Renzi bugiardo professionista, promette e non
mantiene per metodo, e non fornisce ancora il testo della Legge di Stabilità.
La manovra, come emerge dalle carte spedite a Bruxelles, batte un nuovo record:
è restrittiva ed è pure in deficit. Aumenta le tasse, e Renzi mente. Giavazzi e
Alesina sul Corriere ci danno ragione . Sono passati sette giorni dalla
scadenza dei termini previsti dal semestre europeo per l’invio della Legge di
Stabilità a Bruxelles, ma il testo della manovra non è stato ancora consegnato
né al Parlamento né al Quirinale. La cosa, purtroppo, non sorprende più. Non
è una novità per questo governo approvare provvedimenti senza avere un testo
definitivo da far analizzare alle Camere, anzi. Può essere quasi
considerato un vero e proprio modus operandi.
Le divisioni che abbiamo visto
sui giornali, il dibattito all’interno del Pd e della maggioranza, ed i proclami
del presidente del Consiglio sono, pertanto, fondati sul nulla, su
anticipazioni che da un momento all’altro possono essere smentite con un
sorriso spudorato del Premier, come è avvenuto con l’Imu e la Tasi sulle case
di lusso e sui castelli.
Condotta inammissibile, che non
fa altro che alimentare una serie di dubbi. Per dirla in maniera andreottiana,
a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Per questo, che nessuno se ne
abbia a male, chiediamo al Mef tutto il carteggio con l’Europa (tabelle
comprese) da poter confrontare con quanto verrà consegnato (speriamo presto)
alle Camere. Giusto per essere sicuri che non ci siano omissioni/discrepanze
tra le due versioni.
Siamo seriamente preoccupati per
l’irresponsabilità con cui il presidente Renzi gestisce i conti pubblici
italiani. Il governo ha presentato una manovra tutta in deficit per
27-30 miliardi di euro. Soldi che il Premier intende far pagare ai nostri
figli.
Infrange le regole Renzi, aumenta
il deficit e aumenta il debito pubblico, il tutto incurante della
congiuntura internazionale instabile e che volge al peggio.
Indifferente persino ai moniti
del presidente della Bce, Mario Draghi, che poco più di una settimana fa ha
paventato il rischio di rialzo dei tassi di interesse e di possibili prossime
tempeste sui mercati finanziari. Se a questo poi aggiungiamo: la riduzione che
il governo dovrà necessariamente attuare del rapporto deficit/Pil dal 2,2%-2,4%
del 2016 all’1,1%
nel 2017, che si traduce in una manovra correttiva di almeno 18 miliardi, il
pareggio di bilancio, che dovrà essere raggiunto entro il 2018, e la riduzione
del debito pubblico servirà una correzione di bilancio per 45 miliardi, pari a
quasi 3 punti di PIL.
Da mettersi le mani nei capelli.
Altro che riduzione delle tasse,
altro che segno più, altro che risanamento, altro che crescita, altro che
fiducia.
Con il suo atteggiamento
irresponsabile Renzi sta preparando il terreno per una nuova, grave e gravosa
stretta di bilancio, che ci arriverà tra capo e collo tra il 2017 e il 2018. E
saranno guai.
Basti pensare che le clausole
salvaguardia che garantivano il bilancio dello Stato da un incremento del deficit
sono state neutralizzate facendo deficit. Pura follia.
La situazione è indecente e
allucinante.
La presidenza della Repubblica
che vedrà, speriamo nelle prossime ore, il provvedimento dovrà fare molta
attenzione.
Ne va della dignità del Paese, ne
va della credibilità dei conti pubblici italiani.
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