giovedì 25 aprile 2013

1893: 120 ANNI INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA FIRENZE FAENZA



invito al pranzo di inaugurale presso il Comune di Faenza

L’INTERESSANTE CRONACA  DELLA GIORNATA GIORNATA INAUGURALE  TRATTA DAL GIORNALE :”La Palestra”* domenica 30 Aprile 1893”  BRISIGHELLA FAENZA – FIRENZE LA GIORNATA DELL’INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA
…………………più degli inglesi e dei Re eravamo alla nostra stazione ad un’ora venti pomeridiane, recando ognuno di noi un poco di quell’ansia che ci vien prodotta da un avvenimento lungamente desiderato e prossimo a realizzarsi: io poi oltre tutto sentiva acutizzarsi in me quella tale mia nostalgia   Fiorentina per cui gli amici mi vanno martellando sebbene in gran parte la dividano con me.
    E nell’attesa del treno inaugurale, cui l’ottimo Capo Stazione Gotti – un poco nervoso esso pure- ci annunziava il ritardo, guardavamo con curiosità nuova quella animazione che ci attorniava e lo spettacolo della Rocca di Maghinardo e della Torre imbandierate a festa e di tutto il paese che pareva sorridere anch’esso del bel solo primaverile.
    I gonfalone del Municipio campeggiava in mezzo alla Stazione, e le bandiere della Società Operaia e dei Veterani lo fiancheggiavano attorniate da numerosi Soci.
    Finalmente un petardo sparato dalla Rocca ci annunziava che il treno è in vista, e infatti poco appreso ci appare su in cima alla curva la nera locomotiva portante in fronte un trofeo di bandiere.
   Tutti tacciono, la banda intona le prime note della marcia reale ed il treno entra in Stazione salutato da VIVA FIRENZE.
     Gli invitati scendono: faccio appena a tempo di vedere l’onorevole Sani, di salutate il marchese Ugoccioni simpaticissimo rappresentante del Municipio di Firenze, ed il Cavalier Frumento già nostro sottoprefetto a Faenza ed ora consigliere Delegato alla Prefettura di Firenze che mi dice esser lieto di rivedere la Romagna e Brisighella. Traggano alla Sala di Aspetto a bere il Wermouth, si succedono in presentazioni, si ammira il vago panorama del paese che attrae l’attenzione di tutti e vi va poi a cercar posto sul treno affollatissimo. La fortuna mi getta in un Wagon dove trovarvi degli Ingegneri che hanno lavorato alla Faenza-Firenze fra cui rivedo con piacere l’amico carissimo Ing. Antonio Donati con cui rievochiamo la vita Brisighellese di quegli anni.
    E salutati dal plauso di tutti gli astanti numerosissimi, moviamo per Faenza 
    Si ammira en passant  l’area di verdura infiorata che il Generale Conte Ricciardelli ha fatto eriger all’ingresso della sua villa tutta imbandierata con gentile pensiero, e ci accostiamo velocemente a Faenza.
    Qua ci attende una immensa moltitudine che applaude fragorosamente coprendo  quasi il suono della Banda Municipale: le bandiere delle Società agitano,: scendiamo e sfondando penosamente la folla,




