invito al pranzo di inaugurale
presso il Comune di Faenza
L’INTERESSANTE CRONACA DELLA GIORNATA GIORNATA INAUGURALE TRATTA DAL GIORNALE :”La Palestra”* domenica 30 Aprile 1893” BRISIGHELLA
FAENZA – FIRENZE LA GIORNATA DELL’INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA
…………………più degli inglesi e dei Re eravamo alla
nostra stazione ad un’ora venti pomeridiane, recando ognuno di noi un poco di
quell’ansia che ci vien prodotta da un avvenimento lungamente desiderato e
prossimo a realizzarsi: io poi oltre tutto sentiva acutizzarsi in me quella
tale mia nostalgia Fiorentina per cui
gli amici mi vanno martellando sebbene in gran parte la dividano con me.
E
nell’attesa del treno inaugurale, cui l’ottimo Capo Stazione Gotti – un poco
nervoso esso pure- ci annunziava il ritardo, guardavamo con curiosità nuova
quella animazione che ci attorniava e lo spettacolo della Rocca di Maghinardo e
della Torre imbandierate a festa e di tutto il paese che pareva sorridere
anch’esso del bel solo primaverile.
I
gonfalone del Municipio campeggiava in mezzo alla Stazione, e le bandiere della
Società Operaia e dei Veterani lo fiancheggiavano attorniate da numerosi Soci.
Finalmente un petardo sparato dalla Rocca ci annunziava che il treno è
in vista, e infatti poco appreso ci appare su in cima alla curva la nera
locomotiva portante in fronte un trofeo di bandiere.
Tutti
tacciono, la banda intona le prime note della marcia reale ed il treno entra in
Stazione salutato da VIVA FIRENZE.
Gli
invitati scendono: faccio appena a tempo di vedere l’onorevole Sani, di
salutate il marchese Ugoccioni simpaticissimo rappresentante del Municipio di
Firenze, ed il Cavalier Frumento già nostro sottoprefetto a Faenza ed ora
consigliere Delegato alla Prefettura di Firenze che mi dice esser lieto di
rivedere la Romagna e Brisighella. Traggano alla Sala di Aspetto a bere il
Wermouth, si succedono in presentazioni, si ammira il vago panorama del paese
che attrae l’attenzione di tutti e vi va poi a cercar posto sul treno
affollatissimo. La fortuna mi getta in un Wagon dove trovarvi degli Ingegneri
che hanno lavorato alla Faenza-Firenze fra cui rivedo con piacere l’amico
carissimo Ing. Antonio Donati con cui rievochiamo la vita Brisighellese di
quegli anni.
E
salutati dal plauso di tutti gli astanti numerosissimi, moviamo per Faenza
Si
ammira en passant l’area di verdura infiorata che il Generale
Conte Ricciardelli ha fatto eriger all’ingresso della sua villa tutta
imbandierata con gentile pensiero, e ci accostiamo velocemente a Faenza.
Qua ci attende una immensa moltitudine che
applaude fragorosamente coprendo quasi
il suono della Banda Municipale: le bandiere delle Società agitano,: scendiamo
e sfondando penosamente la folla,
usciamo dalla Stazione, e parte sulle carrozze,
parte a piedi ci incamminiamo al Municipio percorrendo corso Garibaldi, alle
cui finestre fa splendida mostra di sé tutta la fiorente e rigogliosa bellezza
femminea di Faenza, Un vero giardino!
E siamo
alla sala Consigliare dello storico palazzo Manfredi mutata elegantemente in
sala del Banchetto. Sul busto del Re in fondo spiccano, fra le bandiere, il
giglio Fiorentino ed il Leone di Faenza: di contro il ritratto di quel Grane
Uomo e fino Carattere che fu il vero Padre della nostra linea Ferroviaria, la
cui immatura perdita punge a noi tutti di nuovo rammarico il cuore.
Ho
ricordato Alfredo Baccarini (nato da
brisighellesi N.d.R.)
Attorno
alla pareti, sotto fioriti festoni e numerose bandiere sono gli stemmi dei
Comuni che la Strada attraversa, dalle Chiavi di Vaglia e S. Piero a Sieve al
Cielo lunato e stellato di Fiesole, al San Lorenzo di Borgo, alla Torre con
Leone rampante di Marradi, fino al pacifico Ariete della nostra Brisighella,
che pare esultare come quelli segnati
da Davide.
Ci
sediamo, il cicalio, il rumore della mensa, l’animazione generale, da alla sala
un aspetto bellissimo.
Il
servizi, fatto dall’Albergo locale della Corona, procede colla maggior
desiderabile ed attendibile regolarità.
Si avvicina il momento dei discorsi: non ve li
riassumo: avete avuto modo di vederli nei giornali quotidiani locali e di
Firenze. Dirò solo che io, come io, subisco quasi sempre i discorsi come una
dolorosa necessità. Dirò solo che, a parte la speciale importanza del discorso
dell’On.le Sani, mi parve ben scritto il discorso del Sindaco di Faenza, ben
detto ed ispirato il discorso dell’On.le Caldesi.
Intanto
si indugia e si prevede che l’Orario subirà un maggior ritardo. Ciò a molti
vicini e colleghi è spiacevole perché sorrideva a tutti l’idea della visita
alla Città.
Si
vocifera, all’Ospedale e infatti
scendiamo affollati , risaliamo in vettura e si incamminiamo
all’Ospedale.
