giovedì 8 gennaio 2015

IL SINDACO SCRIVE AL PREFETTO: “I VERI PROFUGHI SONO I NOTRI CITTADINI CHE NON ARRIVANO A FINE MESE”


 “I veri profughi sono i nostri cittadini senza lavoro e che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Questa Amministrazione non ha nè risorse nè spazi da mettere a disposizione per i profughi. Ogni profugo costa alla collettività 30 euro al giorno, per un totale di 900 euro al mese: ci sono molti nostri pensionati che non arrivano a 500 euro al mese e ci sono disoccupati che farebbero qualsiasi lavoro per percepire questa cifra!”. Spiega così il sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto la decisione di rispondere negativamente alla richiesta del Prefetto di Vicenza Eugenio Soldà di reperire alcuni alloggi nel territorio comunale per l’accoglienza di profughi provenienti dalla Libia e/o da altri paesi del Nord Africa. Profughi, molti sindaci dicono no, Berlato: “Prima gli italiani” Su invito del ministero, le prefetture stanno inviando ai sindaci richieste per la dispoibilità ad accogliere profughi. Molti i “no” nel vicentino Sono sempre di più i sindaci vicentini cherispondono negativamente alla prefettura di Vicenza in relazione allarichiesta di accoglienza di nuovi profughi. Ultimo di una lunga serie ad aver messo nero su bianco l’indisponibilità del suo Comune è il sindaco di Malo Antonio Antoniazzi. “Sposo le scelte di questi sindaci – spiega il Deputato italiano al Parlamento Europeo Sergio Berlato– è assai complicato in questa fase di crisi economica e quindi di difficoltà per molti nostri concittadini, sostenere una politica di assistenza verso questi profughi quando i nostri amministratori, per i noti problemi di bilancio, non sono nemmeno nelle condizioni di prestare soccorso al disagio dei propri concittadini che a volte si manifesta anche in termini di sopravvivenza e di dignità umana”.
“Ritengo – sottolinea Sergio Berlato – che l’annoso problema dei migranti vada affrontato a monte, non solo dallo Stato italiano ma dalla stessa Unione Europea, invertendo l’attuale politica di accoglienza che serve solo ad illudere gli stessi immigrati. Bisogna ripensare a nuove forme di solidarietà che si concretizzino nei Paesi di provenienza degli immigrati”. Per l’europarlamentare vicentino l’Italia non è più nelle condizioni di “offrire ospitalità fin tanto che molti dei suoi figli si ritrovano a vivere in condizioni di precarietà. Prima gli italiani – conclude – non è uno sfizio propagandistico ma una necessità organica per uno Stato degno di tale nome”.

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