venerdì 9 novembre 2012

LA CURA MONTI FERMA L'UOMO DALLE MANI BUCATE MA CI VOLEVA PROPRIO ROMA PER BLOCCARE LE SPESE ASSURDE E CLIENTELARI DELLA PROVINCIA DI CLAUDIO CASADIO



La scarsità di risorse a disposizione della Provincia, conseguenti, almeno in parte, alle linee d’austerity imposte dalla spending review, sta producendo effetti obbligati anche sull’ente presieduto da Claudio Casadio. Peccato però,, “che i tagli arrivino quando ormai i buoi sono scappati, ossia quando gli sprechi sono già belli che avvenuti”. Spadoni sottolinea infatti come, “anche ad un qualsiasi consigliere provinciale distratto balzi all’occhio la quantità incalcolabile di adesioni sottoscritte dalla Provincia durante gli anni e l’elevato numero di quote versate per assumere il ruolo di socio o di sostenitore di enti e organismi dai quali, solo oggi, si tenta di recedere”.  Il consigliere bolla come “consolidata l’adesione ‘a pioggia’ da parte della Provincia”, molto spesso una adesione squisitamente di natura politica più che di taglio amministrativo e sociale”.  Solo negli ultimi mesi, con la soppressione dell’ente ravennate, si stanno susseguendo diversi recessi. A solo titolo di esempio - cita il consigliere - il consesso di piazza Caduti “ha approvato la revoca: 

- alla Fondazione vittime di reati: 5.000 euro annue, 
- all’Unione stampa periodica italiana: 250 euro annuali, 
- a Federmobilità: 10mila euro l’anno 
- all’associazione soggetti istituzionali territoriali Aiccre: 6mila euro 
- al Centro studi per l’Adriatico: 2mila euro 
- al Coordinamento nazionale enti locali per la pace: 2.500 euro 
- al Centro studi avanzati sull’umanizzazione: 5000 euro 
- alla Rete europea delle città e delle regioni per l’economia sociale: 5000 euro annue. 


1.   Da tali impegni di spesa particolarmente indicativi naturalmente sono escluse le partecipate, vale a dire le partecipazioni azionarie della Provincia nelle società di capitali, come Fer, Sapir, Stepra, Delta 2000, Agen.  Partecipazioni che il più delle volte non sono attinenti alle finalità delle amministrazioni pubbliche che le controllano, come ha evidenziato ripetutamente la Corte dei Conti”.  Infine,  contro le modalità con cui la giunta provinciale - nello stabilire quanto e come aderire ad enti ed organismi esterni di dubbia utilità - “ha sempre bypassato il Consiglio. 
In realtà - afferma il consigliere - si assiste a un corretto esame delle pratiche da parte dei dirigenti, ma non esiste un criterio logico e razionale di tipo politico da parte della giunta in grado di stabilire le priorità e le adesioni da mantenere rispetto a quelle da sottoporre a revoca”.Fonte Il Resto del Carlino

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