Il Porcellum è
incostituzionale: questa l'attesa sentenza della Corte Costituzionale.
Di conseguenza abbiamo un Parlamento abusivo, in cui siedono onorevoli che non ne hanno
la legittimazione: la Suprema Corte, infatti, ha indicato come contrario alla
Carta lo "sproporzionato" premio di maggioranza. Il caos istituzionale,
ora, è totale: il Parlamento è chiamato a riformare la legge elettorale,
altrimenti la strada che porta al voto è preclusa. Ma, di contro, viene blindato il governo Letta,
che
dovrà necessariamente restare in carica fino a quando non si troverà un accordo
per riformare il Porcellum.
"Al voto, al
voto" - In
questo contesto monta la protesta di Forza Italia. Prima della decisione
della Corte Costituzionale nel mirino ci sono finiti i Senatori a vita, per i
forzisti privi
degli "altissimi meriti" conferiti loro da Giorgio Napolitano per giustificarne la
nomina. Pochi minuti dopo ecco la decisione della Consulta, a cui segue il
nuovo grido di Forza Italia: "Al voto, subito". Renato Brunetta ricorda: "La
sentenza, dichiarando incostituzionale il Porcellum delegittima politicamente
chi siede oggi in Parlamento. Nessuno escluso. I nominati sono delegittimati
una volta, chi poi siede al Senato e alla Camera grazie al premio di
maggioranza è delegittimato due volte". L'ex ministro si riferisce al
fatto che la Corte ha bocciato sia la mancanza delle preferenze sia il premio di
maggioranza. "Conseguenza moralmente impegnativa per sanare il contrasto
tra realtà di fatto e diritto costituzionale - conclude Brunetta -, sono le elezioni da indire il
prima possibile, con una nuova legge elettorale da approvare al più presto,
limitandosi a dare esecuzione alla sentenza". Il "Mattinale" di Forza Italia, il cui ideatore è sempre
Brunetta, ha poi ricordato su Twitter che "in Parlamento gli abusivi sono 148, e così gli onorevoli del
Pd calerebbero da 240 a 192". Ci si riferisce agli eletti tra le fila
democratiche che, di fatto, vengono privati della loro funzione dalla sentenza della
Consulta. Quindi Mariastella
Gelmini rincara:
"In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Consulta, una
considerazione si deve fare sul merito del suo contenuto: se il Porcellum è
considerato incostituzionale sia per le liste bloccate sia per l'eccessivo
premio di maggioranza, è allora vero che una volta riformata la legge elettorale,
e in
permanenza di un
Parlamento non più legittimato, l'unica decisione costituzionalmente valida che
può essere presa dal Capo dello Stato è lo scioglimento delle Camere e il voto
anticipato". Anche Beppe Grillo si è espresso per l'immediato
ritorno alle urne: "Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e
si vada al voto. Non ci sono alternative. Il Porcellum è
incostituzionale", scrive sul suo blog.
Sfida alle istituzioni - La decisione della
Consulta, però, non incide soltanto sul futuro della riforma elettorale e sulla
legittimità del Parlamento. Infatti Camera e Senato, lo scorso maggio, hanno votato la rielezione del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a cui è stato conferito un
secondo mandato. Un voto che però, alla luce del verdetto di oggi, viene messo
in discussione: a scegliere Napolitano è stato un Parlamento illegale. Inoltre il Pd, compatto,
votò per Re Giorgio. Lo stesso Pd che secondo i calcoli di Brunetta ha 148
onorevoli di troppo. Con la decisione della Consulta, di fatto, in pura linea
teorica "decade" anche Napolitano. E a ruota decadono i quattro
senatori a vita selezionati da Re Giorgio. A lanciare la sfida alle istituzione
è Daniela Santanchè: "Dopo Berlusconi - commenta la pitonessa -, per mano
di altri giudici siamo tutti decaduti e anche illegittimi. Compreso il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Complimenti. A questo
punto Napolitano non deve perdere altro tempo: sciolga le Camere e si torni
immediatamente al voto. Ridia la parola agli italiani".
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