Berlusconi da Fazio ha
mostrato la sua forza serena rispetto all’arroganza fallimentare di Renzi. E ha
dimostrato, numeri alla mano, che la sospensione della democrazia non è solo un
furto di libertà ma di benessere. Il governo di sinistra, al potere senza
legittimità popolare, è un lusso che l’Italia non può permettersi. Ieri Silvio
Berlusconi da
Fabio Fazio ha mostrato di quale fibra abbia l’anima e di come sia dritta la
sua schiena. Dal 2011 in poi
ha subito di tutto. La
democrazia
e la giustizia sono state straziate per
eliminarlo. Ma ha trasmesso e contagiato quella serenità che vive dentro di sé.
Ha comunicato la sua buona coscienza. E ha fornito non già – come avrebbe
voluto il conduttore – un’istantanea del passato, ma il bilancio di quello che
gli italiani stanno pagando sul piano del loro benessere per il golpe da lui
subito. Ecco che cosa ci è costato il golpe: questo scippo di benessere
oltre che di democrazia è infatti un fenomeno misurabile con l’aritmetica.
I NUDI DATI. Tre governi non eletti, in
progressione costante di danni da Monti a Letta fino al diapason di Renzi,
hanno avuto questi 9 effetti negativi.
1. l'aumento di quasi due punti della
pressione fiscale;
2. più di 4 punti di aumento della
disoccupazione (a marzo 2015 ha registrato il record del 13%);
3. il raddoppio della disoccupazione giovanile
(al 44 %);
4. 10 punti di aumento del debito pubblico;
5. almeno il 30% di perdita di valore del
patrimonio immobiliare, su cui pesa una tassazione pari a 3 volte quella del
2011;
6. la svendita di migliaia di aziende italiane
ad acquirenti esteri;
7. l'impoverimento del ceto medio;
8. il pericolo che i famosi “derivati”, i
contratti stipulati dal Tesoro contro i rischi sbagliati, possano generare
perdite per 40 miliardi di euro, oltre ai circa 10 miliardi di perdite già
realizzate tra il 2012 e il 2014.
9. In definitiva, la perdita di sovranità del
nostro Paese, ormai escluso da tutti i vertici che contano. E questo ha
riflessi enormi: vedi Grecia, vedi il dover subire passivamente i danni dalle
sanzioni contro la Russia.
Insomma. Il golpe del 2011 non è stato solo un
torto fatto a Berlusconi, al centrodestra in particolare o alla democrazia in
generale.
Quel golpe ci ha derubati tutti, anche gli italiani
elettori della sinistra. Anche chi non ha votato e intende – facendo un omaggio
alla sinistra e un danno al proprio portafogli – non votare più.
Quel complotto, gestito dall’Italia e con base al
Quirinale e nei giornaloni, ha impoverito l’Italia intera. Ci ha rapinati di
denari, valori patrimoniali, persino della speranza, attraverso la pessima
politica .
economica e istituzionale di Monti, Letta
e Renzi,
i quali hanno approfittato del complotto salendo a Palazzo Chigi senza voti.
Tra tutte le categorie, come Ilvo Diamanti sulla “Repubblica” evidenzia oggi,
confermando le nostre analisi, il ceto medio è quello più colpito. E’ ormai in via di
proletarizzazione, senza prospettiva più di salire su un qualsivoglia ascensore
sociale, e far star meglio almeno i figli. Questo golpe ha consentito alla
sinistra di derubare il ceto medio anche della sua identità. Lo si può
impedire. Possiamo ribellarci.
Il voto alle regionali sarebbe già un grande
segnale, una possibilità formidabile per mandare a casa l’ultimo dei tre governi
senza legittimazione elettorale e costituzionale (vedi i 130 deputati della
maggioranza, frutto di un premio bocciato dalla Consulta).
Questo dimostra il nesso esistente tra democrazia
e benessere, tra moralità politica, che anzitutto significa rispetto del
mandato elettorale, e prosperità.
Ripetiamo. Il golpe del 2011 è stato una ferita
gravissima alla democrazia. Ha tagliato via un pezzo di libertà di tutti, non
solo degli elettori moderati. Ci rendiamo conto però che dinanzi al disastro
economico, al fallimento della Ditta dei propri cari, o alla disoccupazione del
capofamiglia, la sostituzione di un premier con altri tre, in successione,
nessuno dei quali scelto dal popolo, appare secondario.
Primum vivere, deinde philosophari, dicevano i latini. E
disquisire di illiceità costituzionale del Parlamento, appare un lusso. Invece
è l’assenza di democrazia che è un lusso che non possiamo permetterci.
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