martedì 28 maggio 2013

BAZZONI FUSIONI BANCARIE: VOGLIAMO PROPRIO PERDERE UN’ALTRA BANCA LOCALE?


Gianguido Bazzoni, consigliere regionale PDL, interviene sulla questione delle fusioni bancarie in Romagna. "In questa congiuntura economica così sfavorevole i patrimoni del nostro territorio vanno salvaguardati con tutte le forze. La riunione di un consiglio d'amministrazione, un laconico trafiletto su un quotidiano locale e nulla più. Così abbiamo appreso della decisione della Cassa di Risparmio di Cesena di incorporare con una fusione la Banca di Romagna." commenta polemico Bazzoni. "Organizzazioni sindacali, associazioni imprenditoriali, professionisti, dopo un primo momento di sconcerto, stanno prendendo sempre più posizione, anche sulla stampa, contro questa sciagurata imposizione, ma la dirigenza della Cassa di Risparmio di Cesena sembra fare orecchie da mercante, così come anche la Fondazione omonima. - continua il consigliere PDL - Si parlerà di risparmi, di sinergie, ma in realtà un altro Istituto locale scomparirà definitivamente, in un momento in cui gli imprenditori avrebbero bisogno di sentire la loro banca vicina. La tutela del territorio, la salvaguardia dei nostri patrimoni, ovvero le piccole e medie imprese, sarà fondamentale per la ripresa ed il successivo nuovo sviluppo economico. Non mi pare questo il modo di assecondarlo." 
Bazzoni pone una serie di domande cruciali: "Quali sono le vere ragioni nascoste che spingono la Cassa di Risparmio di Cesena, socio di maggioranza della Banca di Romagna, a forzare una fusione chiaramente controproducente per gli interessi e le prospettive del nostro territorio? Come mai la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena, che ha la maggioranza relativa della Cassa, non si oppone ad un'operazione che porterà alla scomparsa della Banca di Romagna, con la conseguente grave perdita di relazioni? Qual è l'interesse a compromettere la fiducia conquistata nel corso di tanti anni dalla Banca di Romagna? Che vantaggio avrà la Fondazione di Cesena dall'inevitabile forte deprezzamento della propria partecipazione, a seguito di un'operazione alla quale le altre due Fondazioni di Faenza e Lugo si sono dette chiaramente contrarie?" 



"Fra i tanti misteri - continua Bazzoni - bisognerebbe chiedere conto alla Cassa di Risparmio di Cesena sia dell'assenza di un piano industriale articolato e trasparente, sia del risultato negativo ed in perdita del bilancio 2012, nonostante gli introiti facili derivati dalla plusvalenza per l'utilizzo dei fondi BCE veramente molto cospicui e dei quali non ha goduto la Banca di Romagna, come dell'inopinata distribuzione a dicembre di un anticipo di dividendo ai soci per 1,9 milioni, sebbene fosse già definita ampiamente la pesante situazione deficitaria. Questi "vecchi" amministratori, da poco rinnovati, ma presenti da decenni nel consiglio della Cassa di Risparmio di Cesena, dovrebbero essere a conoscenza della reale situazione dei conti e dovrebbero sapere che bisogna porre in atto un ben diverso progetto industriale di crescita e non pensare solamente ad un maquillage al bilancio della controllante, a spese, come al solito, dei cittadini/clienti e del nostro territorio. Se, data l'età media troppo elevata, questi sono a corto di idee per un rilancio del gruppo e non sono in grado di pensare a piani di lungo periodo, provino a prendere esempio da come si è mossa e si muove una locale Cassa di Risparmio sempre vicina al territorio." 

In definitiva, conclude Bazzoni "anziché lasciare che vengano operate forzature con operazioni di brevissimo respiro, sarebbe meglio che la Fondazione di Cesena si impegnasse a far redigere, valutare e porre in atto un ben diverso progetto di crescita, che sia basato sull'esaltazione delle peculiarità locali, dei rapporti secolari con il territorio, della capacità di "fare gruppo" aderendo però alle specifiche caratteristiche dell'economia e dell'imprenditorialità dei territori."

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