Il
governo Letta, a fine ottobre, aveva varato il decreto salva Roma e ritirato
per Natale per impedire il fallimento del Comune capitolino che vanta 800
milioni di debito: se fosse scoppiato prima lo scandalo dei biglietti Atac a
Roma, non so con quale faccia il Consiglio dei ministri si sarebbe accollato
l’onere non solo politico ma anche etico di finanziare una realtà che appare
essere fin troppo marcia. Non si può andare avanti con due pesi e due misure,
cioè imporre alla maggioranza delle Regioni, dei Comuni delle Provincie e dei
cittadini norme di austerità assurde, incongruenti e sempre più pericolose per
la nostra economia e società civile, per poi tamponare dirottando centinaia di
milioni le falle del malgoverno e della corruzione a Roma. Ricordo quando il
sindaco Marino, commentando l’ultimo decreto Salva Roma del Consiglio dei
Ministri, parlò del nodo del Trasporto pubblico locale e oggi quelle parole e
quelle cifre, se proiettate sullo sfondo dello scandalo dell’Atac, assumono una
valenza molto singolare. Lo scandalo Atac esplode proprio nei giorni in cui
parte il festival del Cinema capitolino, incredibile e costoso doppione,
rispetto a manifestazioni consolidate come il Festival di Venezia o anche solo
quello di Torino: ve lo immaginate in Francia se Parigi volesse fare
concorrenza a Cannes? Scoppierebbe una rivolta, una rivolta ancor più motivata
vista la situazione economica-finanziaria della capitale italiana. Lo scorso
anno questa manifestazione, come ebbe a dire lo stesso Zingaretti, vuota di
contenuti e ricca solo di tanta apparenza, costò attorno ai 12 milioni e mi chiedo se in una città
che ha più di 800 milioni di debito
e situazioni di fallimento etico come quella dell’Atac abbia senso spendere i
soldi pubblici in questo modo. Insomma, c’è chi vive ancora immerso nella Dolce
Vita, chi se la gode tanto poi arriva il governo con il decreto salvatutti
mentre la maggioranza dei cittadini sono immersi nei problemi. Tutto ciò sembra
un insulto a tutta quella parte del paese, romani compresi, che stanno vivendo
giorni veramente drammatici. No ad un altro decreto salva Roma, comincino i
romani a risparmiare ma in modo particolare
fare pagare ai responsabili del fallimento cominciado da alemanno,
Rutelli, Veltroni, ciccio Bello, altrimenti saremo sempre da capo.
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