Carabiniere arresta in flagranza di reato un tunisino che stava rubando dentro un’azienda, ma viene accusato dal ladro di lesioni. Finisce così a giudizio e viene condannato a 6 mesi di reclusione (pena sospesa) nonché al risarcimento danni per 7500 euro e alla rifusione delle spese, 1750 euro più Iva, con pagamento in favore della parte civile di una provvisionale di 3500 euro.
AL MOMENTO del fotosegnalamento, l’arrestato accusa un malore e viene accompagnato al Pronto Soccorso dove dichiara di lamentare dolori al collo e ad un fianco: racconta che a cagionare tutto ciò erano state le botte subite durante il fermo. Dopo le visite mediche, viene dimesso con una diagnosi di «trauma cranico non commotivo, ematoma al collo, contusioni multiple e micro frattura di una costola».
Il carabiniere va così a giudizio per il reato di lesioni personali con l’aggravante di cui all’articolo 61 del codice penale numero 9, aver commesso il fatto in violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o di pubblico servizio. Poi la condanna.
Il carabiniere va così a giudizio per il reato di lesioni personali con l’aggravante di cui all’articolo 61 del codice penale numero 9, aver commesso il fatto in violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o di pubblico servizio. Poi la condanna.
Nessun commento:
Posta un commento