martedì 26 maggio 2015

IL COSTO DEL GOLPE DEL 2011

 Berlusconi da Fazio ha mostrato la sua forza serena rispetto all’arroganza fallimentare di Renzi. E ha dimostrato, numeri alla mano, che la sospensione della democrazia non è solo un furto di libertà ma di benessere. Il governo di sinistra, al potere senza legittimità popolare, è un lusso che l’Italia non può permettersi. Ieri Silvio Berlusconi da Fabio Fazio ha mostrato di quale fibra abbia l’anima e di come sia dritta la sua schiena.  Dal 2011 in poi ha subito di tutto. La democrazia e la giustizia sono state straziate per eliminarlo. Ma ha trasmesso e contagiato quella serenità che vive dentro di sé. Ha comunicato la sua buona coscienza. E ha fornito non già – come avrebbe voluto il conduttore – un’istantanea del passato, ma il bilancio di quello che gli italiani stanno pagando sul piano del loro benessere per il golpe da lui subito. Ecco che cosa ci è costato il golpe: questo scippo di benessere oltre che di democrazia è infatti un fenomeno misurabile con l’aritmetica.
I NUDI DATI. Tre governi non eletti, in progressione costante di danni da Monti a Letta fino al diapason di Renzi, hanno avuto questi 9 effetti negativi.
1. l'aumento di quasi due punti della pressione fiscale;
2. più di 4 punti di aumento della disoccupazione (a marzo 2015 ha registrato il record del 13%);
3. il raddoppio della disoccupazione giovanile (al 44 %);
4. 10 punti di aumento del debito pubblico;
5. almeno il 30% di perdita di valore del patrimonio immobiliare, su cui pesa una tassazione pari a 3 volte quella del 2011;
6. la svendita di migliaia di aziende italiane ad acquirenti esteri;
7. l'impoverimento del ceto medio;
8. il pericolo che i famosi “derivati”, i contratti stipulati dal Tesoro contro i rischi sbagliati, possano generare perdite per 40 miliardi di euro, oltre ai circa 10 miliardi di perdite già realizzate tra il 2012 e il 2014.
9. In definitiva, la perdita di sovranità del nostro Paese, ormai escluso da tutti i vertici che contano. E questo ha riflessi enormi: vedi Grecia, vedi il dover subire passivamente i danni dalle sanzioni contro la Russia.
Insomma. Il golpe del 2011 non è stato solo un torto fatto a Berlusconi, al centrodestra in particolare o alla democrazia in generale.
Quel golpe ci ha derubati tutti, anche gli italiani elettori della sinistra. Anche chi non ha votato e intende – facendo un omaggio alla sinistra e un danno al proprio portafogli – non votare più.
Quel complotto, gestito dall’Italia e con base al Quirinale e nei giornaloni, ha impoverito l’Italia intera. Ci ha rapinati di denari, valori patrimoniali, persino della speranza, attraverso la pessima politica .


economica e istituzionale di Monti, Letta e Renzi, i quali hanno approfittato del complotto salendo a Palazzo Chigi senza voti. Tra tutte le categorie, come Ilvo Diamanti sulla “Repubblica” evidenzia oggi, confermando le nostre analisi, il ceto medio è quello più colpito. E’ ormai in via di proletarizzazione, senza prospettiva più di salire su un qualsivoglia ascensore sociale, e far star meglio almeno i figli. Questo golpe ha consentito alla sinistra di derubare il ceto medio anche della sua identità. Lo si può impedire. Possiamo ribellarci.
Il voto alle regionali sarebbe già un grande segnale, una possibilità formidabile per mandare a casa l’ultimo dei tre governi senza legittimazione elettorale e costituzionale (vedi i 130 deputati della maggioranza, frutto di un premio bocciato dalla Consulta).
Questo dimostra il nesso esistente tra democrazia e benessere, tra moralità politica, che anzitutto significa rispetto del mandato elettorale, e prosperità.
Ripetiamo. Il golpe del 2011 è stato una ferita gravissima alla democrazia. Ha tagliato via un pezzo di libertà di tutti, non solo degli elettori moderati. Ci rendiamo conto però che dinanzi al disastro economico, al fallimento della Ditta dei propri cari, o alla disoccupazione del capofamiglia, la sostituzione di un premier con altri tre, in successione, nessuno dei quali scelto dal popolo, appare secondario.
Primum vivere, deinde philosophari, dicevano i latini. E disquisire di illiceità costituzionale del Parlamento, appare un lusso. Invece è l’assenza di democrazia che è un lusso che non possiamo permetterci.


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