E siccome loro hanno
urlato, tra una raffica e l'altra, che il mandante è Allah, ecco allora io
dico: per loro Allah è il capo dei terroristi che vogliono sopprimere le
basilari libertà dell'Occidente. Dico che l'immigrazione
selvaggia è il grimaldello per entrare nella nostra storia, nelle nostre città.
Dico che non ci sarà mai possibilità di
integrazione, perché come scriveva Oriana Fallaci «non è vero che la verità
sta sempre nel mezzo, a volte sta da una sola parte». E non ho dubbi che la
parte giusta è la nostra, quella di una «civiltà superiore» (sempre per citare
Oriana) che mai si sognerebbe di alzare un dito su Crozza per le sue imitazioni
satiriche di Papa Francesco. Abbiamo un problema di polizia, di servizi segreti
che fanno acqua, ma prima ancora abbiamo un problema politico e culturale di
soggezione (vero presidente Boldrini?) nei confronti dei nostri carnefici, passati (vedi le scuse per Guantanamo),
presenti (le cautele e i distinguo di oggi) e futuri. Io odio questa gente, così come gli uomini liberi hanno odiato nazisti
e stalinisti. Il problema non è farsi ammazzare, ma farlo in silenzio. È
spalancare le porte di casa senza nulla chiedere in cambio al nemico che si
presenta con la faccia affamata e sofferente del profugo. È rinunciare a crocefissi, presepi e tradizioni per non offenderli. È
inculcare - anche da parte di eminenti cardinali della Chiesa - nei nostri
bambini l'idea che Gesù e Allah pari sono. È stato rinunciare - e lo dico
da laico - a inserire le «radici cristiane» nella Costituzione europea. È non
capire che siamo sull'orlo di una guerra civile europea tra islamici di
passaporto europeo e il resto d'Europa. Non kamikaze invasati, ma banditi con
tecniche brigatiste che vogliono salvare la loro vita, togliendola agli altri
in nome di Allah. Per ribadire la nostra libertà, oggi ripubblichiamo quelle
vignette che sono costate la vita ai colleghi francesi, senza che una sola di
esse violasse le leggi di quel Paese. A noi i terroristi non hanno mai fatto
paura. Ci fanno più paura le «attenuanti culturali» con cui la nostra
magistratura troppo spesso giustifica le violazioni delle nostre leggi. E il termine
«inarrestabile» usato per arrendersi all'immigrazione selvaggia. Avanti così,
qui di «inarrestabile» ci sarà solo la fine dell'Occidente. E a questo gioco,
noi non ci staremo mai. Che piaccia o no ad Allah. Alessandro Sallusti
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