“I veri profughi sono i nostri cittadini senza
lavoro e che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Questa Amministrazione
non ha nè risorse nè spazi da mettere a disposizione per i profughi. Ogni
profugo costa alla collettività 30 euro al giorno, per un totale di 900 euro al
mese: ci sono molti nostri pensionati che non arrivano a 500 euro al mese e ci
sono disoccupati che farebbero qualsiasi lavoro per percepire questa cifra!”. Spiega
così il sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto la
decisione di rispondere negativamente alla richiesta del Prefetto di Vicenza
Eugenio Soldà di reperire alcuni alloggi nel territorio comunale per
l’accoglienza di profughi provenienti dalla Libia e/o da altri paesi del Nord
Africa. Profughi, molti sindaci dicono no, Berlato: “Prima gli italiani” Su
invito del ministero, le prefetture stanno inviando ai sindaci richieste per la
dispoibilità ad accogliere profughi. Molti i “no” nel vicentino Sono sempre di
più i sindaci vicentini cherispondono negativamente alla prefettura di Vicenza
in relazione allarichiesta
di accoglienza di nuovi profughi. Ultimo di una lunga serie ad aver messo
nero su bianco l’indisponibilità del suo Comune è il sindaco di Malo Antonio
Antoniazzi. “Sposo le scelte di questi sindaci – spiega il Deputato italiano al
Parlamento Europeo Sergio Berlato– è assai complicato in questa fase di crisi
economica e quindi di difficoltà per molti nostri concittadini, sostenere una
politica di assistenza verso questi profughi quando i nostri amministratori,
per i noti problemi di bilancio, non sono nemmeno nelle condizioni di prestare
soccorso al disagio dei propri concittadini che a volte si manifesta anche in
termini di sopravvivenza e di dignità umana”.
“Ritengo – sottolinea Sergio
Berlato – che l’annoso problema dei migranti vada affrontato a monte, non solo
dallo Stato italiano ma dalla stessa Unione Europea, invertendo l’attuale
politica di accoglienza che serve solo ad illudere gli stessi immigrati.
Bisogna ripensare a nuove forme di solidarietà che si concretizzino nei Paesi
di provenienza degli immigrati”. Per l’europarlamentare vicentino l’Italia non
è più nelle condizioni di “offrire ospitalità fin tanto che molti dei suoi
figli si ritrovano a vivere in condizioni di precarietà. Prima gli italiani –
conclude – non è uno sfizio propagandistico ma una necessità organica per uno
Stato degno di tale nome”.
Nessun commento:
Posta un commento