Il 31 dicembre spengiamo
Napolitano e facciamo sventolare il tricolore faremo un atto di protesta
sacrosanta. Pietro Nenni scriveva nel suo ultimo articolo "Rinnovarsi o
perire" "Tutto è in questione, tutto è posto di fronte
all’alternativa di rinnovarsi o perire", un invito, un ammonimento. Certo
è che, letta trenta quattro anni dopo, la frase di Nenni mantiene intatta la
sua grande forza ideale e morale. Pietro Nenni moriva trentaquattro anni orsono
il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo
delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la
stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo
tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei
comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola
bianca della Romagna, il 9 febbraio 1891 da una famiglia umilissima e che era
stato amico di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e
gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo
che ho di uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio
palasport e poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato
proprio da Craxi. Ricordo anche con sofferenza come negli anni del “prodismo
incipiente” a Faenza i catto-comunisti volessero addirittura cancellare Piazza
Pietro Nenni e come noi di Forza Italia ci battemmo perché ciò non avvenisse. Bettino Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat
rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la rivincita storica contro
il Pci e la Dc del compromesso storico. Anche Forza Italia partecipa a questo
ricordo perché ha dalla sua la realtà dei numeri e dei consensi che dicono che
tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie Forza Italia, il 20% si
astiene e il restante 30 è diviso tra PD e gli altri partiti. Parlare di Nenni
significa parlare anche degli anni del frontismo e della peculiare e
paradossale situazione di fine anni ’40 quando Nenni e il Psi avevano i voti e
i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri intermedi. Nella
primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise
comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito
centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri),
dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che
assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo l’invasione
sovietica dell’Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano, Nenni si
riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le due
diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via
dell’autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di
Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa come vice presidente del
consiglio e poi ministro degli esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup
(1964) ma avviò nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata
però a durare solo tre anni. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la
posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi
confermata, nell’ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti
storici. Saragat assunse ben presto posizioni riformiste moderate e
filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti,
socialdemocratici e laburisti d’Europa aprendo la strada all’autonomismo
nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile
1948 sconfissero, il Fronte Democratico Popolare, con Berlusconi i socialisti
sconfiggeranno nel ’94 la gioiosa macchina da guerra di Occhetto ed ancora
fermeranno i catto-comunisti nel 2001 e nel 2008 sempre con Silvio Berlusconi.
Il più grande errore di Nenni, fu la lista unitaria composta, dal Pci, dal Psi
e da alcuni ex esponenti del Partito d’Azione, che fortunatamente ottenne uno
scarso 32% dei consensi. In questa competizione elettorale Giuseppe Saragat si
presentò alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex membri
del Partito d’Azione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il
nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: questo fu il
più significativo risultato mai conseguito dai socialisti riformisti prima di
Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori dell’apertura ai socialisti di Nenni che
dopo i fatti d’Ungheria del 1956, avevano abbandonato l’opzione frontista con i
comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno
lasciato morire ad Hammameth, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento
della classe operaia, dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale
sono anche disponibili, incoraggiati dai “socialisti opportunisti con la
sindrome di Stoccolma”, ad usurparne l’eredità e a riproporre il fronte
popolare e il compromesso storico con Letta Renzi Alfano Napolitano Vendola e compagnia cantante.
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