venerdì 13 febbraio 2015

RENZI SI RIMANGIA LA PAROLA DATA, SOLO ANNUNCITE


D-day azzurro – Spezzate le catene di un patto tradito e di una sentenza ingiusta, il 9 marzo parte la grande offensiva di Silvio Berlusconi per l'alternativa moderata alla sinistra.
Illusioni – Avevamo creduto in un profondo cambiamento dei rapporti politici in questo Paese, di cui le riforme erano solo un aspetto, importante, ma non unico. Forza Italia aveva avviato un percorso di collaborazione per cambiare lo Stato, garantire al Paese una legge elettorale efficace, scegliere insieme gli elementi di garanzia del sistema, come il Presidente della Repubblica. Nulla è cambiato. Il Partito Democratico, quando gli conviene, non esita a rimangiarsi la parola data.
Una fase nuova - Si è aperta una fase nuova a cui tutti devono partecipare: chi si sottrae abdica alle proprie responsabilità e alimenta i sospetti di strumentalità della proprie critiche. Non abbiamo interrotto il nostro lavoro costruttivo. Ma non accetteremo più di votare per tutte quelle parti che avevamo accettato solo per amore di un disegno più ampio e più importante.
Uniti si vince - Dobbiamo anche lavorare sul territorio dove il nostro partito ha bisogno di un nuovo slancio, di una rinascita in vista delle ormai prossime elezioni regionali. Bisogna lavorare con generosità per ricostruire un centrodestra alternativo alla sinistra perché uniti si vince, divisi si perde.
Politica estera/1 – Immigrazione, troppi morti che non dovevano partire. Bisogna fermare i barconi in viaggio dalle coste libiche e una maggior deterrenza richiede zero tolleranza verso gli scafisti. L’Europa ha l’obbligo di intervenire su terra, aria e mare; il vecchio continente è colpevole della polveriera libica, lo è dal momento in cui si è fatta carico dell’attacco al regime di Gheddafi. Berlusconi non si sbagliava.
Politica estera/2 – La totale indifferenza di cui gode l’Italia sul piano internazionale è lo specchio del terzo governo fantoccio non eletto dal popolo. L’accordo trovato a Minsk questa mattina ne è l’ultimo esempio. Per fortuna c’è Berlusconi, l’unico politico italiano che permette al nostro Paese di avere voce in capitolo. Il resto sono solo tristi pagine di annuncite e di subordinazione.


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