venerdì 20 febbraio 2015

MILLE PROROGHE, IL GOVERNO SALA LAZIO E VENEZIA: CLIENTELISMO ELETTORALE DI RENZI

Avevano sfondato i paletti fissati dal Patto di Stabilità. Rischiavano sanzioni e penalizzazioni. Hanno invece spuntato una deroga. Con due norme ad hoc. Che provocano polemiche. Per gli aiuti molto interessati. Nei palazzi parlamentari non si parla d’altro. E si grida allo scandalo per gli aiuti di stampo locale,  elettorale e clientelare. Una Regione e un comune sforano il patto di Stabilità? Ovvero spendono più di quanto gli è consentito? Vengono puniti con sanzioni e meno soldi. O almeno dovrebbero. Perché alcuni enti locali al governo non sembrano uguali agli altri, tanto da meritare un “aiutino”. E’ il caso della Regione Lazio (guidata da un governatore del Pd) e del comune di Venezia (dove a breve si voterà per il nuovo sindaco), che hanno spuntato una deroga sulle sanzioni. Con due norme ad hoc (o quasi) contenute nel decreto Milleproroghe. Di cosa si tratta esattamente? La prima, la norma “salva Lazio” prevede che le Regioni che nel 2014 hanno sforato il patto di stabilità interno, ma lo hanno fatto per il 50% pagando dei debiti pregressi, possono applicare la contrattazione integrativa, assumere a tempo indeterminato con immissioni in ruolo, accendere mutui per opere in fase di realizzazione e avere meno sanzioni. E qual è pressoché l’unica Regione in Italia ad avere il requisito necessario? Quella guidata dall’amico Nicola Zingaretti, per l’appunto. Che, in virtù di questa norma inserita di notte da governo e relatori (ma con la contrarietà di uno di loro, Francesco Paolo Sisto di Forza Italia), non dovrà pagare parte delle sanzioni previste per legge (ma solo per il 2% di entrate tributarie e per accensione di prestiti), potrà “destinare risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa nei limiti stabiliti dalla contrattazione nazionale” e potrà “procedere ad assunzioni a tempo indeterminato” per immettere in ruolo i vincitori di concorsi pubblici che ancora aspettano un posto.


Ma non solo il Lazio potrà ricorrere all’indebitamento, ovvero accendere nuovi mutui, per gli investimenti “con riferimento alle opere in corso di realizzazione” e potrà continuare a ricevere le quote di finanziamento sanitario dallo Stato. Agevolazioni simili sono previste anche per Venezia, città per la quale nel Milleproroghe è stata inserita una norma, sempre a firma dei relatori, che esplicitamente fa riferimento ai comuni di Venezia e Chioggia, che hanno sforato il patto di stabilità nel 2014. Per questi due comuni si riduce la sanzione relativa alla riduzione delle risorse del Fondo di solidarietà comunale limitandola ad un importo massimo corrispondente al 3% delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo. Inoltre, i due comuni vengono esentati dal divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo.
Per quanto riguarda la norma “salva Lazio” non sono tardate ad arrivare le reazioni. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ha definito un “colpo di mano” del governo l’emendamento, “un regalo alla Regione Lazio” che “non pagherà nessuna sanzione per non avere rispettato il patto di stabilità”.  Gli ha risposto  Zingaretti: “Il presidente Maroni si informi meglio. Il governo non ha fatto nessun regalo al Lazio, che pagherà sanzioni previste dalla norma del 2% sulle entrate. Si è solo preso atto dello straordinario risultato che ci ha portato in un anno a pagare oltre 7 miliardi di debiti accumulati negli ultimi venti anni e che non potevano essere conteggiati nei conti di un solo anno”.
Per una polemica che monta c’è un sottosegretario che, incurante delle accuse di elettoralismo localistico, esulta anzi per essere riuscito a inserire (di notte) nel Milleproroghe la norma in favore alla sua città. E’ il caso di Pier Paolo Baretta, venenziano e sottosegretario all’Economia, che esulta così sul “salva Venezia”: “Ce l’abbiamo fatta! L’emendamento che allenta le sanzioni al Comune di Venezia è stato approvato! Ci sono voluti buoni argomenti e tanta, tanta determinazione!  Ora, non fermiamoci”. Soprattutto con le elezioni in vista. 

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