La linea fu
finanziata dalla legge Baccarini ( Alfredo Baccarini di Russi ma padre e madre
di Brisighella deputato liberale eletto per la prima volta nel 1876, poi
Ministro dei Lavori Pubblici nei gabinetti Cairoli (I, II e III) e nel IV
Governo Depretis dal 1878-1883) Inaugurata il 27 aprile 1893.
Manifesto di
promozione delle Terme di Brisighella 1892
tratto da: “La Palestra”* domenica
12 marzo 1893
PREVEDERE
e PROVVEDERE
Frate Francesco, il romito dalla barba bianca e
prolissa e dagli occhi eternamente luccicanti e sorridenti, il quale abita
lassù al Monticino, a chi gli osservi che alla festa manca quella o quella
cosa, risponde invariabilmente: Quest’altr’ anno…con una reticenza che farebbe
attendere chi sa quali mirabilia! Fatto sta però che il “quest’altr’ anno” di
Fra Francesco fa il paio coll’ “Oggi non si fa credito, domani si” che
quell’oste aveva scritto su un quadro nel suo esercizio, monito severo e brusco
ai quotidiani avventori.
Ma,
poiché “omne trinum est perfectum”come
diceva quegli che cominciava la terza bottiglia, al “quest’altr’anno” di fra
Francesco, all’ “oggi no, domani si” dell’oste, fa da terzo qualche cosa che
costantemente ogni anno si rinnova a Brisighella, e a cui io, da buon
Brisighellese antico, da molti e molti anni in variatamente assisto.
Tutti
gli anni viene l’estate, e coll’estate si apre il nostro Stabilimento della
Acque Minerali, a cui accorre davvero una colonia forestiera rispettabile per
qualità e per numero.
Persone
gravi e serie e giovanotti mattacchioni, forosette che vengono a tingere di più
i gai colori le guance, signorine che
seguono più la moda che la cura, e che pescano più volentieri l’idillio di
quello che la idroterapia, babbi, mamme, zie, frati, sacerdoti, scienziati,
artisti, professori, deputati: insomma tutta quella caleidoscopica miscellanea
delle stazioni climatiche, marine e termali.
E tutti
gli anni, al risveglio che tutti, ma massime l’eterno femminino esotico,
portano nell’ambiente d’ordinario cloroformico del nostro pur gaio paese, al
movimento inusitato che si suscita nelle nostre vie, nello stabilimento, nei
passeggi, al magnetico potere che vibra forte da più paia di occhi assassini, si ridesta la sopita
energia paesana, e si cominciano a fare dei grandi progetti……per l’anno
venturo!
Oh quest’altr’anno…... quest’altr’anno… Giusto
come Fra Francesco!
Mi ricordo, saranno 20 anni…….excuses du peu!.....quest’altr’anno faremo il ponte stabile:
quell’anno ne tardò 6, o 7 a venire: quest’altr’anno ci sarà lo stabilimento;
altre 6 o per 7, e così via.
Ecco: io
vorrei che queste moltiplicazioni, le quali non riescono che ad abbreviarci
relativamente la vita, o a farci parere anche un poco ciarloni buoni a nulla,
vorrei, dico, che queste moltiplicazioni che fanno un anno lungo dai 2100 ai
2500 giorni avessero a terminare.
Vorrei
che i buoni propostiti che si fanno con fenomenale e ciclica consuetudine e
precisione ogni anno nel Luglio, Agosto, vedessero meno tartarughescamente il
loro adempimento:
Diamine!
Non si sogna mica di fabbricare palloni dirigibili, né di portare a Brisighella
Carlsbad o Saint Moritz o che so io: no, ve lo garantisco: nei propositi siamo
anzi morigerati, modesti, economi, saggi, e pure 99 su 100 rimangono all’eterno
stato di propositi.
E il
tempo passa, e, quel che peggio noi invecchiamo maledettamente! E allora? come
mi dimandava alle volt un mio amico romano? Allora che si fa?
Andiamo,
via, signor Sindaco, pescate nel vostro cuore giovane un tantino di vera
energia: ne siete pure capace quando volete, pescatela su ed injettatene un
poco nei Signori della Commissione delle Acque: destateli, scuoteteli,
ipnotizzateli, se no prenderemo la frusta e bazza a chi tocca.
Quest’anno avremo la ferrovia aperta fino a Firenze ed avremo, forse,
qualche corsa in più, cosa molto favorevole per noi.
Facciamolo
lo spettacolo? Crederei opportuno che si: l’abbiamo lasciato in un canto l’anno
scorso a bella posta.
Dunque convien pensarci prestino per non ridurci
agli sgoccioli e prendere gli avanzi altrui.
Eppoi
visto che il teatro solo non basta, e visto che sotto la bandiera della
beneficenza passano e riescono benino tante cose che senza tal bandiera non
riuscirebbero e non passerebbero, bene inalzate la bandiera della beneficenza,
e fatevi passar sotto molte, molte cose, piccole o grandi, serie e amene, molti
pochi fanno assai e variata placer. Così
si riuscirà a due belle cose, fare divertire e divertirsi, e ciò che il meglio
fare eziandio del bene.
Ci sono
i nostri malati dell’Ospedale, ci sono i nostri bambini scrofolosi, i bambini del
nostro Asilo, c’è la Società Operaia,….. e poi delle miserie e dei guai che ne
sono tanti davvero e inutile tentare di farne la enumerazione.
Con
piccole cose, guernite di buona volontà e di buon accordo si può mutare una
stagione veramente brillante.
Su, su,
uomini di buona volontà, che non vi siete ancor sentita inaridire del tutto
l’anima fra gli scogli della dura vita quotidiana, voi tutti cui resta ancora
negli occhi e nel cuore un lampo di giovinezza sana e lieta, avanti.
Si può
far del bene, a molti, e a buon mercato, perché non farlo?
Ma
soprattutto Signor Sindaco mi rivolgo a Lei: chiami a raccolta: si accervino le
idee, poi si vaglino, e si attuino: ma poche chiacchere e molti fatt.
A proposito:
O che lo
faccia o quest’anno un tuffino dell’acqua Solforosa allo Stabilimento…….nei
famosi camerini?.......
Gnamo via!.......
Pederzoli Domenico , Ger. Resp.
* Settimanale domenicale
pubblicato a Brisighella dal 1892 al 1893
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