In Sicilia arrivano i cinesi.
Dopo arabi, normanni, americani l'isola si prepara ad un nuovo sbarco, in
grande stile. Sarebbero pronti ad investire con i loro colossi sul ponte sullo
Stretto e sulle altre infrastrutture del Mezzogiorno d'Italia. Hanno fatto la
Grande Muraglia, perché dovrebbero intimorirsi per il ponte sullo Stretto di
Messina? Costruiscono un grattacielo al giorno, a Shanghai, perché non
potrebbero mettere mano al completamento dell'autostrada dei sogni,
Gela-Castelvetrano. E già che ci sono, perché non sistemare anche la tratta
ferroviaria Trapani-Palermo-Messina? Lo ha detto, qualche giorno fa, Giuseppe
Zamberletti, presidente dal 2002 della società Stretto di Messina Spa: «Ci sono
capitali cinesi pronti a finanziare l'opera», ha detto, in risposta alla
decisione del governo Monti di congelare l'opera in vista dell'abbandono
definitivo del progetto. Zamberletti, in particolare, ha fatto i nomi dei
possibili partner orientali. E che nomi: la China Investement Corporation
(Cic), fondo sovrano del governo di Pechino, e la China Communication
Costruction Company (Cccc), una delle più grandi società al mondo. La CCCC è un
colosso da trenta miliardi di fatturato che vanta realizzazioni da primato. Per
esempio il ponte di Hangzhou, il più lungo del mondo (35 chilometri). Oppure il
ponte Sutong Yangtze, più corto (8 chilometri). «Non è vero che il Ponte non interessa», ha
commentato Zamberletti, alla guida della società con capitale pubblico che 30
anni fa è stata costituita in vista della costruzione del ponte, già costato
300 milioni di lire. Gli fa eco Enzo Siviero, docente dell'Università di
Venezia, ed uno dei maggiori
esperti in Italia nel campo dell'ingegneria delle infrastrutture: «Nella
settimana scorse a Istanbul, dove Astaldi sta per iniziare la costruzione del terzo
ponte sul Bosforo, c'è stato un incontro fra i rappresentanti della Cccc e
Giuseppe Fiammenghi, direttore generale della Società Stretto di Messina. I
cinesi hanno consegnato un memorandum in cui si dichiarano disponibili a
realizzare l'opera». La Cccc, sempre secondo Siviero, avrebbe presentato un
piano, chiamato «Ulisse», per realizzare una piattaforma logistica da Gioia
Tauro a Trapani e sarebbe interessata a interventi sulle ferrovie da Napoli in
giù, compreso il raddoppio della linea ferroviaria Messina-Trapani. L'impresa
non è da poco. La rete ferroviaria siciliana, composta da 8 linee per
complessivi 1378 chilometri, è tra le meno moderne d'Europa. È per la maggior
parte a binario unico, e la velocità dei treni di media non supera i 75
chilometri orari. Le autostrade, in Sicilia, coprono soltanto il 3% della rete
stradale isolana e manca il completamento della tratta Gela - Castelvetrano,
che chiuderebbe l'anello autostradale dell'isola. Sono 170 chilometri, per i
quali la spesa preventivata dall'Anas è di 6 miliardi di euro. Il 16 settembre
del 2011, una delegazione cinese si è recata a Messina, dove ha incontrato
rappresentanti della società Ponte di Messina. «Il ponte si farà – dice Siviero
-.
Non c'entra con questo post, ma da cittadino vorrei chiedere un'informazione....stasera alle 20 su Tele Uno faenza va in onda Il Sindaco risponde con il Sindaco e l'Assessore Zivieri... chi paga queste comparsate in Tv? Il Comune? Con soldi pubblici? In altre città ci sono inchieste a proposito. Perchè i cittadini devono pagare le comparsate dei politici?
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