usciamo dalla Stazione, e parte sulle carrozze, parte a piedi ci incamminiamo al Municipio percorrendo corso Garibaldi, alle cui finestre fa splendida mostra di sé tutta la fiorente e rigogliosa bellezza femminea di Faenza, Un vero giardino!
    E siamo alla sala Consigliare dello storico palazzo Manfredi mutata elegantemente in sala del Banchetto. Sul busto del Re in fondo spiccano, fra le bandiere, il giglio Fiorentino ed il Leone di Faenza: di contro il ritratto di quel Grane Uomo e fino Carattere che fu il vero Padre della nostra linea Ferroviaria, la cui immatura perdita punge a noi tutti di nuovo rammarico il cuore.
    Ho ricordato Alfredo Baccarini (nato da brisighellesi N.d.R.)
    Attorno alla pareti, sotto fioriti festoni e numerose bandiere sono gli stemmi dei Comuni che la Strada attraversa, dalle Chiavi di Vaglia e S. Piero a Sieve al Cielo lunato e stellato di Fiesole, al San Lorenzo di Borgo, alla Torre con Leone rampante di Marradi, fino al pacifico Ariete della nostra Brisighella, che pare esultare come quelli segnati da Davide.
   Ci sediamo, il cicalio, il rumore della mensa, l’animazione generale, da alla sala un aspetto bellissimo.
    Il servizi, fatto dall’Albergo locale della Corona, procede colla maggior desiderabile ed attendibile regolarità.
Si avvicina il momento dei discorsi: non ve li riassumo: avete avuto modo di vederli nei giornali quotidiani locali e di Firenze. Dirò solo che io, come io, subisco quasi sempre i discorsi come una dolorosa necessità. Dirò solo che, a parte la speciale importanza del discorso dell’On.le Sani, mi parve ben scritto il discorso del Sindaco di Faenza, ben detto ed ispirato il discorso dell’On.le Caldesi.
   Intanto si indugia e si prevede che l’Orario subirà un maggior ritardo. Ciò a molti vicini e colleghi è spiacevole perché sorrideva a tutti l’idea della visita alla Città.
   Si vocifera, all’Ospedale e infatti  scendiamo affollati , risaliamo in vettura e si incamminiamo all’Ospedale.
  La città è animatissima, e le folte bandiere ne rendono anche più gaio l’aspetto. Il corso Vittorio Emanuele che percorriamo è affollato, le finestre popolate leggiadramente.
    Scendiamo all’Ospedale, che sebbene non completo, alle minute illustrazioni che ci danno glia egregi dottori G.B. Sarti e Prof. A. Testi, di tutte le applicazioni che la Scienza Ospitaliera ha qui trovato, alla spaziosità ed ariosità dei locali, incontra ammirazione universale.
   Ma l’ora si fa tarda e si ritorna alla Stazione, dove i vagoni sono presi ‘assalto per ritorno a Firenze, che però non comincia se non dopo in vivo applauso ed un cordiale saluto alla bella città del Lamone che ne ha così cordialmente ospitati e festeggiati. Onore alla più bella città di Romagna.
    Risaliamo la Valle. La sorte buona mi ha dato a compagni, fra gli altri, due simpaticissimi colleghi (si licet magis componere parva) in giornalismo. I quali si mostrano ammirati e lietissimi della gita, della accoglienza di Faenza, de i panorami, fra cui citano spesso e con nota di speciale simpatia quello della nostra Brisighella che secondo loro rassomiglia a qualche veduta della Toscana e qualche veduta Tedesca e qualche altra Svizzera, Io nella mia qualità di Brisighellese gongolo e me la godo, fornendo intanto, come  posso meglio,  tutte quelle informazioni che mi vengono a volta a volta richieste sulla Valle, sue industrie, produzioni, storia, interessi, speranze.
  Sento che il viaggio mi sarà piacevolissimo.
  Risalutiamo i pini di Villa Ferniani, le bandiere di villa Ricciardelli e rieccoci a Brisighella. nuovi evviva, nuova ammirazione dei panorami: i miei compagni gridano “Viva Brisighella”, e fuori si grida “Viva, Viva Firenze” con unanime entusiasmo, che troviamo  ripetuto a Fognano,e così passando San Cassiano e San Martino in Gattara giungiamo a Marradi.
    Qui si è preparato un rinfresco al quale si fa volentieri onore: la Stazione è illuminata, la Banda Municipale suona la Marcia Reale, le Associazioni sono presenti colle loro bandiere, e tutto il Paese è addirittura riversato attorno a noi. Si grida “Viva Firenze” si risale, si riparte.
   Uno dei Colleghi e compagni nota con soddisfazione il culto che per tutto il territorio si dimostra alla memoria di Alfredo Baccarini, e lo ha come segno di buona educazione civile.
   Attraversiamo Crispino, che, tutto illuminato fa splendida mostra e ci saluta con i fuochi d’artificio e colla fanfara: e raggiungiamo a Borgo San Lorenzo.
   Sebbene l’ora già tarda, c’è ancora gente alla stazione dove si fa una sosta piuttosto lunga.
   Quando Fio vuole si riparte: ci sentiamo stanchi, la conversazione langue e ci appisoliamo addirittura: il treno corre veloce: presso Firenze raccogliamo passando le allegre note di una fanfara che ci scuote: e con sospiro di soddisfazione ci accorgiamo che siamo al termine del viaggio.
  Infatti poco appresso la Stazione fiorentina silenziosamente ci accoglie, scendiamo, tiriamo un sospiro di soddisfazione per la bella giornata passata e per trovarci nella splendida città che colle sue vie ancora illuminate dalla luce elettrica ci caccia il sonno e ci invita al buon umore.
  Trovatici in parecchi romagnoli ci serriamo in gruppo e andiamo alla ricerca di alloggio che ritroviamo non senza pena.
ci laviamo dalla affumicatura del viaggio e andiamo a cena: brindiamo in tutte le forme e i metri possibili a Firenze, a Faenza, a Marradi, a Brisighella, e poi ce ne andiamo a letto.
erano ormai le tre antimeridiane e ne avevamo bisogno. Pederzoli Domenico Direttore Responsabile 

(N.d.R.) La Ferrovia Firenze Faenza era gestita da una società privata Società Adriatica.
Il treno inaugurale è partito da Brisighella per Faenza alle ore due pomeridiane, il sindaco di Brisighella, Avv. Paolo Lega, aveva dato per la circostanza la sua maggiore attività perché la Stazione fosse addobbata come richiedeva la solennità della circostanza. Fece costruire un palchettone per la banda filarmonica e fece disporre e innalzare nell’interno della stazione e nelle adiacenze varie antenne su cui vennero, con pensiero gentile, esposti gli stemmi delle città r paesi attraversati dalla nuova ferrata. Il capo stazione Gotti, cooperò alla pari, con una solerzia lodevole, a rendere più gaia la stazione ferroviaria arricchendo di fiori e statue il giardino adiacente e all’Autorità, alle rappresentanze e agli invitati fu servito un rinfresco nei locali della stazione, all’uopo incaricato al caffettiere Candido Piancastelli, mentre la Banda oltre alla Marcia Reale suonò ballabili. La stazione e i locali annessi compresi quello delle pubbliche scuole (inaugurate nel 1892) erano tutti imbandierati e la sera illuminati a candele, servendosi all’uopo dei trasparenti stampati per la circostanza dalla tipografia brisighellese G.B. Bodoni. Al pranzo di Faenza parteciparono 300 invitati per il comune di Brisighella partecipò solo il Sindaco Lega e due assessori.


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