Rodolfo Ridolfi*
Pietro Nenni scriveva nel suo ultimo
articolo "Rinnovarsi o perire" "Tutto è in questione, tutto è
posto di fronte all’alternativa di rinnovarsi o perire", un invito, un
ammonimento. Certo è che, letta trenta quattro anni dopo, la frase di Nenni
mantiene intatta la sua grande forza ideale e morale. Pietro Nenni moriva
trentacinque anni orsono il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era
saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di
Bettino Craxi intraprenderà la stagione della sua modernizzazione attraverso il
percorso del “socialismo tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia
sotto i colpi dei comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era
nato Faenza, isola bianca della Romagna, il 9 febbraio 1891 da una famiglia
umilissima e che era stato amico di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo
secolo la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano.
L’ultimo ricordo che ho di uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza
nel vecchio palasport e poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era
accompagnato proprio da Craxi. Ricordo anche con sofferenza come negli anni del
“prodismo incipiente” a Faenza i catto-comunisti delle coop bianche e rosse
volessero addirittura cancellare Piazza Pietro Nenni e come noi socialisti di
Forza Italia ci battemmo perché ciò non avvenisse.
Bettino Craxi, Pietro Nenni e
Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la
rivincita storica contro il Pci e la Dc del compromesso storico. Anche Forza
Italia partecipa a questo ricordo perché ha dalla sua la realtà dei numeri e
dei consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie
Forza Italia, il 20% si astiene e il restante 30 è diviso tra PD e gli altri
partiti. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e
della peculiare e paradossale situazione di fine anni ’40 quando Nenni e il Psi
avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri
intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro
estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo
quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di
Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di
Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo
l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano,
Nenni si riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le
due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via
dell’autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di
Moro, con il PSDI di Saragat ed il
PRI di Ugo La Malfa come vice presidente del consiglio e poi ministro degli
esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup (1964) ma avviò nel 1966 la
riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata però a durare solo tre anni.
Oggi possiamo tranquillamente affermare che la posizione antisovietica di
Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi confermata, nell’ultimo decennio
del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Saragat assunse ben presto
posizioni riformiste moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri
partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d’Europa aprendo la strada
all’autonomismo nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La
Malfa il 18 aprile 1948 sconfissero, il Fronte Democratico Popolare, con
Berlusconi i socialisti sconfiggeranno nel ’94 la gioiosa macchina da guerra di
Occhetto ed ancora fermeranno i catto-comunisti nel 2001 e nel 2008 sempre con
Silvio Berlusconi. Il più grande errore di Nenni, fu la lista unitaria
composta, dal Pci, dal Psi e da alcuni ex esponenti del Partito d’Azione, che
fortunatamente ottenne uno scarso 32% dei consensi. In questa competizione
elettorale Giuseppe Saragat si presentò alla guida di una lista, composta dal
suo Psli e da alcuni ex membri del Partito d’Azione che non avevano aderito al
tandem Togliatti-Nenni, con il nome di Unità Socialista conquistando un
eccellente 7 % di voti: questo fu il più significativo risultato mai conseguito
dai socialisti riformisti prima di Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori
dell’apertura ai socialisti di Nenni che dopo i fatti d’Ungheria del 1956,
avevano abbandonato l’opzione frontista con i comunisti di Togliatti. Contro
Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno lasciato morire ad Hammameth, si
scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia, dei
comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale sono anche disponibili,
incoraggiati dai “socialisti opportunisti con la sindrome di Stoccolma”, ad
usurparne l’eredità e a riproporre il fronte popolare e il compromesso storico
con Renzi, Napolitano, Prodi e compagnia cantante.
*Coordinatore
di Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi
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