venerdì 13 dicembre 2013

TRAVAGLIO SI ACCORGE CHE BERLUSCONI NON C’ENTRA CON LE STRAGI, MA NON SI SCUSA. E’ L’EROE DELL’INGIUSTIZIALISMO


Ieri Marco Travaglio, durante la puntata di “Servizio pubblico”, come nulla fosse dice (citiamo a senso): Berlusconi non c'entra nulla con le stragi di mafia e la trattativa con la mafia per cui si sta facendo il processo di Palermo.  Interessante.  Un minimo di autocritica, no eh?  Avrebbe dovuto ricordare il momento in cui diventò Travaglio, grazie all'intervista che gli fece Daniele Luttazzi su Rai2 sul libro “L'odore dei soldi” di cui era coautore con Elio Veltri. Era il 14 marzo del 2001.  L'intervista era incentrata su documenti che per Travaglio e Luttazzi suggerivano Berlusconi come coautore delle stragi di mafia. Senza contraddittorio. Ecco lo stesso Travaglio raccontare come venne a Luttazzi l'idea del colpo televisivo.  “(Luttazzi) scorre gli stralci della requisitoria del pm di Caltanissetta Luca Tescaroli, che parla anche delle indagini in corso su Berlusconi e Dell’Utri come possibili 'mandanti a volto coperto' delle stragi politico-mafiose del 1992-‘93 (indagini all’epoca ancora aperte: saranno archiviate fra mille polemiche soltanto nel 2002)”. Adesso, senza più neanche polemiche, Travaglio ammette tranquillamente che Berlusconi e Dell'Utri non c'entrano, non sono mandanti, fa lo spiritoso dicendo “è l'unico processo in cui Berlusconi non c'entra” e che bisogna guardare a sinistra. Scuse, no eh? Dire che il sospetto fu un errore e che sfregiare in tivù sulla base di carte poi archiviate una persona è indecente? Impossibile. Non gli passa neanche per la testa. Sono i giustizialisti con l'innocenza degli altri. Sono gli ingiustizialisti, bellezza. E non ci puoi fare niente.

Nessun commento:

Posta un commento