaggi su internet. La seconda
novità è che i rapporti di forza in Parlamento cambiano a soli 50 giorni dal
voto. L'alleanza Pd-Vendola non esiste più, così come non esiste più il Pd. Chi
verrà dopo Bersani dovrà abbassare le arie e venire a più miti consigli con
l'area moderata liberale. Terza novità. Da oggi il Movimento Cinquestelle perde
la sua presunta verginità e, come da noi ipotizzato in tempi non sospetti, si
svela per quello che è: un partito radicale comunista alleato con Vendola che,
infatti, gli si è appiccicato addosso come una cozza, non solo sulla
candidatura Rodotà. Centri sociali, comunisti e grillini da ieri sera stanno
cercando di organizzare insieme una ridicola marcia su Roma nonostante la
sconfessione di Rodotà stesso, che giudica assolutamente democratica, come
ovviamente è, l'elezione di Napolitano. Ultima, ma non in ordine di importanza,
la conferma per noi moderati che il Pdl è un partito non di impresentabili ma
di gente per bene e responsabile. Berlusconi non ha infierito sul nemico
morente, ha mantenuto calma e buonsenso, non ha diviso ma unito, si è
sostituito ai vertici del Pd offrendo su un piatto d'argento la soluzione
Napolitano. Di fatto ha vinto lui. Come recita un tweet che circola in queste
ore, speriamo ora che la Boccassini non lo indaghi per
strage, accusandolo di aver fatto fuori tra il 1994 ed il 2013 tutti i leader
di Pds, Ds, Ulivo e Pd. Il resto, si vedrà.
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