E’ stata
elaborata e presentata alle Associazioni di categoria ed ai Professionisti
operanti nel settore una bozza preliminare del PAES, piano di azione energia
sostenibile con validità fino al 2020 in virtù del patto dei sindaci. Il PAES
nasce dal recepimento del pacchetto “clima-energia” 20/20/20 dell’Unione
Europea del 2009 che si propone di raggiungere nel 2020 una riduzione delle
emissioni di CO2 e gas serra del 20% a livello europeo, di alzare al 20% la
quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio
energetico. Ad ogni stato membro sono stati assegnati degli obiettivi, in
valori percentuali da raggiungere, l’Italia ha un obiettivo di utilizzo delle
energie rinnovabili pari al 17%, mentre nella ripartizione degli sforzi per
ridurre le emissioni di gas serra il 13%. La
Regione Emilia-Romagna, che essendo già più virtuosa tra le altre regioni, dal
calcolo di ripartizione percentuale rientrava con un 14%; sempre per
distinguersi e primeggiare, come obiettivo di riduzione dei gas serra si è
imposta il 17%, a rincarare la dose il patto dei Sindaci che con un’azione
volontaria l’hanno elevato al 20%, a fare ancora peggio, aumentando ancora di
più l’asticella ci hanno pensato i Sindaci dell’Unione della Romagna Faentina
con 20+ 4% di margine di sicurezza per centrare l’obiettivo nel PAES ( tanto
paghiamo noi).
Si potrebbe
pensare che questi siano dettagli ma, solo un 1% in più rappresenta milioni di
spesa aggiuntivi , in verità gli interventi in questo settore incidono
fortemente sulle imprese e sui cittadini che già stanno sopportando una crisi
economica feroce. L’incisività di queste misure sull’economia sono note tanto
da essere state oggetto di trattazione ed evidenziazione in un Comunicato
stampa del 2009 di presentazione del documento europeo che recita: “le industrie manifatturiere che sono a
forte rischio di delocalizzazione, a causa dei maggiori costi indotti dal
sistema, potranno beneficiare di quote gratuite fino al 2027..:”.
Tornando al “nostro” PAES le azioni che sono state inserite per raggiungere
l'ambizioso obiettivo non solo risultano di difficile applicazione ma
addirittura bizzarre, un
coinvolgimento preventivo degli addetti ai lavori prima della stesura anche del preliminare
poteva far risparmiare tempo e
discussioni. Le "Azioni di Piano" programmate che comporteranno nuovi
oneri e nuove tasse per gli operatori economici ed i cittadini del faentino in
sequenza sono:
a) acquisto di
Energia Verde Certificata (che notoriamente costa di più) per il Comune, per la
pubblica illuminazione, per il terziario, per il comparto industriale ed
agricolo. Parlando poi del beneficio diretto delle minori emissioni molto
probabilmente sarà in Puglia o in Sardegna dove tra fotovoltaico ed Eolico
hanno grandi produzioni, a Faenza ci limiteremo a sopportarne i costi con
nessun risultato rispetto all’abbattimento delle emissioni dove le distillerie
e gli altri fanno già la loro parte.
b) Un
applicazione del RUE con maggiori imposizioni rispetto alla normativa nazionale
e regionale relativamente a nuove costruzioni private, per il terziario si
prospettano maggiori costi di costruzione diretti di circa il 10%, tutto questo
in ultima analisi comporterà una migrazione verso altri comuni più attenti a
non esasperare i vincoli nazionali e regionali. Basterebbero questi due punti per dimostrare
che si sta lavorando contro la crescita economica e contro i cittadini del
faentino.
Non è tutto
però, analizzato il PAES il RUE (Regolamento Urbanistico edilizio) sembra nato
morto perché non tiene assolutamente conto di
questa nuova programmazione energetica tanto che i due sono spesso in palese e netta contraddizione. Gli uffici tecnici del Comune in questa
vicenda sembrano assolutamente scoordinati e non in grado di trovare mediazioni
tra di loro, il fatto più grave poi è che politica, amministrazione e burocrazia,
slegate dalla realtà, trovano sempre il modo di gravare sul lavoro di coloro
che operano nel settore soffocando ancor di più ogni possibilità di far
crescere l’economia locale da troppo tempo in stagnazione. E’ inaccettabile che i Sindaci pieghino
gli operatori economici ed i cittadini all’apologia amministrativa di se stessi
ed è inaccettabile che i burocrati, i dirigenti, gli uffici tecnici continuino
a produrre una burocrazia sterile e dannosa, decontestualizzata e
deresponsabilizzata. Non c’è nessuno in questa condizione di crisi che si può
permettere il lusso di non capire e non cambiare queste cose. Raffaella
Ridolfi Forza Italia Faenza
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