martedì 17 febbraio 2015

FAENZA: ROM


Premesso che: Recentemente ad alcuni Rom sarebbe stato richiesto il pagamento di diverse sanzioni amministrative cumulate negli anni; ad alcune di queste persone sarebbe stato applicato il sequestro dei beni; questa azione ampiamente propagandata ha consentito al di là dei proclami di recuperare ben poca cosa perché molti Rom su indicazione di qualche benefattore hanno svuotato i propri conti correnti non lasciando niente da poter sequestrare;  a fronte di questa azione alcuni esponenti di associazioni di volontariato che ultimamente hanno ripreso rapporti costanti con i Rom avrebbero sostenuto che nonostante la contestazione delle multe e la richiesta di pagamento queste non andrebbero pagate e hanno supportato i rom per  presentare ricorso al Giudice di pace Considerato che è prima di tutto un’azione educativa richiedere il pagamento di quanto dovuto per infrazione alle regole del codice della strada; richiedere il rispetto delle regole e della legalità significa asserire con forza che ci sono delle dettami del vivere civile che una comunità si è data e che vanno rispettate da tutti senza alcuna distinzione se non si vuole vivere nel caos e nell’anarchia. Considerato inoltre che Un atteggiamento teso a svilire l’operato delle istituzioni se non suffragato da fatti oggettivi ingenera confusione e spinge gli obbligati a non pagare e a non riconoscere l’autorità delle istituzioni; questo atteggiamento buonista ed assistenzialista ha già creato moltissimi problemi nella gestione della presenza Rom in città ed è la causa principale di una situazione al momento ingestibile  confusa dove vige una confusione di ruoli. Interroga il Sindaco e la Giunta Se è a conoscenza di quanto asserito nelle premesse: se non ritenga di dover chiedere a tutte gli attori in campo che mantengono rapporti con i Rom presenti in città di comportarsi in modo da non minare l’autorità delle istituzioni, di abbracciare un progetto di educazione al riconoscimento e al rispetto dei precetti del vivere civile di una comunità dove chi sbaglia è chiamato a pagare. A favorire un processo di autonomia dei Rom rispetto a chi li lega ad un assitenzialismo di comodo, per rompere quella catena fatta di necessità/aiuto/irresponsabilità che li ha abituati a non farsi carico di alcuna responsabilità e a ritenere che le comunità gli debbono ogni cosa. Raffaella Ridolfi  

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