tisonanti
discorsi sull’importanza della stabilità, fiumi di dichiarazioni per garantire
la responsabile continuità dell’azione dell’esecutivo, scissioni e partitini
nascenti per avere i numeri certi, nuovi e solenni impegni programmatici, micro
contrattini di coalizioncina, verifiche e fiducie parlamentari a go go… il
tutto per cosa: per un misero anno. Per dare il via libera al governo
yogurt, il governo a scadenza, il governicchio di sinistra-centro.
In otto mesi Letta e i suoi, Saccomanni in prima linea (si fa per dire), non
sono riusciti a cavare un ragno dal buco e adesso, dopo aver accumulato
fallimenti su fallimenti continuano a vendere al Paese e all’Europa la stabilità
politica come l’unica soluzione all’uscita dal tunnel.
Ma
cos’è questa tanto agognata stabilità? Cosa farà ripartite l’economia? Cosa ci
porterà al benessere? Cosa risolverà tutti i nostri problemi? Per LorSignori
basterà vivacchiare per tutto il 2014 e portare stancamente il Paese al
voto nel 2015. Così, dicono loro,
ripartiranno i consumi, il Pil schizzerà alle stelle, la disoccupazione
scenderà inesorabilmente, e tutti saremo felici e contenti. L’Europa ci inseguirà
per farci i complimenti e rassicurazioni arriveranno anche da oltre l’oceano,
dagli Usa alla Cina. Tutti sereni e rassicurati dalla stabilità del nostro Paese.
Mah… in che mondo vivono questi attivisti dell’immobilismo? Cos’hanno
fatto fino adesso per giustificare il loro anacronistico ottimismo? Misteri…
Possiamo dire una cosa politicamente
scorretta? Al diavolo la stabilità, al diavolo la falsa responsabilità, al
diavolo la fame di potere e il poltronismo. L’Italia non ne può più, ci vuole uno scatto
d’orgoglio, un barlume di speranza, uno slancio coraggioso. Aspettare la
scadenza del governo yogurt? Non ce lo possiamo permettere.
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