Il primo colpo è stato
messo a segno a Montecitorio dove Francesco
Paolo Sisto si è dimesso da relatore delle riforme
istituzionali. "Con dolore
profondo del giurista nato fra i codici - ha annunciato in Aula - ma con la
coerenza dell’appartenenza rinuncio al ruolo di relatore".
Le sicurezze di Matteo Renzi vengono meno.
Convinto fino a oggi di poter andare avanti senza l'appoggio di Silvio Berlusconi, il
premier deve fare i conti con la prima battuta d'arresto. Sisto, che è
presidente della commissione Affari costituzionali e relatore del provvedimento
con Emanuele Fiano del Pd,
ha spiegato di dimettersi "con
il dolore profondo del giurista cui viene data l’occasione di riscrivere la
Costituzione, ma con la coerenza di una appartenenza a un partito senza
opportunismi". "Con
senso di responsabilità - ha detto quindi - Forza Italia ha partecipato ad una
intesa innaturale con il Pd per una cooperazione sulle riforme che non rinnegasse
il passato, con cancellasse il presente e non precludesse il futuro. Un patto
che è una transizione temporanea e che oggi non è più viva in quanto l’accordo
è stato sciolto e Forza Italia si ritiene libera di non essere scontenta".
Nel frattempo il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta ha
annunciato l'ostruzionismo di Forza Italia alle riforme, "una corsa rovinosa verso il disastro
che faremo di tutto per rallentare". "Sarebbe oggi pura irresponsabilità
concorrere a una direttrice autoritaria - ha denunciato - la maggioranza si
fermi".
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