Se un pomeriggio d’estate
un viaggiatore capitasse nella piccola Brisighella, stenterebbe
a credere di trovarsi in Romagna.
Per molti la Romagna si riduce infatti a quei 90 km di riviera che si affaccia
sul Mare Adriatico, dove tra teli e ombrelloni i bambini costruiscono castelli
di sabbia e frotte di turisti russi sorseggiano bibite ghiacciate. Ma la
Romagna non è solo spiaggia, anzi. Addentrandosi verso l’entroterra, il nostro
viaggiatore scoprirà i segni di una cultura più antica, un territorio quasi
fiabesco e sospeso nel tempo, con borghi medievali arroccati sulle colline. Fra
di essi vi è, appunto, Brisighella, in provincia di Ravenna.
Il piccolo borgo si eleva
in altezza, sulle pendici dell’Appennino tosco-romagnolo, nella Valle del Lamone,
che giunge fino in Toscana. Svettano, in alto, tre colli, ognuno coronato da un
edificio storico: il Santuario
della Beata Vergine del Monticino, la Rocca manfrediana e la Torre dell’Orologio. Il
colpo d’occhio è sensazionale, e arrivare in cima ai colli non è così
difficile, basta essere dotati di automobile o, in alternativa, di gambe buone,
per una passeggiata sugli appositi sentieri. Anche rimanendo ai piani
inferiori, però, non mancano le bellezza da ammirare, ad esempio la Via degli Asini, una strada
sopraelevata nata prima come strumento di difesa e in seguito utilizzata dai
birocciai per trasportare la merce con animali da soma: da qui il nome attuale.
Brisighella è un labirinto di vie che si intrecciano, un groviglio romantico e
commovente, l’ideale per una gita di coppia. Se, poi, cercate un posto dove
offrire una cena indimenticabile alla vostra anima gemella non esitate: il
ristorante L’infinito,
con una vista mozzafiato sulla Torre dell’Orologio, è quello che fa per voi. Ma
se le tasche non sono piene e la fame è tanta, potete tranquillamente optare
per una delle tante osterie del centro, dove gusterete squisiti piatti tipici,
o, se vi accontentate di un gelato o di un dolce spuntino, dirigetevi subito da
Carletto e
assaggiate la sua speciale cassata. Fra una prelibatezza e l’altra, troverete
il tempo di godervi anche la vista di due opere del Palmezzano, uno dei maestri
del rinascimento italiano: La Madonna
con Bambino e Santi si trova presso la Chiesa dell’Osservanza,
mentre l’Adorazione dei Magi
presso la Collegiata di San
Michele Arcangelo.
Non solo Brisighella: la
Romagna meno nota offre numerosissime perle di cui innamorarsi. Si pensi,
ad esempio, alla città di Faenza,
fra le più famose al mondo per la produzione di raffinate ceramiche. Faenza
ospita infatti il Museo
Internazionale della Ceramica, in cui sono raccolti capolavori
dall’età antica al Novecento. Ogni due anni il centro della città romagnola si
riempie espositori provenienti da
ogni parte del mondo per Argillà, il Festival della
ceramica: le vie cittadine si tingono per un fine settimana dei colori
delle maioliche più fantasiose, e si può prendere parte alle numerose attività
scandite da un folto calendario di eventi collaterali. La prossima edizione
sarà nel 2016. Accanto alle ceramiche, Faenza è famosa anche come capitale del
Neoclassicismo romagnolo, con lo splendido Palazzo Milzetti e per il Palio del Niballo, che ogni
anno, a giugno, scalda i cuori degli appartenenti ai cinque rioni. Rione Rosso,
Nero, Verde, Giallo e Borgo Durbecco si contendono l’ambito drappo in una gara
equestre che cade sempre nella quarta domenica di giugno, oltre ai vari premi
per le esibizioni degli sbandieratori che costellano l’intero mese.
Imperdibile poi la Rocca di San Leo, in
provincia di Rimini alla cui funzione di carcere (dal ‘500 al 1906) sono
legate numerose leggende, fra cui quella riguardante Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro,
alchimista e mago del ‘700 condannato per eresia. La figura misteriosa e
controversa di Cagliostro ispirò numerosi scrittori, fra cui Goethe, Dumas (padre) e Michail Kuzmin: entrare
nella Rocca di San Leo significa immergersi in un mondo magico e affascinante.
Fra quelle mura fu prigioniero anche Felice
Orsini, lo sfortunato attentatore di Napoleone III. Per gli
appassionati di poesia è invece d’obbligo una tappa a San Mauro Pascoli (in
provincia di Forlì-Cesena), che diede i natali al grande poeta. Qui è
visitabile la casa in cui Giovanni
Pascoli visse la propria infanzia, il momento, forse non a
caso, decisivo per lo sviluppo della sua poetica. Altro poeta romagnolo
fu Vincenzo Monti,
la cui casa natale si trova ad Alfonsine
(Ra), dove, fra l’altro, è presente anche il Museo della battaglia del Senio: sul
fiume Senio, infatti, dall’autunno del 1944 alla primavera del 1945, si arrestò
il fronte della Seconda Guerra Mondiale.
Insomma, la Romagna non è
solo terra di vitelloni e spiagge: è, invece, una terra dalle radici arcaiche,
contadine, che è stata capace di patire le ferite della Storia; sulle cui colline
è scritta una poesia rurale e anche malinconica, lontana dallo sfavillante
luccichio di una riviera modernizzata. La poesia della Romagna da scoprire
è nel sole che fa maturare gli odori della campagna, nei ritmi lenti di un
mondo quasi sospeso, che insegue la contemporaneità un passo
indietro, nelle pietre dei borghi, dei castelli, che raccontano una storia
di fatica e Bellezza
Michele Donati
Sono nato il 20 febbraio 1994 a Faenza (Ra), e vivo nel
bellissimo borgo medievale di Brisighella, sulle colline romagnole. Frequento
la Facoltà di Lettere Moderne all'Università di Bologna. Fra le mie passioni
più grandi l'opera lirica, che seguo da anni a teatro scrivendo le recensioni.
Nel 2014 mi sono classificato terzo al Premio Giornalistico Elena Formica
"Leggere la musica". Altri interessi vivissimi: la letteratura,
specie quella italiana del '900, l'arte di tutte le epoche, il cinema italiano
degli anni '60 e '70.
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