martedì 4 marzo 2014

MINISTRO FRANCESCHINI, NON CHIEDIAMO LE SUE DIMISSIONI PER POMPEI, MA SE E’ UN UOMO D’ONORE CHIEDA SCUSA A BONDI


Caro Ministro Franceschini,
da capogruppo del Partito democratico alla Camera prima minacciò poi sottoscrisse la mozione di sfiducia contro il ministro Sandro Bondi (11 novembre 2010). Il motivo? L’onorevole Bondi aveva rifiutato di confessare che il crollo a Pompei della Schola Armatorum, detta dei Gladiatori, fosse colpa sua. Se avesse fatto autocritica, come insegnano i manuali del Pci-Pds-Ds-Pd, forse se la sarebbe cavata. Ma siccome è una persona onesta, Bondi respinse l’invito. Per questo lei insistette con la mozione di sfiducia. Cito la sua bella prosa da romanziere dove si censurava “la dichiarazione del Ministro volta ad asserire la sua totale estraneità nella responsabilità di quanto accaduto a Pompei”.
Noi non le chiederemo dichiarazioni “volte ad asserire” la sua personale responsabilità nei tre crolli susseguitesi da sabato ad oggi. Non siamo gente dai doppi standard di giudizio. Siamo però certi che, siccome lei è uomo perbene, chiederà scusa per l’ingiustizia commessa nei confronti del suo predecessore. Sappia che comunque per tre muri abbiamo portato pazienza, anche se per ora l’abbiamo vista agitarsi solo in televisione. Ci limitiamo a domandare alla Sua competente riflessione: quanti muri devono crollare a Pompei prima che sia legittimo attenderci dichiarazioni “volte ad asserire” una sua qualche responsabilità?  Una parola di scuse per Bondi, please. Altrimenti, ogni giorno faremo i conti di crolli e sfaldamenti di qualsivoglia sito storico, e saremo ostinatamente volti ad asserire la necessità che se ne vada a scrivere romanzi.

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