Non bastano i buchi clamorosi emersi a Ravenna in
questi ultimi anni (Consorzio per i servizi sociali, Farmacie comunali, Marinara, Porto Reno, Stepra, solo per citare i
più vistosi). Sembra che il Comune stesso di Ravenna debba farsi carico di
coprire anche buchi di importazione, prodotti dai "compagni che
sbagliano" nei comuni satelliti, recentemente chiamati a condividere con
Ravenna la "cassaforte" di famiglia. In questo forziere, chiamato
Ravenna Holding, il Comune di Ravenna conserva capitali per 350 milioni di
euro, il Comune di Cervia per 23,4 e quello di Faenza per 45,7. Se fosse una società
di capitali normale, Ravenna, con l'83,48 per cento delle azioni, potrebbe
gestirla a suo totale piacimento, nell'interesse dei suoi cittadini, veri
proprietari della sua quota, limitandosi a distribuire ai soci minori la parte
di spettanza del dividendo annuale. Ma siccome da noi continua a prosperare il
capitalismo di marca ex sovietica, che notoriamente funziona alla rovescia,
ecco che il Comune di Cervia, per primo, ha messo le mani nella cassaforte In
vista del bilancio di previsione del 2012, trovandosi un buco di cassa che, se
non risolto, l'avrebbe sottoposto a gravi penalità in conseguenza dello
sforamento del Patto di Stabilità italiano, ha chiesto ed ottenuto che
Ravenna Holding acquistasse, con pagamento in contanti, 3 milioni e 300 mila azioni delle sue azioni di Hera. Non che
Ravenna ne avesse bisogno, dato che ne possedeva già 52 milioni e 416 mila,
anche troppe. E neanche a buon prezzo, perché, se le avesse acquistate in borsa
quello stesso giorno, le avrebbe pagate 1,079 euro l'una, anziché 1,318 euro.
Significa che, sui 4 milioni e 350 mila euro versati al Comune di Cervia,
Ravenna Holding gliene ne ha regalati 789. SCALO
MERCI FAENZA SCHIACCIATO DAI DEBITI
Faenza, non potendo essere da
meno, ha puntato a farsi comprare da Ravenna Holding la società Centro Servizi
Merci (CMS), interamente posseduta. Ravenna Holding non si è tirata indietro,
inserendo nel proprio budget per il 2013 la previsione di spendere,
nell'operazione, "circa 3 milioni di euro". Il tutto si riconduce
alla storia del nuovo scalo merci di Faenza, inserito già nelle opere strategiche
della conferenza economica del comprensorio faentino nel 2002. Opera da allora
mai decollata, oggetto di forti controversie, quali l'opposizione di Lugo,
dove già è stato realizzato con ingenti investimenti un grande centro
logistico, impedimenti tecnici alla realizzazione dei collegamenti ferroviari,
l'interesse di alcune aziende locali ad utilizzare la struttura logistica
dirottato altrove. Le avvisaglie di crisi sono manifeste da tempo. Un allarme è
suonato quando l'Agenzia delle entrate ha imposto alla CSM, al
termine di un contenzioso, il pagamento di
555.728,91 euro. Sulla società grava un passivo imprecisato, ma sicuramente
pesante, dato che Ravenna Holding ha stimato come il patrimonio della società
"costituito sostanzialmente da terreni con destinazione produttiva"
abbia un valore "analogo ai debiti presenti al passivo della
società". Ricorrono le analogie col buco di Stepra, società pubblica
locale che, avendo un buco di 225 milioni e mezzo, con 494.951 metri
quadri di terreni invenduti per un valore stimabile in oltre 50 milioni di
euro, è stata messa in liquidazione perché le aree produttive non le compra più
nessuno. Dunque, Ravenna Holding spenderebbe oltre 3 milioni di euro per
mettersi in casa una società in stato preagonico. Con quale interesse? Nessuno,
visto che a Ravenna uno scalo merci a Faenza, quand'anche non fosse solo
un'idea schiacciata dai debiti, non serve a niente. L'interesse, di bassa
bottega, è rivelato da Ravenna Holding stessa: "Il Comune di Faenza aveva
previsto e richiesto nell'ambito delle operazioni di ingresso in Ravenna
Holding, di conferire la propria società Csm, con modalità da
perfezionarsi". Una pesante cambiale in bianco pagata da Ravenna per
le proprie smanie imperialistiche.
A fronte di un'operazione così oscura, condotta alle spalle e a danno dei cittadini ravennati, si chiede al sindaco, considerato che il progetto avrebbe dovuto, secondo le previsioni di Ravenna Holding, "essere predisposto ed attuato entro il primo semestre 2013":
A fronte di un'operazione così oscura, condotta alle spalle e a danno dei cittadini ravennati, si chiede al sindaco, considerato che il progetto avrebbe dovuto, secondo le previsioni di Ravenna Holding, "essere predisposto ed attuato entro il primo semestre 2013":
- se
intende corrispondere alla richiesta, qui formulata, di sottoporre al
consiglio comunale il progetto di acquisizione della società CSM da parte
di Ravenna Holding, e comunque i documenti contabili della società per gli
ultimi tre anni e l'elenco analitico di tutte le partite debitorie;
- quale
piano economico-finanziario-industriale giustifichi tale acquisizione,
apparentemente destinata al fallimento.
Tratto
da Ravenna notizie
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