Alberto Ancarani - Quando ho appreso che si faceva la “Festa democratica delle Ville disunite” (o festa dell’Unità) il 15, 16 e 17 maggio a Roncalceci, non nego che mi sono parzialmente stupito perchè credo che un tale evento non si svolgesse da tempo nella piccola località. Non avendo ovviamente nulla da eccepire quando una forza politica organizza legittimamente proprie iniziative mi sono semplicemente incuriosito relativamente al punto della località in cui si sarebbe svolto l'evento, considerando che la locandina anziché specificare un luogo-punto di riferimento tipo “campo sportivo” o “area verde” o “area PEEP” si limitava a specificare una strada con il suo numero civico, cosa che in genere nelle locandine è raro per la difficoltà di far leggere e ricordare un numero civico a chi legge di sfuggita.
Ebbene ciò che mi ha fatto strabuzzare gli occhi e presto comprendere perché ci si fosse limitati a indicare in locandina una strada e un numero civico senza specificare bene un punto di riferimento è che si tratta nientepopodimeno dei locali della parrocchia, quelli recentemente oggetto di costruzione e restauro e nei quali da pochi anni si è ricominciata a svolgere annualmente a fine settembre la festa patronale del paese, dunque la festa parrocchiale vera e propria.
Si tratta insomma di locali e di uno spazio all’aperto di proprietà e pertinenza della parrocchia a 5 metri dalla chiesa e non di uno spazio pubblico qualunque.
Ora, che la maggior parte dei parrocchiani di Roncalceci siano elettori del PD è probabile se non certo, ma che si arrivi al punto di concedere i locali parrocchiali direttamente al PD per una festa di tre giorni, credo sia inaudito. E anche se ciò si dovesse porre in essere a fronte di un corrispettivo in denaro alla parrocchia “per il disturbo”, la gravità della cosa non si modificherebbe di un millimetro, alla luce dell’identificazione simbolica che ne deriva fra la parrocchia e un partito politico.
Me lo chiedo non tanto da persona impegnata nella cosa pubblica dalla parte opposta a quella del PD, ma da cattolico – benchè di quelli che non fanno del proprio intimo credo un motivo per essere votati – e vecchio frequentatore proprio di quella chiesa.
A che punto siamo arrivati? Non vi è più alcun rispetto per cattolici che la pensino diversamente dalla linea politica del PD a Roncalceci e non solo?
Mi sono forse perso qualcosa e non mi sono accorto che il PD sia stato ufficialmente dichiarato il partito ufficiale dei cattolici, pena la scomunica?
Mi auguro che Mons. Arcivescovo di Ravenna e Cervia e Mons. Vescovo di Forlì e Bertinoro non siano a conoscenza di quanto sopra, considerando che la parrocchia di Roncalceci apparteneva alla diocesi di Forlì, ma da qualche anno è ufficialmente entrata nell’orbita di Don Ugo, nativo proprio di Roncalceci e parroco di San Rocco a Ravenna, dunque magari la vicenda è sfuggita ad entrambi i prelati.
Se è come auspico non posso che attendere azioni decise che impediscano un simile scempio. Diversamente, resto in attesa di spiegazioni convincenti. Alberto Ancarani
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