Il governo blocca
una norma di buonsenso che depenalizzava la microevasione, quella che spesso si
commette per errore Il motivo? «Avrebbe aiutato il Cavaliere». Non è vero, ma
così migliaia di italiani saranno colpiti in nome dell'antiberlusconismo
Alessandro
Sallusti - Il problema dell'Italia non è
che un ponte inaugurato alla vigilia di Natale sulla Palermo-Agrigento sia
crollato a Capodanno, e neppure che i vigili urbani di Roma, così come gli
spazzini di Napoli, presentino certificati medici falsi per non lavorare la
notte del 31. No, il problema di questo Paese sembra essere solo uno, lo stesso
da vent'anni a questa parte: impedire a Silvio Berlusconi di fare politica,
bloccando con feroci operazioni mediatiche, politiche e istituzionali anche la
sola possibilità che ciò possa accadere. Pure a costo di andare contro il bene
di centinaia di migliaia di cittadini. È questo il senso della mobilitazione
scattata ieri per fermare l'iter di una norma contenuta nel decreto sulla
riforma del fisco che, di fatto, depenalizza penalmente - non dal punto di
vista amministrativo, e quindi economico - le evasioni fiscali di lieve entità.
Quelle, per intenderci, che stanno sotto la soglia del tre per cento rispetto
all'imponibile di una azienda, o di una persona fisica, e che sono il più delle
volte frutto di errori formali più che di furberie o ladrocini. Parliamo di una
norma ritenuta unanimemente saggia, utile a decongestionare i carichi
giudiziari, a recuperare velocemente entrate fiscali eluse, a evitare inutili
peripezie sia allo Stato che agli imprenditori. Niente, non se ne farà niente -
come ha annunciato ieri il premier Renzi - perché si è scoperto che potrebbe
agevolare anche Silvio Berlusconi, condannato per una presunta evasione che sta
ben al di sotto di quella soglia del tre per cento. Il Cavaliere, se la nuova
legge venisse approvata, potrebbe infatti vedere accorciato il suo periodo di
esclusione dalla vita politica attiva. Cosa che molti italiani auspicano, che
lascia altri del tutto indifferenti, ma che fa gridare allo scandalo la casta
che per anni si è adoperata per la sua morte civile e politica.
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