Il
mio collega Franco Grillini, persona che stimo ma che ha idee esattamente
opposte alle mie, può dire quello che vuole, mentre gli altri devono tacere e
se parlano vengono classificati come dei razzisti.
Razzista per me è Grillini e tutti coloro che stravedono solo per i gay, lodano ogni loro presa di posizione come oro colato e spara sempre ad alzo zero contro la famiglia e contro chi la difende.
Razzista per me è Grillini e tutti coloro che stravedono solo per i gay, lodano ogni loro presa di posizione come oro colato e spara sempre ad alzo zero contro la famiglia e contro chi la difende.
Questa primavera al teatro regio di Parma ho avuto
l’onore partecipato all’anniversario del centesimo anno della nascita di
Barilla, un industriale che ha segnato un’epoca. Il manager Guido Barilla, uno
dei più grandi industriali che operano in Italia, nel corso di una intervista
radiofonica, ha dichiarato: “Non farei
mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto, ma
perché non la penso come loro; la nostra è una famiglia classica dove la donna
ha un ruolo fondamentale. Abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia
gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale
dell’azienda”. Plaudo a Guido
Barilla per aver difeso, con grande coraggio e dignità, la famiglia
tradizionale, anche nella comunicazione pubblicitaria. Ormai sono rimasti
in pochi difendere la famiglia dall’arrogante ed esibizionistica campagna di
comunicazione messa in campo dalla lobby dei gay. Barilla non si deve scusare
chi ha detto una cosa logica e naturale, ossia che l’unica famiglia contemplata
dalla Costituzione italiana è quella fondata sul matrimonio fra persone di
sesso diverso.
In questi giorni si è vaneggiato sul fatto che la
donna che “serve a tavola” sarebbe una sorta di minus, un essere inferiore,
come ha lasciato intendere la Presidente della Camera Boldrini; una comunista
che forse sogna il ritorno alla Comune di Parigi ed alla soppressione della
famiglia. “Mia moglie ha dichiarato: servo in tavola e sono felice”.
La consigliera Liana Barbati, una reduce di Di
Pietro, ha perso invece una buona occasione per tacere: ha infatti messo sullo
stesso piano la difesa della famiglia tradizionale con il razzismo ed ha fatto
sfoggio di un’acredine e di un fanatismo ideologico contro l’industria Barilla
e pro gay, degno di miglior causa e comunque frutto di opportunismo politico
inaccettabile. Pur rispettando le scelte sessuali ed i comportamenti
conseguenti di ognuno, non è accettabile l’arroganza di chi pretende di imporre
i valori gay come universali ed indiscutibili. Ecco perché è importante la
presa di posizione di un’industria che da cent’anni lavora a favore dei valori tradizionali e della
famiglia, Fabio Filippi consigliere regionale Forza Italia
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