venerdì 15 maggio 2015

BELPIETRO: TOGLIAMO LA PENSIONE A TUTTI I POLITICI


Chiariamo subito una cosa: un onorevole non è assunto dal popolo italiano, ma è eletto pro tempore affinché rappresenti alcune idee e alcuni interessi del popolo italiano. Punto e basta. Dunque, non essendo dipendenti di chicchessia, deputati e senatori in cambio del servizio prestato dovrebbero ricevere al massimo un rimborso spese e nulla più. Invece, come è a tutti noto, ricevono una indennità (cioè uno stipendio), diarie e contributi vari, più altro genere di aiuti (assistenza medica, biglietti gratis, etc etc) e perfino un vitalizio. Con il risultato che alcuni, pur essendo dipendenti di aziende private e godendo dei contributi figurativi che garantiscono la pensione nonostante l’assenza dal lavoro, quando lasciano il Parlamento, oltre a una buonuscita per il reinserimento nel mercato, che è l’equivalente di un Tfr, ricevono pure un vitalizio che si somma a quello che otterranno per il lavoro che non hanno fatto.
Il problema perciò non è se togliere o meno la pensione agli onorevoli condannati. Il problema è togliere la pensione a tutti gli onorevoli. Stop. Altrimenti, come succede, c’è chi entra in Parlamento convinto di aver vinto alla lotteria e non ha più intenzione di andarsene, perché quello è il modo di sbarcare il lunario e anche di raddoppiarlo. Ha ragione Ugo Sposetti: così a certi ex onorevoli si nega il diritto alla sopravvivenza. Già: mentre agli ex dipendenti, cioè a quelli che hanno perso il lavoro e non hanno la pensione per gli effetti di una legge Fornero votata dalle Camere, la sopravvivenza si può negare?



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