giovedì 28 maggio 2015

INTERVISTA A TIZIANO CERICOLA – Candidato sindaco lista Rinnovare Faenza


Nome: Tiziano, Cognome: Cericola, Data di nascita: 11.9.1958, Professione: commercialista
Stato civile: coniugato, Liste di riferimento: Rinnovare Faenza (Forza Italia / Popolari per l’Italia / Fratelli d’Italia / Nuovo PSI) , Cantante del momento: Nina Zilli, Ultimo libro letto: I romagnoli ammazzano il mercoledì, Da piccolo volevo fare il: commercialista, Il posto più bello che ho visto: Dolomiti, Il posto che vorrei visitare: Salento
 Se penso a Faenza mi vengono in mente le parole: accogliente, a misura d’uomo, poco ricettiva all’innovazione, bisognosa di manutenzione, urbanistica da rivedere, servono progetti strategici.
1 DEMOCRAZIA-SICUREZZA-INFORMAZIONE
La prima parola che vorremmo trattare con lei è quella di “Democrazia”. Faenza presenta ben 9 candidati sindaco. Un’enormità. In un’intervista su Di Tv ha sottolineato più i lati positivi di questo scenario, dove, cito: “si offre possibilità a vari cittadini di intervenire nella gestione della cosa pubblica”. Non crede che questo sia invece sinonimo di scarsa progettualità e mancanza di coesione da parte delle rappresentanze politiche della nostra città? E non crede che questo non faccia altro che riflettere, più che aperture democratiche, un atteggiamento di chiusura e di mancanza di dialogo?
Qui il discorso purtroppo necessiterebbe di ore. Il problema dei nove candidati sindaci va visto in una prospettiva pluriennale. Nel senso che in Italia dopo Mani Pulite sono stati abbandonati i partiti politici, tranne qualche formazione di sinistra. Quindi sono venuti a mancare i contenitori dove le persone, anche a livello comunale, si confrontavano in maniera anche generazionale sulle idee, sui progetti, su un senso di appartenenza. Non abbiamo più i partiti come li abbiamo visti nel dopoguerra fino ai primi anni Novanta, che hanno avuto i loro problemi di correnti e poi di involuzione (nel senso di ruberie), ma che a livello locale ti davano la possibilità di poter avere un confronto, e quindi ti preparavano anche un ricambio generazionale per le varie realtà locali. Venendo a cessare questo meccanismo la società si è ritrovata senza idonei contenitori. Anche quelli che hanno cercato di creare un partito mediatico come Berlusconi con Forza Italia in realtà si sono appoggiati sulle televisioni, ma non si sono mai radicati nel territorio. E oggi vediamo il fallimento di questa politica che ha portato consensi di pancia ma ha distrutto la possibilità di creare una classe dirigente radicata sul territorio. Per quanto riguarda Faenza l’offerta di nove candidati sindaci ha due aspetti: prima di tutto riflette questa frammentazione delle classi dirigenti verso la partecipazione politica, e dall’altro fa vedere come l’attuale politica degli ultimi anni abbia ingenerato dei malcontenti, perché è chiaro che se vi fosse stata un’attività amministrativa abbastanza convincente ci sarebbero stati forse 4-5 candidati. È un riflesso della sostanza. Il problema della democrazia non è solo da affrontare durante le campagne elettorali, ma è frutto dalla riforma degli enti locali dei primi anni Novanta, dove il Consiglio Comunale è stato svuotato di gran parte delle sue competenze. È importante invece avere dei contenitori che sintetizzino le proposte e formino persone adatte.





Nessun commento:

Posta un commento