In data 10 settembre 2013 lo spread Bonos spagnoli/Bund (245 punti base) è
tornato ad essere più basso rispetto allo spread Btp italiani/Bund (247 punti
base). Si conclude così il percorso di riduzione del gap tra
i due paesi incominciato a gennaio 2013, quando il differenziale spagnolo era
maggiore di 100 punti base rispetto a quello italiano. Le
ragioni di questo sorpasso sono facilmente individuabili: le recenti
migliori performance economiche della Spagna; la debolezza del governo di coalizione guidato
da Enrico Letta, che non si è
dimostrato in grado di imporre le riforme strutturali da tempo richieste dalle
istituzioni internazionali. FINE DELL’INSEGUIMENTO Il
grafico sottostante mostra l’andamento nell’ultimo anno dei due differenziali,
ormai allo stesso livello.
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LE CAUSE DEL SORPASSO
Le motivazioni per le
quali si ritiene che i rendimenti dei Bonos spagnoli siano scesi al di sotto di
quelli italiani sono 2: il miglior andamento dell’economia spagnola nei
confronti di quella italiana, fatto registrare negli ultimi mesi; la capacità politica
mostrata dal governo spagnolo nel gestire la delicata fase di crisi economica e
finanziaria, culminata nel varo
di importanti riforme economiche strutturali, mentre in Italia si paventa una
imminente crisi del governo di Enrico Letta.
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1. LE MOTIVAZIONI MACROECONOMICHE
Esistono innanzitutto dei motivi legati a questioni fondamentali per le
quali gli spread spagnoli vanno meglio di quelli italiani. Le
ultime stime del PIL 2013 fornite dall’Interim Economic Assessment dell’OCSE
prevedono per l’Italia una contrazione del PIL pari a -1,8%; Per
l’economia spagnola è invece previsto un leggero incremento; Lo
scorso 10 settembre, inoltre, l’ISTAT ha comunicato che, nel secondo trimestre
del 2013, il Pil italiano è diminuito dello -0,3% rispetto al trimestre
precedente e del -2,1% rispetto al secondo trimestre 2012. Anche
il rapporto debito/PIL è a vantaggio dell’economia di Madrid: 91,3%
contro il 131,4% dell’economia italiana.
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1. LE MOTIVAZIONI MACROECONOMICHE
Un altro dato a vantaggio dell’economia spagnola è quello relativo al costo
del lavoro per unità di prodotto (CLUP); La Spagna, rispetto
al 2005, ha abbassato il CLUP del -6%, mentre in Italia aumenta al ritmo del
+2-3% annuo. Il differenziale di riduzione del CLUP deriva, tra le
altre cose, dalle importanti riforme strutturali del mercato del lavoro che
il governo spagnolo è stato in grado di attuare negli ultimi mesi: sostegno
dei contratti part time per i dipendenti con meno di 30 anni; riduzione
del 75% degli oneri sociali per le imprese con più di 250 dipendenti e del 100%
per quelle più piccole.
1.
LE MOTIVAZIONI MACROECONOMICHE
Il costo dell’operazione necessaria per aumentare l’occupazione nel settore
privato in Spagna è stato sopportato interamente dal settore pubblico,
mediante un piano di tagli ingente, culminato nel taglio delle tredicesime dei
dipendenti pubblici; Dal canto suo, invece, l’Italia ha agito in
maniera molto meno incisiva sul taglio spesa pubblica; La
recente “stabilizzazione” dei 150.000 dipendenti pubblici è stata la miglior
prova dell’incapacità del governo di Enrico Letta di andare contro gli
interessi di parte e conformarsi alla strategia di abbattimento della spesa
pubblica intrapresa in tutti gli altri Stati europei.
Il governo di Mariano Rajoy ha inoltre ripagato interamente alle imprese i
32 miliardi di euro di debiti della pubblica amministrazione, mentre il
governo italiano si è fermato a circa il 40% del totale.
La Spagna, infine, ha un modello economico formato da multinazionali in
grado di competere nel mercato globale (Acciona, Acs, Banco Santander, Bbva, El
corte ingles, Ferrovial, Grupo Planeta, Iberdrola, Inditex, La Caixa, Mango,
Mapfre, Mercadona, Repsol, Telefonica, Zara);
Mentre in Italia, già
caratterizzata da un tessuto imprenditoriale di piccole e medie imprese, si assiste
ad una ulteriore riduzione del numero delle grandi imprese, secondo un modello
che, alla prova della globalizzazione, si sta dimostrando fallimentare.
Esistono poi delle motivazioni politiche,
riconducibili alla attuale debolezza del governo di coalizione guidato da Enrico
Letta, che ancora non si è dimostrato in grado di imporre le riforme
strutturali da tempo richieste dalle istituzioni internazionali:
riforma del mercato del lavoro;
privatizzazione delle industrie statali;
liberalizzazioni;
riduzione della pressione fiscale;
riduzione della spesa pubblica.
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2. LE MOTIVAZIONI POLITICHE
Al contrario, il governo di Mariano Rajoy dà l’impressione di essere
molto più credibile, nonostante le difficoltà che deve affrontare. Ha avuto
infatti il coraggio di fare le riforme richieste che ora stanno iniziando a
produrre i primi risultati.
I mercati finanziari
dimostrano quindi di credere nei governi politicamente più stabili e coraggiosi
e di punire atteggiamenti troppo prudenti e orientati al mantenimento dello status
quo.
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