E poi ci chiediamo perchè
l’Italia è un colabrodo. Sentite cosa succede in Sicilia, come riportato da
Libero e Panorama: i dipendenti regionali a riposo supereranno nel 2015 quelli
attivi. Un esercito di 32 mila persone che ogni anno costa alle finanze
pubbliche 1,6 miliardi di euro. E i vitalizi sono ricchissimi: media di 40 mila
euro, con picco a 256 mila. Tra pensionati e lavoratori, la Regione paga ogni
mese oltre 32 mila persone (senza contare poi tutti gli altri, tra i quali i
famosi forestali), per una cifra pari a 1,6 miliardi l’anno. Pensioni e
stipendi che non sono certo da fame: basti pensare che le prime – che in totale
sono 16.237 – hanno un valore medio di quasi 39 mila euro lordi, cioè 22-24 mila euro netti. Ci sono
pensioni da 256 mila euro lordi, perché fra tutti i dipendenti ce ne sono almeno 18 che incassano
assegni superiori ai 200 mila euro e circa 200 che ritirano una pensioncina
superiore ai 100 mila. Sta di fatto che ogni anno tutto ciò costa alle casse già disastrate della Sicilia la
bellezza di 630 milioni. Mentre l’Inps taglia la pensione se questa è cumulata con altri redditi da
lavoro, alla Regione Sicilia no. Si può conservare sia l’una che gli altri e percepirla anche se non
si sono raggiunti i 67 anni di età e i 40 anni di contributi imposti dalla riforma Fornero. Insomma,
la Sicilia è l’isola
del tesoro
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