giovedì 30 maggio 2013

NUOVO GOVERNO = SOLITA CASTA. 22 MILIONI AL SENATO E 35 MILIONI ALLA CAMERA SOTTO FORMA DI CONTRIBUTI PER PAGARE I COLLABORATORI DEI GRUPPI PARLAMENTARI


Se il buongiorno si vede dal mattino il nuovo governo non ha assolutamente nulla da invidiare ai precedenti, in riferimento ai privilegi e all’erogazione di denaro pubblico. Sono infatti stati assegnati 22 milioni al Senato e 35 milioni alla Camera sotto forma di contributi per pagare i collaboratori dei gruppi parlamentari: dipendenti, addetti stampa, consulenti e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda il Senato ogni gruppo percepisce 300mila euro, mentre ad ogni senatore è garantita una quota di 60mila euro come rimborso spese per il gruppo di appartenenza. Alla Camera i partiti si divideranno così i soldi: 4 milioni e 300mila euro al Pd; 4 milioni e 325mila euro al M5s; 3 milioni e 600mila euro al Pdl; 1 milione e 400mila euro a Monti; 700mila euro alla Lega; 545mila euro a Sel; 335mila euro a Fratelli d’Italia; 305mila euro all’Udc; 82mila euro al Centro democratico; 74mila euro all’Svp. Sono stati i questori del Senato, Laura Bottici del M5s, Lucio Malan del Pdl e Antonio De Poli del Pd, a sollecitare la presidenza del Senato affinché erogasse questi fondi. Richiesta puntualmente ottenuta. Tuttavia la Bottici precisa che è una prassi, e che il M5s userà questi soldi nel migliore dei modi li restituirà alla società. Ma non si è certo esaurita la pioggia di denaro per i partiti. Bisogna infatti aggiungere altri 250mila euro da dividere secondo le percentuali raccolte all’estero, più i rimborsi per le regionali. Facendo un rapido calcolo i gruppi parlamentari costeranno circa 300 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno, per la prossima legislatura. Ma viene da fare una domanda ai nostri cari politici: visto e considerato che già vengono garantiti i rimborsi elettorali , perché aprire i rubinetti monetari e inondare i partiti di denaro pubblico? Era così necessario tenera in vita questa nuova forma di sovvenzione per i “collaboratori” dei partiti? Ci si aspettava, o meglio si sperava in un atteggiamento decisamente più sobrio e responsabile dai nostri politici, in un periodo in cui, retorica a parte, l’Italia è davvero sull’orlo del baratro e la cosa più triste è che non c’è futuro. E se c’è è nero come la pece.


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