La città è
animatissima, e le folte bandiere ne rendono anche più gaio l’aspetto. Il corso
Vittorio Emanuele che percorriamo è affollato, le finestre popolate
leggiadramente.
Scendiamo all’Ospedale, che sebbene non completo, alle minute
illustrazioni che ci danno glia egregi dottori G.B. Sarti e Prof. A. Testi, di
tutte le applicazioni che la Scienza Ospitaliera ha qui trovato, alla
spaziosità ed ariosità dei locali, incontra ammirazione universale.
Ma l’ora
si fa tarda e si ritorna alla Stazione, dove i vagoni sono presi ‘assalto per
ritorno a Firenze, che però non comincia se non dopo in vivo applauso ed un
cordiale saluto alla bella città del Lamone che ne ha così cordialmente
ospitati e festeggiati. Onore alla più bella città di Romagna.
Risaliamo la Valle. La sorte buona mi ha dato a compagni, fra gli altri,
due simpaticissimi colleghi (si licet
magis componere parva) in giornalismo. I quali si mostrano ammirati e
lietissimi della gita, della accoglienza di Faenza, de i panorami, fra cui
citano spesso e con nota di speciale simpatia quello della nostra Brisighella
che secondo loro rassomiglia a qualche veduta della Toscana e qualche veduta
Tedesca e qualche altra Svizzera, Io nella mia qualità di Brisighellese gongolo
e me la godo, fornendo intanto, come
posso meglio, tutte quelle
informazioni che mi vengono a volta a volta richieste sulla Valle, sue
industrie, produzioni, storia, interessi, speranze.
Sento che
il viaggio mi sarà piacevolissimo.
Risalutiamo i pini di Villa Ferniani, le bandiere di villa Ricciardelli
e rieccoci a Brisighella. nuovi evviva, nuova ammirazione dei panorami: i miei
compagni gridano “Viva Brisighella”, e fuori si grida “Viva, Viva Firenze” con
unanime entusiasmo, che troviamo
ripetuto a Fognano,e così passando San Cassiano e San Martino in Gattara
giungiamo a Marradi.
Qui si è
preparato un rinfresco al quale si fa volentieri onore: la Stazione è
illuminata, la Banda Municipale suona la Marcia Reale, le Associazioni sono
presenti colle loro bandiere, e tutto il Paese è addirittura riversato attorno
a noi. Si grida “Viva Firenze” si risale, si riparte.
Uno dei
Colleghi e compagni nota con soddisfazione il culto che per tutto il territorio
si dimostra alla memoria di Alfredo Baccarini, e lo ha come segno di buona
educazione civile.
Attraversiamo Crispino, che, tutto illuminato fa splendida mostra e ci
saluta con i fuochi d’artificio e colla fanfara: e raggiungiamo a Borgo San
Lorenzo.
Sebbene
l’ora già tarda, c’è ancora gente alla stazione dove si fa una sosta piuttosto
lunga.
Quando
Fio vuole si riparte: ci sentiamo stanchi, la conversazione langue e ci
appisoliamo addirittura: il treno corre veloce: presso Firenze raccogliamo
passando le allegre note di una fanfara che ci scuote: e con sospiro di
soddisfazione ci accorgiamo che siamo al termine del viaggio.
Infatti
poco appresso la Stazione fiorentina silenziosamente ci accoglie, scendiamo,
tiriamo un sospiro di soddisfazione per la bella giornata passata e per
trovarci nella splendida città che colle sue vie ancora illuminate dalla luce
elettrica ci caccia il sonno e ci invita al buon umore.
Trovatici
in parecchi romagnoli ci serriamo in gruppo e andiamo alla ricerca di alloggio
che ritroviamo non senza pena.
ci laviamo dalla affumicatura del viaggio e
andiamo a cena: brindiamo in tutte le forme e i metri possibili a Firenze, a
Faenza, a Marradi, a Brisighella, e poi ce ne andiamo a letto.
erano ormai le tre antimeridiane e ne avevamo
bisogno. Pederzoli Domenico Direttore Responsabile
(N.d.R.) La
Ferrovia Firenze Faenza era gestita da una società privata Società Adriatica.
Il treno
inaugurale è partito da Brisighella per Faenza alle ore due pomeridiane, il
sindaco di Brisighella, Avv. Paolo Lega, aveva dato per la circostanza la sua
maggiore attività perché la Stazione fosse addobbata come richiedeva la
solennità della circostanza. Fece costruire un palchettone per la banda
filarmonica e fece disporre e innalzare nell’interno della stazione e nelle
adiacenze varie antenne su cui vennero, con pensiero gentile, esposti gli
stemmi delle città r paesi attraversati dalla nuova ferrata. Il capo stazione Gotti,
cooperò alla pari, con una solerzia lodevole, a rendere più gaia la stazione
ferroviaria arricchendo di fiori e statue il giardino adiacente e all’Autorità,
alle rappresentanze e agli invitati fu servito un rinfresco nei locali della
stazione, all’uopo incaricato al caffettiere Candido Piancastelli, mentre la
Banda oltre alla Marcia Reale suonò ballabili. La stazione e i locali annessi
compresi quello delle pubbliche scuole (inaugurate nel 1892) erano tutti
imbandierati e la sera illuminati a candele, servendosi all’uopo dei
trasparenti stampati per la circostanza dalla tipografia brisighellese G.B.
Bodoni. Al pranzo di Faenza parteciparono 300 invitati per il comune di
Brisighella partecipò solo il Sindaco Lega e due assessori.
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