Da sinistra, Bucci, Ancarani e Baldini con la bandiera di Forza Italia
La mappa degli alfaniani. In provincia solo
Galassini resta con Berlusconi. Ancarani nuovo capogruppo dei berlusconiani in
Comune
di Federica Angelini La notizia era già trapelata (come anticipato anche dal nostro
settimanale di giovedì 28 novembre) e ora diventa ufficiale. Nereo
Foschini, ex candidato sindaco del centrodestra nonché capogruppo del
Pdl (da qualche settimana Fi) esce dal gruppo di Forza Italia per fondarne uno
autonomo, quello del Nuovo Centrodestra di Alfano, Lupi & Co. La scissione
a livello nazionale di quello che fu il Pdl si sta consumando anche sui
territori e a Ravenna, nelle assemblee elettive, rischia di essere un vero
terremoto. Se infatti a Palazzo Merlato Foschini è il solo ad abbandonare il
partito di Berlusconi, in Provincia resterà solo Galassini a sventolare il
tricolore di Forza Italia, mentre Marta Farolfi, Massimo Mazzolani e Francesco
Villa confluiscono nel nuovo soggetto. A Cervia, il gruppo Pdl o Forza Italia
rischia di fatto di scomparire dopo le dimissioni di Paolo Savelli, a Faenza i
quattro eletti nel Pdl si dividono in due gruppi equivalenti, nella piccola
Brisighella, per l’orgoglio della capogruppo Farolfi, Forza Italia non sarà
nemmeno rappresentata. L’idea è che, in realtà, se a Roma gli alfaniani restano
al governo con il Pd mentre i berlusconiani passano all’opposizione (dove già
c’erano i Grillini e Sel), a livello locale nulla dovrebbe cambiare in termini
di maggioranze e minoranze politiche.
Gli
esponenti del Nuovo Cendtrodestra Ravenna nel corso della conferenza stampa di
venerdì mattina
Foschini, Farolfi, Mazzolani l’hanno detto
chiaramente in una conferenza stampa questa mattina, venerdì 29 novembre,
saremo alternativi alla sinistra, sempre e comunque. «Non passo certo dalla
parte di Matteucci» ha spiegato Foschini, come sempre brillante, cortese, mai
polemico. E del resto, parole di apprezzamento per il lavoro svolto da Foschini
come capogruppo del Pdl a Palazzo Merlato arrivano, in un’altra conferenza
stampa, dai tre rimasti in Forza Italia, in primis Alberto Ancarani,
neo capogruppo nonché coordinatore provinciale del Pdl, berlusconiano di ferro,
al momento in attesa di conferme da Roma (come tutti, in Italia) sull’incarico
nella nuova Forza Italia. «Il gruppo ha lavorato in modo unito, a differenza di
quanto era accaduto in passato – spiega Ancarani – le scelte sono di natura
politica su motivazioni che nascono nel quadro nazionale e non locale». E in
effetti, gli alfaniani lo confermano: «Non abbiamo capito e non ci siamo
ritrovati nelle scelte di un Pdl che prima promuove le larghe intese e poi apre
una situazione di conflitto perenne con il governo. I nostri ministri hanno
ottenuto tanto, in un momento così di crisi non può essere la situazione
personale di Berlusconi a far decidere se appoggiare o meno un governo. La
nostra è una scelta di responsabilità». Tra di loro ci sono ex An,
simpatizzanti di Cl, persone che da tempo avevano mostrato insofferenza per la
struttura verticistica del partito e che comunque non avevano proprio
apprezzato l’idea del ritorno a Forza Italia, di cui non avevano mai fatto
parte. Dall’altra parte, in casa azzurra, paradossalmente è il meno
berlusconiano di tutti a spiegare nel modo più chiaro perché, in questo
momento, ha senso restare in Forza Italia, ossia Maurizio Bucci:
«Credo che per chi si è presentato sotto il nome di Berlusconi alle elezioni di
fronte agli elettori, sarebbe stato coerente restarci fino alla fine del
mandato. In generale, non credo che ai cittadini e agli imprenditori ravennati (Bucci stesso è albergatore, ndr)
interessi davvero il fatto che uno o l’altro cambino gruppo. Credo che noi come
destra dobbiamo soprattutto tornare a quei valori originari come la
meritocrazia, la lotta alla burocrazia, il rigore nella gestione della cosa
pubblica che hanno sempre contraddistinto la nostra parte politica. Queste
divisioni? Sono movimenti parlamentari che hanno poco riscontro poi
nell’elettorato vero. E poi, come spiegheranno di appoggiare un governo che nei
prossimi mesi introdurrà una serie di tasse che nessuno sa come pagare?». La prima
sfida, per contarsi anche a livello locale, sarà quella europea, con il
proporzionale puro. Lì, dal nuovo Ncd assicurano che si presenteranno con il
logo, che sarà svelato il 7 dicembre al primo congresso nazionale dove
dovrebbero arrivare indicazioni anche su come stabilire le cariche locali,
secondo una parola d’ordine “Niente nomine dall’alto”. In Forza Italia, invece,
spiega Ancarani, pur auspicando forme di consultazioni della base, si attendono
al momento indicazioni sulle nomine per i ruoli locali. Certo sarebbe
sorprendente se non fosse Ancarani stesso, appena divenuto capogruppo a Palazzo
Merlato, a ricevere l’incarico di primo coordinatore provinciale della rinata
Forza Italia.
29 - 11 - 2013
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